Tragedia a Vnukovo, il futuro di Total

in Russia dopo la morte di De Margerie

Il Presidente russo Vladimir Putin, al centro, stringe la mano al numero uno di Total, Christophe de Margerie, durante un incontro con il capo del Cremlino a Mosca (Foto: AFP / East News)

Il Presidente russo Vladimir Putin, al centro, stringe la mano al numero uno di Total, Christophe de Margerie, durante un incontro con il capo del Cremlino a Mosca (Foto: AFP / East News)

Le valutazioni di alcuni esperti all’indomani dell’indicente aereo nel quale ha perso la vita l’amministratore delegato e presidente del gruppo petrolifero francese

Un drammatico incidente. Nel quale ha perso la vita il presidente della compagnia petrolifera francese Total, Christophe De Margerie. Rbth ha raccolto le opinioni degli esperti sulle possibili conseguenze che la tragedia avvenuta nella notte tra lunedì e martedì potrebbe avere sui progetti di Total in Russia.

Anna Kokoreva, analista della società d’intermediazione finanziaria Alpari

Total collaborava intensamente con le compagnie energetiche russe e negli ultimi anni il grado d’integrazione del colosso francese nel settore gaspetrolifero russo era aumentato. Così, a seguito della joint venture con la società Lukoil, Total intendeva partecipare allo sfruttamento della formazione di Bazhenov, avviando il primo progetto di estrazione del gas naturale liquefatto nella storia di Total.

La compagnia petrolifera francese Total è la quarta nel mondo per volume di estrazioni dietro Royal Dutch Shell, BP ed ExxonMobil. La multinazionale opera in Russia già da oltre 20 anni. Nel 2013 i volumi estratti di petrolio e gas naturale erano di 207.000 boe (barili equivalente petrolio) al giorno

La partecipazione della compagnia francese nei progetti riguardanti il settore del gas si era ulteriormente intensificata. A Total appartiene il 18% delle azioni di Novatek, il più importante produttore di gas indipendente russo, e il 20% nel progetto congiunto di Yamal Lng. Inoltre, Total è coinvolta nello sfruttamento del giacimento di gas Shtokman, insieme a Gazprom. Durante l’estate erano state avviate delle trattative per rilanciare il progetto su nuove basi. Total aveva già annullato 350 milioni di dollari di investimenti nel giacimento Shtokman, ma riconsiderava periodicamente l’importanza dell’affare.

Le riserve di gas di Shtokman, situate nella parte russa della piattaforma del Mare di Barents, sono attualmente le più ricche del mondo. E, in generale, Total è una delle poche compagnie occidentali, che malgrado la politica delle sanzioni e le pressioni subite, abbia mantenuto un rapporto di fedeltà con la Russia. 

La scomparsa di De Margerie non significa ovviamente che la collaborazione con la Russia s’interromperà bruscamente; tutto dipenderà dal nuovo amministratore delegato della compagnia, ma la perdita di un partner come lui per il nostro paese, in tempi così difficili, è indubbiamente un fatto drammatico. Non va dimenticato che Christophe De Margerie era stato uno dei pochi a non appoggiare le sanzioni contro la Russia e a proporre di valutare la possibilità di allontanarsi dal dollaro americano per i pagamenti delle materie prime.

In Russia Total è coinvolta nella realizzazione di cinque importanti progetti: sfruttamento del giacimento di petrolio Kharyaginskoe (Circondario autonomo dei Nenets); sfruttamento del giacimento di gas condensato Shtokman (piattaforma del Mare di Barents); sfruttamento del giacimento Termokarstovoe (Yamal e Circondario autonomo dei Nenets); sfruttamento del giacimento Khvalynskoe (piattaforma del Mar Caspio); in fase di elaborazione il lancio del progetto per lo sfruttamento del giacimento di gas condensato Yuzhno-Tambeyskoe e la produzione di gas naturale Yamal Lng

Questo evento non potrà non avere conseguenze sul mercato azionario e sul paese. Va rilevato che l’accaduto, non ha avuto quasi riflesso sulle azioni di Gazprom e Lukoil, a differenza di quanto è avvenuto con Novatek, che ha subito un calo del 3,1%. Le stesse azioni di Total nella notte di lunedì sono scese da 43 a 42 Euro.

Aleksandr Frolov, vice amministratore delegato dell’Istituto nazionale per l’Energia (da un’intervista rilasciata alla stazione radio Kommersant-Fm)

Negli ultimi anni la posizione di Total sul mercato russo si è intensamente rafforzata. La compagnia è entrata nel progetto Yamal Lng e coordina un progetto congiunto con Lukoil e Gazpromneft.

Christophe De Margerie è stato un coerente sostenitore del rafforzamento delle relazioni con la Russia e ha avuto una visione alquanto lucida dei reciproci interessi di Russia e Ue sulla questione delle forniture di gas e di altri vettori energetici. È sufficiente menzionare la sua intervista all’agenzia Reuters, che risale, se ben rammento, al luglio di quest’anno, dove descriveva quali sarebbero stati gli scenari nell’Unione Europea nel caso l’Ue avesse deciso di far a meno del gas russo. De Margerie non nascondeva che in tal caso l’Ue sarebbe stata costretta ad acquistare il gas a un prezzo più elevato, il che sarebbe stato decisamente svantaggioso. Al di là di questo, possiamo contare non soltanto sull’afflusso di investimenti, ma di tecnologie in alcuni ambiti in cui la Total eccelle come, per esempio, nei bitumi modificati; un progetto congiunto con Gazpromneft realizzato sulla base della raffineria di Mosca, che consente di ottenere un materiale di qualità per asfaltare più efficacemente le strade.

Non ritengo che la morte di Christophe De Margerie possa avere serie conseguenze su tali partnership e sullo sviluppo dell’attività di Total in Russia. In primo luogo, molti di questi progetti sono già in fase di realizzazione e sospenderli non avrebbe alcun senso e poi si tratta di progetti interessanti e vantaggiosi per la stessa Total, incluso quello dello sviluppo delle riserve della formazione di Bazhenov,  avviati dai francesi con Lukoil. Le attività principali previste da questo contratto avranno inizio il prossimo anno. Dubito che la compagnia possa adesso rinunciarvi.

Grigory Birg, analista di Investkafe, esperto del complesso energetico e petrolifero

Total è una delle compagnie petrolifere più importanti del mondo tra quelle che collaborano con la Russia. Considerando la complessità e l’entità dei progetti congiunti con le compagnie russe appare poco probabile che qualcosa possa radicalmente cambiare dopo la scomparsa del presidente della compagnia francese. La Russia è innanzi tutto una destinazione strategicamente importante per la stessa Total. Nel 2011 il colosso petrolifero francese è diventato un partner strategico della russa Novatek nel progetto  Yamal Lng  che prevede, tra l’altro, la costruzione di uno stabilimento per la produzione di gas naturale. È improbabile che la notizia di oggi possa delle vere ripercussioni sul progetto. Gli accordi fondamentali sono già stati stipulati. La parte francese è diventata azionista di Novatek, e alla fine del 2013 la quota di Total in Novatek era del 17%. Negli ultimi tempi i francesi avevano avviato delle trattative per incrementare le quote, e secondo i dati in possesso di Forbes, Total aveva già acquisito un pacchetto di azioni entro i limiti consentiti del 19,9%. Riguardo alla nuova jont venture con Lukoil, Total aveva previsto di avviare una collaborazione congiunta nel settore dello sfruttamento delle riserve recuperabili di petrolio della formazione di Bazhenov, situata nella Siberia Occidentale. Ma, a causa delle sanzioni, la parte francese aveva deciso di sospendere l’attività con la compagnia russa in questo settore.

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