Nuova escalation di tensione tra Russia e Ucraina

Il presidente russo Vladimir Putin, insieme alla cancelliera tedesca Angela Merkel e al neoeletto presidente ucraino Petro Poroshenko (Foto: Photoshot/Vostock-Photo)

Il presidente russo Vladimir Putin, insieme alla cancelliera tedesca Angela Merkel e al neoeletto presidente ucraino Petro Poroshenko (Foto: Photoshot/Vostock-Photo)

Dopo i disordini e l’assalto all’ambasciata russa a Kiev, si intensifica il malumore tra i due paesi. Il ministro russo degli Esteri Lavrov chiede di punire i colpevoli. E non si esclude l’inizio di una nuova fase nella guerra del gas

Pietre ed esplosivi contro l’ambasciata russa a Kiev. Bandiere strappate e caos in strada. Con l’assalto all’ambasciata russa di Kiev dello scorso fine-settimana, c’è il rischio di un ulteriore peggioramento nelle relazioni tra Russia e Ucraina. Gli avvenimenti nella capitale ucraina, infatti, sono stati percepiti in modo molto negativo in Russia: il ministero russo degli Affari esteri ha espresso la propria indignazione per l’inerzia delle autorità cittadine e per le parole offensive pronunciate dal ministro ucraino degli Affari esteri Andriy Deshchytsia nei riguardi del presidente russo. Gli esperti ritengono che le relazioni tra i due paesi siano entrate in una nuova fase e che il “ritorno alla normalità” appaia ormai poco probabile.

L’assalto all’ambasciata russa

Il ministero russo degli Affari esteri ha vigorosamente condannato le autorità ucraine per l’“accondiscendenza” dimostrata e la “grave violazione degli accordi internazionali”, in primo luogo della Convenzione di Vienna che garantisce l’inviolabilità delle missioni diplomatiche. Le parole del ministro ucraino degli Affari esteri Andriy Deshchytsia nei confronti del presidente russo sono state criticate altrettanto energicamente dalla controparte russa. Inoltre, il responsabile della Commissione degli Affari esteri della Duma, Alexey Pushkov sul suo account Twitter ha consigliato al presidente Petro Poroshenko di rimpiazzare in tempi rapidi Deshchytsia. “Non ha alcun controllo della situazione né di sé stesso” ha dichiarato il parlamentare.

La reazione delle potenze mondiali nei confronti degli incidenti all’ambasciata russa suscita altrettanta incomprensione da parte della Russia: le agenzie diplomatiche europee e americane hanno condannato l’assalto all’ambasciata, ma hanno bocciato la proposta russa presentata al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di adottare un’adeguata dichiarazione. “A livello nazionale hanno condannato questo assalto, in quanto non farlo avrebbe significato approvare le aggressioni contro le ambasciate, specificatamente occidentali, in tutto il mondo” ha dichiarato Alexey Poushkov nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano Kommersant. “In ogni caso, a livello di Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, appoggiare la proposta russa equivarrebbe a condannare l’inerzia di Kiev, mentre l’Occidente di fatto ha deciso di appoggiare incondizionatamente tutte le decisioni delle autorità ucraine”.

Mosca ha già dichiarato che la Russia non ha intenzione di rompere i rapporti diplomatici con Kiev dopo questo incidente. In ogni caso, Mosca minaccia il suo partner di sanzioni economiche. Nel frattempo, Sergei Lavrov dice di aver inviato al ministero ucraino degli Affari esteri una nota con la quale sottolinea la necessità di punire i colpevoli e risarcire i danni.

La guerra del gas entra in una nuova fase

Dopo due mesi di trattative infruttuose tra Russia e Ucraina, con la partecipazione della Commissione europea, i due paesi si apprestano quindi a entrare in una nuova fase della guerra del gas: la restrizione degli approvvigionamenti. Lunedì mattina, Gazprom ha comunicato il regime di pagamento anticipato per l’Ucraina, e questo potrebbe determinare seri problemi nelle consegne del gas russo anche all’Europa. In ogni caso, gli esperti stimano che la situazione delle forniture si potrà aggravare in maniera considerevole soltanto in autunno, quando l’Ucraina avrà esaurito le sue riserve di gas russo. Dopo il flop dei negoziati con Kiev al riguardo del gas, la holding russa Gazprom ha fatto richiesta al Tribunale arbitrale di Stoccolma di una cifra complessiva di 3,5 miliardi di euro. Naftogaz, a sua volta, ha presentato un esposto chiedendo risarcimenti per 4,5 miliardi di euro, corrispondenti al surplus di spesa per il gas consegnato dal monopolio all’Ucraina dal 2010 a oggi.

“Indubbiamente, le guerre per il gas con l’Ucraina ricominceranno: ciò va nell’interesse di alcuni attori principali, in primo luogo gli Stati Uniti, per i quali la Russia deve risultare poco affidabile come fornitore di gas in Europa”, ci ha spiegato il direttore del dipartimento dell’economia regionale e della geografia economica dell’EHESE, Alexei Skopkin. La guerra del gas non ha ancora raggiunto questo stadio di criticità, e ciò lascia alle parti in causa un margine di manovra per portare avanti le trattative. Dopo l’assalto all’ambasciata russa di Kiev, Mosca ha dichiarato che il nuovo governo locale sarà sottoposto a sanzioni economiche. L’esperto suppone che l’Ucraina, prima di ogni altra cosa, perderà terreno sul mercato dei prodotti agricoli.

“Per l’economia russa le perdite saranno minime, perché lo Stato dispone di risorse alternative per approvvigionarsi, mentre l’Ucraina in Russia perderà il 15 per cento delle sue esportazioni” spiega Skopkin. Quale soluzione per le relazioni tra Russia e Ucraina? Le tensioni nei rapporti tra i due paesi sono ancor più esacerbate dagli arresti dei giornalisti russi, diventati di questi tempi ordinari. Inoltre, sabato scorso, i corrispondenti dell’emittente televisiva Zvezda sono stati arrestati per la seconda volta. In precedenza, anche un altro gruppo di corrispondenti della catena televisiva era stato arrestato a Slavinask e accusato di spionaggio. Al loro rientro in Russia, i giornalisti avevano riferito di essere stati rinchiusi in un locale mal ventilato, di essere stati lasciati senza acqua e di essere stati picchiati dai servizi speciali ucraini. Alcuni politologi credono che nel momento in cui l’Ucraina è diventata l’epicentro della politica mondiale, le critiche nei confronti della Russia e la politica di deterioramento dei rapporti con Mosca siano diventate per Kiev il presupposto stesso per lo sviluppo delle sue relazioni con gli altri paesi.

A sua volta, anche il direttore dell’Istituto di valutazioni strategiche Alexandr Konovalov ritiene che la Russia di fatto sia ostaggio delle sue stesse decisioni. “In un certo senso, Mosca è caduta nella trappola messa a punto con le sue stesse mani. Ormai, le persone che si dichiarano separatiste e sono appoggiate dalle forze russe di orientamento patriottico, si aspettano che il nostro paese invii soldati nel sud-ovest del paese, o quanto meno che esso garantisca un appoggio attivo ai separatisti, nello specifico per ciò che concerne la fornitura di armi” ci ha spiegato Konovalov. Quest’ultimo ha sottolineato che, per ristabilire le relazioni con la comunità internazionale, Mosca deve prima di tutto riconoscere ufficialmente il governo di Kiev ed evitare le provocazioni, come quella di rilanciare la “guerra del gas” e di sospendere le forniture dello stesso in Europa.

“Queste iniziative sarebbero distruttive per la Russia da un punto di vista politico. Sono proprio l’errore che ci si aspetta che commettiamo”, ha sottolineato Konovalov. La Russia non prevede di rompere i rapporti diplomatici con l’Ucraina in seguito all’assalto contro la sua ambasciata. Ma, spiega ancora Konovalov, la cooperazione con Kiev passerà alla fase di collaborazione con uno “Stato ostile” e potrebbe condurre alla restrizione della libertà di circolazione tra i due paesi. E questi provvedimenti potrebbero essere soltanto i primi nel nuovo capitolo delle relazioni tra russi e ucraini.

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