Se la crisi viene risolta dal diritto

Yurij Chajka (Foto: Maxim Blinov / RIA Novosti)

Yurij Chajka (Foto: Maxim Blinov / RIA Novosti)

Il Procuratore generale della Russia: "La cooperazione internazionale in ambito giuridico non solo continua, ma si sta sviluppando"

In un anno su richiesta della Procura Generale russa nelle sole Francia e Italia sono stati messi sotto sequestro immobili di lusso appartenenti a oligarchi e funzionari in fuga dal loro paese per un valore di centinaia di milioni di euro. Sono state emesse richieste di estradizione per quasi quattrocento cittadini russi con precedenti penali, e un quarto di essi sono stati estradati da paesi esteri non confinanti con la Russia. Nonostante le sanzioni, i procuratori russi cooperano attivamente con i loro colleghi stranieri su molti casi di vasta risonanza. Queste importanti informazioni sono state rese note dal Procuratore generale della Federazione Russa Jurij Chajka in un'intervista esclusiva a Rossiyskaya Gazeta.    

Jurij Jakovlevich, con quanto successo la procura riesce a recuperare i capitali e i beni sottratti e portati all'estero dalla Russia? Non è cambiato, per effetto delle sanzioni nei confronti della Russia, l'atteggiamento dei partner stranieri verso di noi? 

L'introduzione delle sanzioni nei confronti della Russia non ha avuto praticamente alcuna ricaduta sulla nostra interazione con i colleghi stranieri.  Nell'anno appena trascorso abbiamo esaminato circa millecinquecento richieste delle autorità competenti di stati esteri per l'estradizione di delinquenti dalla Russia. I partner stranieri, a loro volta, hanno ricevuto da noi circa quattrocento richieste di estrazione di fuggitivi. L'anno scorso i tribunali francesi, ascoltati i rappresentanti della procura russa, con le proprie sentenze hanno confermato in due casi la fondatezza delle richieste della Russia di estradare l'ex ministro delle Finanze della Regione di Mosca Kuznetsov e l'oligarca del Kazakistan Ablyazov. Queste persone su nostra richiesta ora si trovano in Francia sotto sorveglianza già da un anno e mezzo. Le sentenze definitive riguardo ai loro casi sono attese quest'anno. Siamo riusciti a ottenere anche l'estradizione dal Nicaragua del grosso narcotrafficante Ivan Savkich. Nei due anni in cui, dietro nostra richiesta, Savkich è stato tenuto sotto sorveglianza in Ecuador gli è stata revocata la cittadinanza di quel paese. In dicembre ci hanno contattato i nostri colleghi americani proponendoci di ripristinare l'attività del gruppo di lavoro congiunto nel quale avevamo già cooperato in passato per tre anni. Gli americani ci hanno proposto di tenere la prima riunione del gruppo di lavoro a Mosca già nel primo trimestre del 2015. Come può vedere, la cooperazione giuridica internazionale non solo continua, ma si sta sviluppando.

Anche i soldi e gli altri beni stanno facendo ritorno in Russia?

Senza dubbio. Abbiamo un'intensa cooperazione con i colleghi stranieri nell'ambito delle indagini, del sequestro, della confisca e della restituzione di mezzi finanziari e beni provenienti da attività illecite e illegalmente portati all'estero. Nel solo 2014 le autorità competenti di Francia e Italia dietro nostra richiesta hanno messo sotto sequestro sei grandi immobili, tra cui ville di lusso e hotel nelle località di villeggiatura, per un valore di centinaia di milioni di euro, nell'ambito dei processi penali a carico di Berezovskij, di Kuznetsov, che ho già ricordato, e di altre persone. Benché formalmente questi immobili risultino essere proprietà di persone giuridiche straniere, i tribunali hanno ritenuto validi i nostri argomenti sul fatto che essi sono stati acquistati con mezzi ottenuti in Russia da attività illecite. Dalla Svizzera sono rientrati gli attivi dell'ex membro del Consiglio della Federazione Igor Izmest'ev, condannato in Russia alla pena dell'ergastolo. Abbiamo lavorato per anni per poter eseguire la sentenza del tribunale russo nella parte che prevede il risarcimento ai familiari delle vittime uccise dai membri della sua banda.

Da quali altri paesi rientrano i capitali ottenuti da attività illecite?

Su richiesta della Procura Generale, nell'ambito di un processo sulle attività bancarie illecite le autorità competenti della Lettonia hanno posto sotto sequestro una somma equivalente a undici miliardi di rubli (195.729.537 dollari), e abbiamo ottenuto da un tribunale lettone una sentenza che prevede il trasferimento bancario dell'intera somma in Russia. Una parte di essa è già stata trasferita a mezzo bonificoNel maggio del 2014 dalla Germania è stata restituita l'icona dei santi Pietro e Paolo, che era stata sottratta nel 1999 da una chiesa ortodossa situata nel territorio della regione di Kostroma. Secondo le conclusioni della perizia artistica giudiziaria, questa icona possiede un particolare valore culturale.

L'Ucraina ha chiesto alla Russia di estradare Janukovich? E in generale, esistono attualmente dei contatti tra le procure dei due paesi, o sono stati congelati?

Finora non ci sono giunte richieste di estradizione da parte delle autorità competenti dell'Ucraina nei confronti di politici ucraini, e tra questi di Janukovich. Qualora tali richieste dovessero arrivare, saranno esaminate in base agli accordi internazionali e alla legislazione della Russia. Nel complesso, stiamo mantenendo i contatti necessari con la Procura generale dell'Ucraina; tra l'altro, indirizziamo loro richieste di assistenza giuridica da parte degli organi inquirenti russi ed esaminiamo richieste analoghe da parte dell'Ucraina.  

La versione originale dell'intervista è qui

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