Ucraina, Nato approva piano per intervento rapido

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La decisione al vertice di Newport, in Galles: “Una risposta alla minaccia russa”. Mosca: Scelta pericolosa

La crisi ucraina, la posizione di Mosca e la reazione “pronta e rapida” della NATO alla “minaccia russa”. Al vertice NATO tenutosi a Newport, in Galles, la delicata questione ucraina è stata al centro dei colloqui. 

Mosca si è ritrovata oggetto di feroci critiche praticamente da parte di tutti i 28 paesi NATO per via della famosa invasione nel sud-est dell'Ucraina e per la riunione della Crimea alla Russia.

Il documento più atteso del summit in Galles è la dichiarazione finale nella quale si è stabilito che in risposta alla “minaccia russa”, la NATO organizzerà una reazione pronta e rapida.

Il segretario generale della NATO Anders Fogh Rasmussen ha spiegato ai giornalisti che queste forze dovranno comporsi sul principio della rotazione degli eserciti dei paesi membri dell'alleanza. In questo modo, essi saranno in grado di reagire agli ordini nel più breve tempo possibile. Rasmussen ha spiegato tali forze di rapido intervento come un misto di eserciti regolari e squadre speciali capaci di “spostarsi facilmente, ma in maniera infallibile”. Nel caso in cui azioni di terra fossero necessarie, a supporto interverranno anche le forze armate aeree e di mare. 

Rasmussen tuttavia si è rifiutato di precisare il numero di uomini coinvolti. Secondo una fonte di RBTH, si tratterebbe di circa 4.000 uomini, pronti a entrare in azione in uno qualsiasi dei paesi membri nell’arco di 48 ore. Alla NATO queste forze speciali vengono innalzate a “strumento che avrà effetto deterrente ai possibili piani della Russia di destabilizzare i paesi Baltici”.

Ricordiamo che i paesi Baltici e altri stati dell'est europeo hanno richiesto all'alleanza, sin dall'inizio della crisi ucraina, di prendere misure immediate per garantire la loro sicurezza. Nondimeno, gli altri paesi membri della NATO, la Germania innanzitutto, si sono astenuti dal mettere a rischio l'atto istitutivo Russia-NATO in vigore dal 1997, secondo il quale l'alleanza s'impegnava a non impiegare un numero significativo di truppe fisse. La soluzione raggiunta in Galles sulla rotazione della composizione delle forze di pronto intervento consentirà di non rompere tale accordo, anche se di fatto le forze dell'alleanza si stanzieranno in maniera permanente ai confini con la Russia.

In parallelo, sette paesi NATO, Gran Bretagna, Danimarca, Norvegia, Paesi Bassi, Lettonia, Estonia e Lituania, giovedì hanno firmato un patto per la creazione della cosiddetta spedizione unica, o forze di pronto intervento in miniatura. Promotrice della costituzione di simile unità è stata Londra. Si suppone che la spedizione unica non si limiterà a compiere azioni militari in difesa degli alleati, ma opererà anche nelle zone colpite da catastrofi naturali e da crisi umanitarie. Nella composizione delle nuove formazioni rientreranno forze di terra, di mare e di acqua. “Questo accordo è un contratto basato su intenti. Nel corso dell'autunno si dovranno svolgere colloqui in merito ai luoghi dove disporre la spedizione unica”, ha spiegato una fonte di RBTH.

Mosca considera le decisioni della NATO pericolose

Secondo l'opinione del rappresentante permanente della Russia alla NATO Aleksandr Grushko, il nuovo corso intrapreso dall'alleanza potrebbe indebolire sostanzialmente la sicurezza regionale e globale. In diretta sul canale Euronews, ha fatto notare che da una parte la NATO sta iniziando le sue preparazioni militari contro la Russia, anche se per questo non c'è ancora nessun motivo. Mentre dall'altra, sta tagliando le possibilità di partnership con Mosca in merito a quelle questioni dove la NATO non potrebbe mai agire sola, senza la collaborazione di altri protagonisti quali la Russia. Grushko ha spiegato le azioni dell'alleanza come fobie, sottolineando che esse non sono curabili con carri armati e dispiegamento di ulteriori contingenti di combattimento.

A sua volta, il capo del Ministero degli Affari Esteri Sergei Lavrov non considera coincidenza il fatto che, proprio dopo gli incontri dei presidenti della Russia e dell'Ucraina a Minsk e l'intervento di Vladimir Putin con il piano di pace in sette punti, a Kiev siano risuonate le richieste sull'indispensabilità di abbandonare il blocco neutro per entrare a fare parte della NATO.

“Alcuni partner occidentali, compreso, purtroppo, uno dei più influenti giocatori, gli Stati Uniti, vogliono che vinca la NATO e che trionfi la situazione in cui è l'America a dettare a tutti la sua volontà - ha messo in evidenza di recente Lavrov a Mosca -. Questa concezione di esclusività, più volte proclamata dal presidente degli USA Barack Obama, non porterà a nulla di buono”.

L'Ucraina otterrà le armi

Infatti, i partecipanti del summit hanno promesso a Petro Poroshenko, giunto in Galles alla riunione della commissione NATO-Ucraina, l'aiuto militare. I principali accordi da parte di una fila di paesi NATO consistono, secondo le parole del presidente ucraino nell'invio di armi “non letali e letali”, armi di precisione incluse. Poroshenko non ha precisato di quali paesi si tratti, né di quale tipo di armi verranno consegnate in Ucraina.

La questione dell'adesione dell'Ucraina alla NATO pare essere rimasta in secondo piano nel corso del summit. Poroshenko in presenza di Rasmussen ha dichiarato che non è ancora arrivato il tempo opportuno per questo: l'Ucraina deve prima attuare le riforme necessarie per compiere il passo. “Quando il paese risponderà a tutti i criteri richiesti, il popolo ucraino deciderà quando e in quali termini avverrà questa adesione”.

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