Secondo Gazprom, il contratto per il passaggio degli approvvigionamenti attraverso la via occidentale verrà firmato entro la fine del 2015 (Foto: ufficio stampa)
A Pechino, nella cornice del summit APEC, il capo di Gazprom, Alexei Miller, e il presidente del Consiglio dei dirigenti della compagnia cinese CNPC, Zhou Jiping, hanno firmato un accordo preventivo sugli approvvigionamenti di gas naturale dalla Russia alla Cina tramite rotta occidentale. Il documento prevede la fornitura di 30 miliardi di metri cubi di gas all’anno per trent’anni. Il gas proviene dai giacimenti della Siberia Occidentale e verrà convogliato attraverso il gasdotto “Altaj”. Secondo le parole del presidente di Gazprom, Alexei Miller, il contratto per il passaggio degli approvvigionamenti attraverso la via occidentale verrà firmato entro la fine del 2015.
Il documento, in particolare, riconfermerà le condizioni riguardanti il volume e i termini delle consegne; la percentuale di “take or pay” (l’obbligo dell’acquirente di corrispondere una penale, nel caso in cui i volumi di consumo risultino inferiori rispetto a quelli pattuiti); la disposizione dei punti di distribuzione del gas ai confini.
In seguito le due parti dovranno sottoscrivere finalmente il contratto di "take or pay" nonché l’accordo intergovernativo. La somma del contratto, e dunque il prezzo del gas, non è stata ancora stabilita. “È evidente che il prezzo sarà più basso rispetto alle forniture tramite tratta orientale (il gasdotto “Forza della Siberia” non rende noti i costi per metro cubo di gas, i calcoli tuttavia indicano una somma di circa 350 dollari), dato che gli investimenti per l’infrastruttura (trasporto e consegna) sono sostanzialmente più contenuti”, afferma Grigorij Birg di Investkafe. Secondo l’opinione di Platon Maguta, gestore degli attivi del “Fondo Maguta”, il prezzo economicamente più conveniente per la Cina al momento è di 380-400 dollari per 1.000 metri cubi. Questi parametri sono influenzati dal fatto che le principali fonti di approvvigionamento di gas sono situate all’estremo nord (Jamal, Jakutia e altre).
Nell’ultimo periodo, Gazprom ha notevolmente accelerato i tempi di collaborazione con i partner cinesi. A pieno ritmo è in corso la realizzazione del progetto più ambizioso del mondo per la fornitura di gas attraverso la rotta orientale, il gasdotto “Forza della Siberia”.
L’accordo trentennale per la fornitura di 38 miliardi di metri cubi gas all’anno tramite il gasdotto “Forza della Siberia” dai giacimenti Chajandinskij e Kovyktinskij è stato firmato da Gazprom e CNPC in maggio. Il valore complessivo del contratto è di 400 miliardi di dollari. Gli investimenti nel progetto sono stimati a 55 miliardi di dollari. La costruzione dei condotti è iniziata il primo settembre, mentre l’inizio dell’export dei volumi di gas attraverso il gasdotto è previsto per gli anni 2018-2020.
“Altaj” supera “Forza della Siberia”
“Le trattative per la rotta occidentale attraverso il gasdotto Altaj sono in corso dal 2010, ma l’accento in seguito è stato posto sulla rotta orientale, dal momento che i principali clienti si trovano ad est della Cina e la richiesta di gas in quelle zone è maggiore”, hanno dichiarato all’ufficio stampa del Ministero russo dell’Energia, sottolineando inoltre che il fabbisogno di gas nell’Impero Celeste è in continuo aumento. Verso il 2015, la Cina consumerà da 470 a 930 miliardi metri cubi di gas. Con ciò, si aggiungerà la possibilità di fornire fino a 100 miliardi di metri cubi di gas attraverso il percorso occidentale. Secondo le parole di Miller, la tratta occidentale potrà entrare in azione in tempi più brevi rispetto a quelli necessari per l’orientale, e ciò grazie alla presenza di tubi e infrastrutture sfruttabili. “Il corridoio occidentale è collegato ad un unico sistema di trasporto del gas e ai principali giacimenti della Siberia Occidentale, la risorsa base insomma già c’è”, hanno confermato sempre al Ministero dell’Energia.
Con questo, bisogna notare che i giacimenti della Siberia Occidentale sono anche le risorse base per gli approvvigionamenti in Europa.
Nel contempo, ad ogni modo, è necessario ancora modernizzare l’infrastruttura esistente e costruire un gasdotto che arrivi fino al confine con la Cina e che passerà per terreni affatto semplici. Gli investimenti nel gasdotto dell’Altaj sono stimati a 11-14 miliardi di dollari.
Alcuni esperti ritengono che la Russia possa congelare alcuni progetti costosi per la costruzione di condotti e per la liquefazione del gas orientati ai consumatori occidentali, dato che i mezzi per la realizzazione parallela di una serie di grossi progetti potrebbero scarseggiare. Certamente, si parla innanzitutto del South Stream, anche se al Ministero dell’Energia hanno sottolineato che “al momento non è stata considerata alcuna possibilità di rinuncia al progetto South Stream”. “Nonostante la Russia stia instaurando legami economici e commerciali con i paesi dell’Asia-Pacifico, continuerà a mantenersi affidabile fornitore di gas per l’Europa”, hanno rassicurato al Ministero.
Il gas: una grande politica
Esiste tuttavia l’opinione che l’attiva cooperazione russo-cinese in materia di gas sia basata su motivi per lo più politici che economici. “A giudicare dai fatti in generale, la Russia ha preso a lavorare intensamente con la Cina e con l’Asia in generale, proprio nel quadro delle sanzioni occidentali e dunque nella creazione di canali alternativi di vendita dell’energia. Secondo la logica delle cose, tutti questi accordi dovevano già essere conclusi due anni fa, per poter così da ora iniziare la costruzione delle infrastrutture”, afferma l’analista capo della compagnia Al’pari, Anna Bodrova.
Si rafforza l’asse Mosca-Pechino: firmati accordi record
Il partner della compagnia Rusenergy Michail Krutikhin sottolinea che entrambi i progetti per la fornitura di gas in Cina potrebbero risultare svantaggiosi per la Russia, tanto dal punto di vista economico, quanto da quello politico. Innanzitutto, secondo le sue parole, la lunghezza del gasdotto per la tratta occidentale fino alle regioni più economicamente sviluppate della Cina si aggira intorno a 8.000 km. Ma affinché il gas dalla Siberia Occidentale possa essere competitivo in termini di trasporto, l’intero percorso non dovrebbe superare i 5.000 km. Ci sarebbe il rischio di trovarsi nella situazione in cui sia la Cina ad ottenere il gas ad un prezzo per lei solo più favorevole. E ancora, di non secondaria importanza è il fatto che il mercato della compravendita del gas si sta sviluppando anche in Europa Occidentale, dove la Russia, secondo le stime del 2013, ha consegnato 138 miliardi di metri cubi. I volumi previsti di approvvigionamento tramite rotta orientale e occidentale in Cina sono di due volte inferiori, 68 miliardi di metri cubi all’anno per il 2020.
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