Le trattative di Berlino sulla crisi ucraina non hanno portato a nessuna svolta (Foto: AP)
Le trattative dei quattro ministri nella residenza diplomatica tedesca di villa Borzig sono durate oltre tre ore concludendosi a mezzanotte, ora di Mosca. Il primo ad andare incontro ai giornalisti è stato il ministro degli affari esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier. “È stato un lungo e aperto scambio di opinioni - ha detto -. Le divergenze che si sono riconfermate hanno messo in evidenza come sia difficile raggiungere un progresso tanto su una risoluzione politica della crisi, quanto su un accordo sul tanto atteso summit di Astana ancora in fase di preparazione”.
Ricordiamo che a fine dicembre, i leader dei paesi del “quartetto normanno” nel corso di colloqui telefonici hanno convenuto di dover fare degli sforzi per il rilancio degli accordi di Minsk. In questa stessa occasione il Presidente ucraino Petro Poroshenko si è affrettato a render noto il piano dei capi di stato di incontrarsi il 15 gennaio ad Astana. Più tardi tuttavia i rappresentanti della cancelliera tedesca, come pure quelli dei Presidenti di Russia e Francia hanno corretto il tiro: l'incontro si terrà solo nel caso in cui sarà chiaro sin dall'inizio che esso condurrà a un reale progresso.
Dalle dichiarazioni di Frank-Walter Steinmeier è risultato chiaro che il summit di Astana verrà rimandato.
Lo svolgimento dei colloqui fra i vertici dovrà essere preceduto, come è stato ieri deciso, da tre incontri: fra le parti del gruppo di contatto (rappresentanti di Kiev, miliziani, Russia e OSCE); fra i direttori politici dei ministeri degli esteri dei paesi del “quartetto normanno” (per la Russia, il direttore del secondo dipartimento degli affari esteri della CSI, Viktor Sorokin); infine l'incontro fra i ministri degli esteri stessi. I capi dei ministeri degli affari esteri dei quattro paesi intendono incontrarsi di nuovo la prossima settimana. Il luogo dell'incontro non è stato ancora reso noto.
Nella dichiarazione congiunta dei ministri, si legge che il gruppo di contatto deve raggiungere un progresso nella realizzazione dei punti di Minsk, incluso la stipula di condizioni per il cessate il fuoco nel Donbass, nonché la determinazione di modalità di consegna degli aiuti umanitari e il proseguimento del processo di liberazione degli ostaggi.
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“Secondo la valutazione dei ministri, ciò permetterebbe di costituire le condizioni necessarie per un summit effettivo, che porti risultati tangibili. Abbiamo tutti convenuto che è necessario continuare a lavorare su questo proposito”, ha detto Sergei Lavrov, comunicando ai giornalisti russi gli esiti dei colloqui.
Secondo il capo della diplomazia russa, i partecipanti all'incontro “hanno confermato il forte impegno globale per una risoluzione pacifica dell'attuale crisi” in Ucraina. “Abbiamo concluso che la base per porre fine al conflitto sono gli accordi di Minsk che debbono essere attuati in tutti loro punti”, ha precisato.
Con questo, come ha sottolineato Lavrov, “il processo politico può essere efficace solo con l'inizio di un dialogo aperto fra i rappresentanti del governo ucraino e le autorità delle autoproclamate repubbliche popolari di Doneck e Lugansk”.
“I miliziani dovranno sentirsi parte di questo processo politico come partner a tutti gli effetti”, ha sottolineato.
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