Il pilota del jet abbattuto: “Ecco come ci hanno colpito”

Konstantin Murakhtin, il pilota sopravvissuto all’abbattimento del jet russo da parte delle forze turche, intervistato da alcuni giornalisti a Latakia

Konstantin Murakhtin, il pilota sopravvissuto all’abbattimento del jet russo da parte delle forze turche, intervistato da alcuni giornalisti a Latakia

Dmitriy Vinogradov/RIA Novosti
Konstantin Murakhtin era a bordo dell’aereo russo preso di mira dall’aviazione turca. E racconta come sono andate le cose: “Conosco quella zona come il palmo della mia mano. Non abbiamo sconfinato nemmeno per un secondo”

“Il nostro aereo non ha violato lo spazio turco. E non abbiamo ricevuto alcun avvertimento”. Konstantin Murakhtin ha passato la sua vita nelle forze armate. Accumulando ore di volo a bordo dei jet, fino a essere nominato “il migliore pilota della Russia” durante il concorso Aviadarts-2014. Murakhtin è uno dei due piloti che erano a bordo del Su-24 abbattuto dai jet di Ankara sul confine turco-siriano. Il collega è morto. Lui, invece, è riuscito a salvarsi. Intervistato dal canale televisivo Rossiya-1, Murakhtin ha dichiarato che il missile turco avrebbe colpito l’aereo all’improvviso. Senza dare all’equipaggio alcuna possibilità di schivarlo. 

“Conoscevamo quella zona come il palmo della nostra mano. L’avevamo sorvolata moltissime volte - ha detto il pilota -. Stavamo portando a termine la nostra missione prima di fare rientro alla base seguendo la rotta prestabilita. Sono un ufficiale, conosco ogni altitudine in quella zona. Potrei pilotare l’aereo a occhi chiusi. Il tempo era buono. Non abbiamo superato la frontiera nemmeno per un secondo”. Secondo Murakhtin, non ci sono stati avvertimenti né visivi né via radio da parte della Turchia, al contrario di quanto affermato da Ankara, che sostiene di aver inviato diversi segnali prima di sparare. 

“Non ci sono stati avvertimenti. Né visivi, né via radio. Non c’è stato alcun tipo di contatto. Ecco perché abbiamo proseguito con la nostra missione come al solito. Dovete capire che la velocità di un caccia è paragonabile a quella di un F-16. Se avessero voluto metterci in guardia, avrebbero potuto farsi notare su una rotta parallela. Ma non c’era niente. E il missile ha colpito la coda del nostro velivolo in maniera del tutto inaspettata. Non lo abbiamo visto in tempo nemmeno per reagire”. Murakhtin ha quindi aggiunto di voler continuare a prestare servizio nell’aeronautica russa in Siria. “Non posso aspettare di avere il via libera da parte dei medici. Chiederò al comandante di lasciarmi in questa base. Ho un debito da rimborsare”.

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