Noi, pronti al dialogo con l’Occidente

Lo speaker della Duma di Stato Sergei Naryshkin (Foto: Sergei Kuksin / RG)

Lo speaker della Duma di Stato Sergei Naryshkin (Foto: Sergei Kuksin / RG)

Lo speaker della Duma di Stato Sergei Naryshkin ha concesso un’intervista esclusiva a Rbth, esprimendo il proprio punto di vista sui rapporti tra la Federazione e i partner occidentali

Lo speaker della Duma di Stato (Camera bassa del Parlamento russo) Sergei Naryshkin ha spiegato a Rbth come, sullo sfondo della crisi nelle relazioni tra la Federazione Russa e l’Occidente, stiano evolvendo i contatti interparlamentari tra Usa, Europa e Ucraina. A suo avviso, la Russia è intenzionata a partecipare anche in futuro ai lavori dell’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) e dell’Apce (Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa).

 
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sulla questione ucraina

I rapporti parlamentari sono tra i primi a soffrire del deterioramento delle relazioni tra la Russia e i paesi stranieri. Oggi i contatti interparlamentari con gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, l’Unione Europea, e forse anche con altri paesi, si sono ridotti praticamente al minimo. Che cosa dobbiamo attenderci per il futuro?

Che le dichiarazioni dei singoli deputati che siedono nei parlamenti stranieri riguardo alla Russia siano estremamente radicali forse è naturale poiché è questo genere di dichiarazioni ad avere maggiore risalto. Tuttavia, tra i parlamentari vi sono delle persone, e non poche, che valutano la situazione che si è venuta creando attorno all’Ucraina in modo del tutto realistico e così i fattori della crisi di fiducia in Europa.

Ascoltiamo ripetutamente da parte dei deputati europei aspre critiche rivolte ai propri governi e all’indirizzo dell’Unione Europea. Alcuni di loro, rammento, hanno persino affermato che l’Unione Europea ha preso in ostaggio l’Europa.

Ma la stampa occidentale, purtroppo, amplifica soprattutto le formule e le dichiarazioni antirusse. La stampa occidentale, che pure si ritiene così libera, in questo caso sembra di colpo tapparsi occhi e orecchie. Parliamo, per esempio, dell’incontro che si è svolto a Parigi con i parlamentari francesi e con altri colleghi… Non era praticamente presente nessun giornalista francese. Era considerato forse poco interessante? Poi siamo venuti a sapere che avevano fatto del “pressing” sui media locali.

Sono rimasto sconcertato. Non doveva essere quella russa la democrazia giovane? La nostra Costituzione ha compiuto solo 21 anni. Ma da noi certe cose non potrebbero più accadere. E poi al nostro Ministero degli Esteri riterrebbero sconveniente eseguire una simile operazione su dei giornalisti.

Che cosa si può fare nella situazione attuale?

Continuare a esprimere instancabilmente la nostra posizione e dire la verità. Intervenire nelle arene parlamentari internazionali e all’Osce e all’Apce, qualunque sia l’atteggiamento nei nostri confronti.

Dovremo continuare a pagare l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa?

Continueremo a pagare poiché la quota russa va per intero al lavoro dell’intera struttura del Consiglio Europeo. E per Consiglio d’Europa s’intende sia il Consiglio dei ministri europeo che l’Assemblea parlamentare, la cosiddetta Commissione di Venezia. Ma se l’Apce non ripristinerà i pieni diritti della delegazione parlamentare della Russia, decideremo come comportarci rispetto all’entità della quota russa.

E come sono i nostri rapporti coi parlamentari americani?

Non abbiamo mai avuto rapporti estesi di collaborazionecon i colleghi degli Stati Uniti, benché, tra l’altro, abbiamo proposto un incontro quando sono cominciate all’inizio le tensioni. I nostri partner americani hanno risposto che non volevano. Si sa che evita il dialogo chi è consapevole della debolezza delle proprie posizioni.

Come vedreste la prospettiva di rapporti interparlamentari tra Russia e Ucraina? Che cosa vi aspettate dalla nuova Rada?

Attualmente tutti i contatti con la Rada sono congelati, ma non per colpa nostra. Sarebbe positivo se venisse almeno accolta la nostra proposta di creare un gruppo parlamentare internazionale sull’Ucraina sulla base della piattaforma dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. La nostra prima seduta avrebbe dovuto svolgersi a Ginevra, ma alcuni giorni prima della scadenza prefissata gli americani hanno annunciato che non avrebbero partecipato e lo stesso hanno fatto i polacchi. L’ultimo giorno poi hanno rifiutato di partecipare anche gli ucraini. Evidentemente i tre condividevano il disegno di bloccare il lavoro del gruppo. Ma ciò nonostante continuiamo a ritenere che il gruppo potrà funzionare.

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