Expo, il giorno di Putin

Il Presidente Vladimir Putin dentro al Padiglione Russia (Foto: Russia Expo 2015)

Il Presidente Vladimir Putin dentro al Padiglione Russia (Foto: Russia Expo 2015)

Accolto da una folla esultante, il numero uno del Cremlino ha visitato il Padiglione Russo, tra kvas e matrioshke

Misure di sicurezza alle stelle. Un padiglione blindato e il grido “Rossiya! Rossiya!” che si leva dalla folla. Vladimir Putin arriva all’Expo nel giorno del National Day della Russia accolto da una calca di gente che freme sotto il cielo nuvoloso di Milano come in attesa di una rock-star. “No sanzioni!”, urla qualcuno. “Putin save the world”, recita invece uno striscione sopra le teste dei visitatori. 

 
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L’attesa si prolunga: la delegazione russa arriva con quasi un’ora di ritardo. Ad accogliere il numero uno del Cremlino, seguito da un pool di 70 giornalisti russi, il premier italiano Matteo Renzi: “La accolgo con grande gioia in questo spazio”, esordisce il premier nel suo discorso ufficiale, lasciandosi poi andare a qualche battuta: “Spero di darvi qualche dispiacere con la Nazionale di calcio italiana ai Mondiali del 2018”. E ancora sulla vodka: “Sono preoccupato per la gestione delle bevande nel padiglione russo”.

La macchina organizzativa dell’Expo gira a ritmi serrati: forze dell’ordine ovunque. Controlli rigidissimi. Il Padiglione Russia resterà off limits ai visitatori per qualche ora, prima di dare nuovamente il via alla festa con le danze tradizionali dei gruppi dell’est.

I più coinvolti sembrano proprio loro, i visitatori russi, che cercano in tutti i modi di intercettare gli spostamenti blindati di Putin e della sua delegazione. “Vladimir Vladimirovich!”, grida un anziano signore al passaggio di Putin davanti al Padiglione Russia, come rivolgendosi a un vecchio conoscente.

Putin entra nel Padiglione Russia insieme ad alcuni membri della sua delegazione, composta, oltre ai rappresentanti del governo, anche dai dirigenti di importanti gruppi energetici, come Igor Sechin, numero uno di Rosneft e Aleksei Miller, di Gazprom. Tra i presenti all’Expo, anche il primo-vice ministro Igo Shuvalov, il ministro dell’Industria Denis Manturov e il ministro dello Sviluppo economico Aleksei Ulyukayev. Il più incuriosito sembra Sergei Lavrov, ministro degli Esteri della Federazione, che al piano terra del padiglione si sofferma per diversi minuti a osservare i souvenir esposti, dalle t-shirt alle matrioshke.

La visita al padiglione russo dura una mezz’ora abbondante. Lì, tra i simboli che hanno reso grande la Russia nel mondo, a Putin viene offerto del kvas (una bevanda fermentata, dal basso contenuto alcolico, ndr), e gli viene consegnato l’orsetto-matryoshka, scelto come simbolo della Russia per l’Expo. “All’interno di questo padiglione, uno dei più grandi della manifestazione, sono esposte le nostre conquiste nel campo dell’economia, della cultura e della scienza”, dice Putin, aggiungendo: “Nel 2014 abbiamo avuto un raccolto di grano record, di oltre 105 milioni di tonnellate. Questo ci ha permesso non solo di soddisfare il fabbisogno nazionale ma di contribuire anche alla sicurezza alimentare nel mondo, perché ne abbiamo riservato alle esportazioni più di trenta milioni di tonnellate”. 

Terminata la visita, il padiglione torna ad animarsi con le spettacolari esibizioni del gruppo daghestano “Lezginka”, del coro del monastero maschile “Sretenskij”, della Filarmonica statale “G.Tukay” della Repubblica del Tatarstan e del gruppo di canto e ballo cosacco “Stanitsa”. 

“Ringrazio Renzi per la sua partecipazione alla Giornata Nazionale Russa”, conclude Putin prima di partire alla volta di Roma, dove incontrerà il presidente Sergio Mattarella e Papa Francesco. Il Padiglione Russia invece torna ad animarsi: la mascotte si rimette ad accogliere i visitatori (mezzo milione quelli contati solo in questo primo mese), e i ragazzi si divertono a farsi “selfie” sotto la volta a specchio dell’ingresso. La festa, qui, è appena iniziata, tra i sapori e i profumi della cucina russa. E continuerà per tutta la durata dell’Expo.

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