MH17, le teorie simili di Russia e Olanda

La presentazione del report dell'ente olandese per la sicurezza dei voli relativo all'abbattimento del volo MH17 della Malaysia Airlines è avvenuta il 13 ottobre 2015

La presentazione del report dell'ente olandese per la sicurezza dei voli relativo all'abbattimento del volo MH17 della Malaysia Airlines è avvenuta il 13 ottobre 2015

AP
L’ente olandese per la sicurezza dei voli ha presentato il rapporto per far luce sulla catastrofe aerea del Malaysia Airlines. Nonostante il Ministero degli Esteri della Federazione abbia bollato come “di parte” lo studio, gli esperti fanno notare che le tesi russe coincidono in buona parte con le ipotesi avanzate dai Paesi Bassi

Il Consiglio di Sicurezza dei Paesi Bassi ha presentato il rapporto finale sulla catastrofe del volo aereo MH17, partito da Amsterdam e diretto a Kuala Lumpur, nel quale, nel luglio 2014, persero la vita 298 tra passeggeri e membri dell’equipaggio. Nel rapporto olandese, pubblicato il 13 ottobre 2015, non si parla di chi ha abbattuto l’aereo, ma si fa riferimento al fatto che il velivolo sia stato colpito da un missile sparato da un sistema antiaereo “Buk”, i cui componenti continuano a essere fabbricati da compagnie russe. 

Il Ministero degli Esteri della Federazione Russa ha definito il rapporto “di parte”. Secondo il viceministro degli Esteri russo, Sergei Ryabkov, in Olanda non è stata realizzata un’indagine esaustiva e imparziale sulla tragedia, che prendesse in considerazione le “informazioni di cui dispone Mosca”.

Lo spazio aereo aperto

Secondo gli esperti olandesi, l’aereo è stato abbattuto da un missile terra-aria della serie 9M38, lanciato da un sistema antiaereo “Buk”. La detonazione del missile è avvenuta sulla sinistra, a un metro dalla cabina di pilotaggio. Così come ha riferito durante la presentazione dei risultati il presidente del Consiglio Tjibbe Joustra, sono stati trovati frammenti del missile nei corpi dei piloti. 

Nel rapporto si legge che lo spazio aereo sopra l’Ucraina orientale non era chiuso, nonostante in quella zona fossero in corso conflitti armati e poco prima fossero stati colpiti diversi aerei militari. “Le autorità ucraine - dicono gli autori dello studio - non hanno prestato sufficiente attenzione alla possibilità che un aereo civile volasse a quella altitudine e che potesse essere colpito”. 

Nel rapporto non viene indicato se il colpo sia stato sparato dal territorio controllato dall’esercito ucraino o dai separatisti delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk. Si dice che il missile fosse partito da un’aerea la cui superficie andrebbe dai 20 ai 63 chilometri quadrati. Secondo il presidente del Consiglio, per stabilire con maggior precisione il luogo esatto dal quale è partito il missile sarebbero necessarie ulteriori indagini. 

Nello studio viene inoltre precisato che i calcoli sul luogo di lancio realizzati dalla compagnia russa “Almaz-Antey” coincidono approssimativamente con i dati degli esperti ucraini e olandesi. A giudicare dalla cartina che accompagna il report, quest’area potrebbe comprendere la città di Snezhnoe. Al momento dell’impatto con il Boeing, questa località si trovava sotto il controllo dei separatisti delle Republbliche. Ed è precisamente da lì, assicurano le autorità ucraine, da dove è stato realizzato il lancio.

I test della compagnia “Almaz-Antey”

Durante la presentazione realizzata nello stesso giorno dalla compagnia “Almaz-Antey” è stato negato che il colpo possa essere partito dalla zona di Snezhnoe. Dopo aver effettuato diverse prove sul campo, compresa la detonazione di un missile del sistema “Buk” vicino alla cabina di un aereo, gli esperti della compagnia hanno sostenuto che il lancio sarebbe avvenuto dalla località di Zaroschenkoe. Secondo i giornali, a luglio del 2014 in questo territorio erano presenti le truppe ucraine. 

Così come ha spiegato a Rbth il redattore capo della rivista Arsenal Otechestva, Viktor Murakhovsky, il luogo del lancio è uno dei tanti dettagli sui quali non si trovano d’accordo gli esperti russi e olandesi. Tuttavia, “in linea di principio (questi due documenti) non si contraddicono”. Secondo l’esperto, gli specialisti olandesi hanno delineato una zona di lancio “piuttosto ampia” che comprende “entrambe le zone”. 

L’ipotesi “Buk”

Anche il vicedirettore dell’Istituto di Analisi politica e militare, Aleksandr Khramchikhin, sostiene che a livello teorico i due report si assomiglino molto. La principale differenza sta nel fatto che gli specialisti russi nel loro documento “offrano una conclusione definitiva su chi possa essere il colpevole, mentre gli olandesi non suggeriscono alcuna conclusione”. Inoltre, secondo Khramchikhin, “attualmente la situazione è tale che risulta impossibile determinare chi sia il vero colpevole”, poiché “è impossibile stabilire a posteriori a chi apparteneva il sistema antiaereo che ha sparato contro il Boeing”. 

L’analista militare Pavel Felgenhauer aggiunge che, così come sostengono entrambi i report, è evidente che l’aereo sia stato abbattuto da un sistema “Buk”. “Fin dall’inizio era chiaro che non si era trattato di un aereo ma di un missile del sistema Buk abbastanza pesante e con una potente testata. Con i report alla mano, possono essere scartate per sempre le ipotesi sulla possibilità che si trattasse di un’altra cosa”, ha detto Felgenhauer a Rbth.

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