Contrapposizioni e incertezze. L'esito del G20

I leader mondiali al G20 di Brisbane. In fondo a sinistra, il Presidente russo Vladimir Putin (Foto: Reuters)

I leader mondiali al G20 di Brisbane. In fondo a sinistra, il Presidente russo Vladimir Putin (Foto: Reuters)

Europa e Stati Uniti continuano ad attuare strategie diverse nei confronti della Russia. E malgrado le aspre polemiche e le difficoltà protocollari, il Presidente Putin è ottimista, soprattutto sul fronte dei Brics

Benché la piattaforma prevista dai Venti fosse di ordine strettamente economico, l’incontro di Brisbane è apparso inizialmente un’arena dove si sono fronteggiati duramente la Russia e l’Occidente in merito alla questione ucraina. Il padrone di casa del summit, il premier australiano Tony Abbott, aveva proposto, per esempio, di escludere la Russia dal novero dei partecipanti al summit. Ciò nonostante, l’idea non ha avuto seguito. Certe decisioni vanno adottate collegialmente e non era avvenuto così.  

 
G20, Mosca punta allo sviluppo
degli interessi economici globali

Alcune potenze come la Repubblica popolare cinese erano categoricamente contrarie a quest’idea; mentre altre, come la Repubblica federale tedesca vedevano nella presenza della Russia al G20 un’ulteriore possibilità di ripresa del dialogo. Perciò parlare di un isolamento della Russia fin dalla vigilia del summit risultava poco produttivo. Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada e Australia hanno visto nel summit un’occasione per attaccare pubblicamente Putin.

In tale contesto Putin ha cominciato il suo soggiorno in Australia con un incontro coi Brics. Simili iniziative sono ormai una consuetudine dal momento che i leader di Russia, Cina, India, Brasile e Sudafrica hanno così l’opportunità di dimostrare la loro comunanza di intenti al G20, innanzitutto sulle questioni di ambito economico e questa volta anche su quelle di ambito politico. Dopo l’incontro, il portavoce di Putin, Yuri Ushakov, ha dichiarato ai giornalisti che tutti i paesi Brics hanno definito illegali le sanzioni nei confronti della Russia. “Tutti hanno ribadito l’illegalità delle sanzioni, affermando che violano la Carta delle Nazioni Unite e che ostacolano la ripresa economica”. Ushakov ha sottolineato come, durante l’incontro, non sia stato sollevato da parte russa il tema delle sanzioni. Sono stati invece i leader stessi dei paesi Brics ad affrontarlo “senza che vi fosse il minimo accenno da parte nostra”.

A sua volta il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha riproposto ancora una volta ai media internazionali la spaventosamente tetra associazione tra Ebola, Russia e Isis e ha poi presenziato a un incontro coi leader Ue dedicato interamente alla questione ucraina. A detta di Obama, se il Cremlino manterrà la propria posizione sull’Ucraina, la condizione di isolamento in cui si trova attualmente la Russia continuerà a persistere” è quanto riferisce l’agenzia France-PresseCon queste premesse le parti hanno dato avvio ai lavori delle sessioni generali del summit dove, tuttavia, il tema dell’Ucraina non figurava. “Nelle discussioni ufficiali nell’ambito del G20 la questione dell’Ucraina non è stata sfiorata e neppure accennata”, ha dichiarato Putin ai giornalisti. Tuttavia, a detta di Putin, “tutti gli incontri bilaterali di fatto sono stati esclusivamente dedicati ai problemi dell’Ucraina. Devo riconoscere che si è trattato di colloqui molto franchi, essenziali, e a mio avviso, utili”.

Nodale è stato l’incontro, della durata di quattro ore, con la cancelliera tedesca Angela Merkel, a cui più tardi si è unito il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker. Il suo contenuto non è stato rivelato, ma l’orientamento dei tedeschi verso il dialogo, contro la linea di isolamento della Russia, è stato confermato dal ministro tedesco dell’Economia, il vice cancelliere Zigmar Gabriel, sul canale televisivo Ard. “È giusto che Angela Merkel e il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier si siano focalizzati sul dialogo e non su una linea di contrapposizione, come hanno fatto altri. Come ritengo assolutamente inappropriata nell’attuale congiuntura la reazione di chi come la Nato continua a far risuonare il rumore delle armi lungo i confini russi”. “L’estendersi della crisi ucraina e del regime delle sanzioni va contro gli interessi degli europei poiché non fa che peggiorare la loro situazione economica” è quanto ritiene il presidente del Centro di stategia della comunicazione Dmitry Abzalov.

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