Ucraina, Putin chiede di aprire un corridoio umanitario

Foto: Reuters

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L’auspicio del presidente della Federazione per evitare “vittime inutili” fra le truppe ucraine accerchiate. E la precisazione: La Russia non si ritiene una delle parti coinvolte nel conflitto. Gli ultimi aggiornamenti della stampa russa sulla crisi in corso

Ieri il presidente ucraino Petro Poroshenko ha annunciato che il territorio del suo paese "è stato di fatto invaso dalle truppe russe", ma che non è stata introdotta la legge marziale. Alcuni esperti ucraini intervistati dal Kommersant ritengono che la dichiarazione di Poroshenko sia un modo per eludere le accuse di disfatta nel sud-est e per alleviare la pressione degli oppositori politici, tra cui Yulia Tymoshenko, la quale ha chiesto l'introduzione della legge marziale nelle regioni di Donetsk e Lugansk. L’analista politico a Kiev, Dmitri Jangirov, ha parlato di una competizione di retorica patriottica tra politici, in vista delle elezioni per la Verkhovna Rada. Secondo il Kommersant, una dichiarazione circa la presunta invasione da parte della Russia è una buona tattica usata da Poroshenko per togliere alla leadership del paese le responsabilità del fallimento dell’"operazione antiterrorismo" nell'est del paese, dove le milizie delle repubbliche sono passate all'offensiva.

 
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Nel frattempo, Alexander Zakharchenko, primo ministro della Repubblica popolare di Donetsk (DNR) ha definito la controffensiva delle milizie una "missione militare a fini umanitari" avente lo scopo di "spingere l'avversario lontano dalle grandi città” e quindi per proteggere la popolazione civile.

Il quotidiano Vzglyad, analizzando le dichiarazioni rilasciate delle autorità ucraine, in base alle quali la Russia avrebbe invaso il territorio vicino, scrive come queste tornino utili a Kiev: i nazionalisti ucraini possono sempre fare riferimento alle circostanze di forza maggiore legate all’invasione da parte dell'esercito russo. Secondo Vzglyad infatti, se la Russia decidesse di impiegare su larga scala le forze armate, i combattimenti si svolgerebbero in modo completamente diverso: nel territorio ucraino sarebbero presenti grandi colonne di veicoli corazzati e unità di sicurezzatali da non passare inosservate. La redazione cita le parole del Vice Presidente del Comitato della Duma di Stato per la difesa Franz Klintsevitcha, secondo il quale, “in caso di una vera e propria invasione da parte della Russia sul territorio dell’Ucraina, noi (truppe russe) avremmo già quasi raggiunto Kiev. Non si tratta di spavalderia, ma di realtà oggettiva". Secondo Klintsevitcha, se la Russia stesse effettuando operazioni militari nella regione del Donbass, le truppe russe sarebbero facilmente riconoscibili per l’utilizzo di blindati moderni e per la potenza della propria aviazione e artiglieria".

Nel frattempo, il presidente russo Vladimir Putin ha reagito ai successi militari raggiunti dalle “milizie della Nuova Russia” a Mariupol, rivolgendosi al loro leader con la richiesta di “aprire un corridoio umanitario per i soldati ucraini che sono stati circondati, per evitare vittime inutili". Allo stesso tempo, Putin ha osservato che le milizie "hanno portato a termine con successo" l'operazione militare per frenare il potere di Kiev. Secondo quanto scrive Gazeta.ru, le affermazioni di Putin dimostrano che la posizione ufficiale della Russia nei confronti dell’Ucraina e delle Repubbliche non riconosciute del Donbass rimane la stessa: la Russia non si ritiene una delle parti coinvolte nel conflitto, auspica una soluzione pacifica ed è disposta a fornire assistenza umanitaria su larga scala.

In tutto questo né Putin né altri rappresentanti del Cremlino hanno reagito alle dichiarazioni rilasciate da Poroshenko circa l'invasione da parte delle truppe russe. Secondo gli esperti intervistati da Gazeta.ru, "Kiev non ha alcuna prova concreta, quindi non c’è bisogno di rispondere”. L’analista politico Alexei Makarkin ritiene che l'escalation di tensione nelle relazioni russo-ucraine sia iniziata in seguito al vertice tenutosi a Minsk: non avendo portato a risultati significativi, ha fatto sì che si ricercassero nuovi argomenti, tra i quali l'offensiva militare ucraina e la controffensiva delle milizie. “Normalmente si fa una distinzione tra diplomazia e pressione militare. Nello stesso tempo per ottenere dei progressi diplomatici, spesso si ricorre alla pressione militare”, sostiene Makarkin.

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