Clinton Vs Trump: qual è la posizione di Mosca?

In 240 anni di storia politica americana, Hillary Clinton è la prima donna a conquistare la “nomination” per la corsa alla Casa Bianca.

In 240 anni di storia politica americana, Hillary Clinton è la prima donna a conquistare la “nomination” per la corsa alla Casa Bianca.

: AP
Hillary Clinton sarà la prima donna candidata alla presidenza degli Stati Uniti. E anche in Russia scatta il toto-Presidente. Qual è la posizione del Cremlino in merito alla corsa americana alla Casa Bianca?

L’affermazione secondo cui Mosca sosterrebbe la vittoria di Trump alle presidenziali americane, basata sulle parole di Putin che ha definito il candidato repubblicano una persona brillante e di talento, sembrerebbe un po’ esagerata. Chiedendo al portavoce del Presidente Dmitrij Peskov se il Cremlino avrebbe festeggiato l’eventuale vittoria di Trump, sorpreso, Peskov ha risposto: “E cosa dovremmo festeggiare?”. Il portavoce del Cremlino ha infatti spiegato che per Mosca il “miglior” Presidente statunitense sarà colui che otterrà la maggior parte dei voti, al di là delle particolarità del sistema elettorale americano.

Nonostante sembrasse che Mosca inizialmente facesse il tifo per Trump, non c’è nulla che indichi realmente che l’élite politica russa si stia schierando con uno o l’altro candidato. La sensazione più diffusa è che il Cremlino sia ben disposto ad accogliere la nuova figura che si insedierà alla Casa Bianca, giacché a Mosca non ci si illude del fatto che le relazioni con gli Usa possano migliorare in un futuro prossimo. 

Se Hillary Clinton dovesse vincere, ha dichiarato Mikhail Kazin, economista ben noto per le sue posizioni antioccidentali, dovremmo dimenticarci di qualsiasi tipo di ripresa nelle relazioni. “E non è da escludere che ci ritroveremo in una nuova situazione di guerra fredda o addirittura in un conflitto aperto”.

Uno scenario che Fedor Vojtolovskij, direttore dell’Istituto di Economia mondiale e relazioni internazionali presso l’Accademia russa delle scienze, al contrario non dipinge in maniera così negativa. “Una guerra? Lancio di missili nucleari? Ma siamo seri! Va bene la retorica elettorale, ma bisogna tenere i piedi per terra. Il contesto delle relazioni tra Russia e Usa fa sì che si debba cercare un compromesso”, ha detto a Rbth.

“È importante essere preparati - ha affermato -. Mosca ha collezionato una lunga esperienza in merito alle relazioni con i Presidenti americani. Abbiamo avuto a che fare con Reagan e con George W. Bush. L’ultimo ha cambiato il tono man mano che proseguiva il suo incarico, come tutti ben sanno”.

“Inoltre quando Bill Clinton era Presidente, le relazioni con Putin erano abbastanza buone. Hillary è una diplomatica e una figura politica con una certa esperienza. E questo è da considerarsi come un fattore positivo”. 

Secondo Vadim Kozyulin, del PIR Center di Mosca, “durante il periodo sovietico c’era questa convinzioni popolare secondo la quale era molto più facile avere a che fare con i democratici che con i repubblicani. Un mito smentito però in diverse occasioni. Mosca di fatto è riuscita a stringere molti più accordi con amministrazioni repubblicane”.

Sarebbe quindi Trump il favorito di Mosca? “Non esattamente - prosegue -. Vedo Trump come una persona emotiva, con scarsa conoscenza ed esperienza a livello di politica internazionale. Si basa soprattutto sulla sua esperienza di imprenditore. Non nasconde di difendere l’impiego della forza, e che potrebbe ricorrere al suo utilizzo nel caso in cui non raggiungesse i propri obiettivi”.

L’esperto tuttavia ricorda che fu proprio Hillary Clinton ad “approvare l’intervento in Libia, che ancora oggi non viene visto come un errore”. “Non è stata contenta del ritiro delle truppe dall’Iraq e sembra sempre alla ricerca di nuove missioni per i soldati americani all’estero”.

In ogni caso la candidata democratica può risultare pragmatica e le élite statunitensi riconoscono il potenziale della Russia come alleato in un possibile confronto con la Cina. 

Vadim Kozyulin fa riferimento alla poca linearità esistente nella logica della politica internazionale. “Credo che non ci sia bisogno di farsi felici illusioni con Trump né delineare orribili pronostici con la Clinton”, ha detto. In questo senso, le parole pronunciate da Hillary nel luglio 2015 meritano di essere ricordate: “Dobbiamo essere molto più intelligenti nel modo in cui ci relazioniamo con Putin e con le sue ambizioni. Ho avuto a che fare con lui. Lo conosco. Non è un uomo facile. Ma non credo che ci siano altre alternative a un costante compromesso”.

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