Per quanto riguarda i punti di approvvigionamento materiale e tecnico, l’unica struttura che la Russia possiede all’estero si trova nel porto di Tartus, nel Nord della Siria (Foto: mil.ru)
"La Russia circonda gli Stati Uniti di basi militari”. “Basi militari russe nei pressi di Washington”. Questi e altri titoli simili hanno invaso, un paio di settimane fa, la stampa occidentale. Ciò succedeva dopo che il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu, in una conversazione con i giornalisti, aveva dichiarato che Mosca starebbe rafforzando i suoi legami tecnico-militari con una serie di Paesi esteri e che nuove basi russe potrebbero comparire presto, oltre che a Cuba e in Vietnam, sulle Seychelles, a Cipro, a Singapore, in Venezuela e in Nicaragua. Poco dopo, sulla stampa occidentale, compariva la notizia secondo cui anche in Argentina sarebbe sorta una base militare russa.
La notizia riguardante la costruzione di una base militare russa in Venezuela è stata subito smentita dal Ministero degli Esteri venezuelano. Le smentite sono arrivate successivamente anche dal ministro degli Esteri del Nicaragua. Dopodiché, il viceministro della Difesa russo Anatoly Antonov è intervenuto per chiarire la posizione della Russia in merito alle sue basi militari in America Latina.
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La verità sulle manovre di confine |
“Non abbiamo nessuna necessità di possedere, in questi Paesi, basi permanenti della marina e aeronautica militare”, ha dichiarato Antonov. Tuttavia, secondo il Viceministro, si sta discutendo la possibilità di istituire nei territori di Cuba, Venezuela e Nicaragua dei punti di approvvigionamento materiale e tecnico per le navi russe.
“Siamo interessati a creare tutte le condizioni necessarie per rifornire d’acqua e viveri le nostre navi che si trovano a una distanza importante dalle coste russe e dare ai nostri marinai la possibilità di riposarsi”, ha detto il viceministro della difesa russo, che ha inoltre osservato che la creazione di tali condizioni potrebbe vedersi necessaria anche per fornire assistenza agli aerei a lungo raggio.
Qual è la differenza fondamentale tra una base militare e un punto di approvvigionamento materiale e tecnico? In poche parole: se in una base militare è presente un gran numero di truppe, attrezzature militari e armi, in un punto di approvvigionamento materiale e tecnico non ci sono né truppe, né attrezzature militari, né armi. A seconda delle attività del punto di approvvigionamento materiale e tecnico vi sono solo poche decine di specialisti e strutture di bunkeraggio (rifornimento d’acqua, carburante, lubrificanti e liquidi funzionali) per navi o aeromobili in arrivo, e una piccola officina, mobile o fissa, in grado di eseguire riparazioni urgenti.
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La potenza del MiG-25 |
Le basi americane
Ecco alcuni esempi per essere più chiari. Gli Stati Uniti hanno basi militari sull'isola giapponese di Okinawa. A Okinawa troviamo schierati truppe terrestri, aeree e marittime, sistemi di difesa aerea, centri di comunicazione del Pentagono, compreso il comando del quinto reggimento delle forze dell’aviazione militare statunitense, trentasei caccia F-16 e cinquantaquattro caccia F-15 (e altri in grado di trasportare armi nucleari), una dozzina e mezza di aerocisterne KC-135, una squadriglia di AWACS (sistemi di allarme e controllo aviotrasportato), diverse altre apparecchiature di combattimento e di approvvigionamento e un totale di 13,5 mila persone.
Sempre in Giappone vi è poi anche la base navale americana di Yokosuka, collocata nei pressi di Tokyo. Essa ospita il quartier generale della Settima flotta del Pacifico degli Stati Uniti e 5mila soldati. Gli Stati Uniti possiedono basi militari simili a queste in tutto il mondo, per un totale di oltre sessanta strutture: in Europa, Asia, Australia e in America centrale e meridionale.
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Le basi russe
Anche la Russia possiede basi militari all'estero. Tuttavia, esse sono tutte situate in prossimità dei suoi confini, nei territori delle ex repubbliche sovietiche. Una delle più grandi è la base 201 in Tagikistan, situata in tre città: a Dushanbe, Kulob e Kurgan-Tyube. Fino a poco tempo fa ospitava solo le 5mila unità della brigata della fanteria motorizzata. Attualmente, però, man mano che si avvicina il ritiro delle truppe della Nato e degli Stati Uniti dall'Afghanistan e aumenta il rischio di una possibile penetrazione di organizzazioni terroristiche radicali in Asia centrale, la sua composizione è stata rafforzata e portata a quella di una struttura divisionale. Stiamo parlando di circa 9 mila persone. La base ospita diversi reggimenti: carristi, unità motorizzate e antiaeree, battaglioni di comunicazione, unità di intelligence, corpi del genio e di approvvigionamento materiale e tecnico, e così via. La base 201, in caso di necessità, fornirà supporto alla base militare dell’aeronautica russa della città chirghisa di Kant, dove sono disposti gli aerei di assalto Su-25, i caccia MiG-29, gli aerei da trasporto militare Il-76 e diversi elicotteri.
Tanto la base 201 quanto la base della città di Kant rientrano nel sistema dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (Csto), che, oltre alla Russia, include anche l’Armenia, la Bielorussia, il Kazakistan, il Kirghizistan e il Tagikistan. In ciascuno di questi Stati, poi, vi sono anche altre basi militari russe: in Bielorussia troviamo una base per l’aviazione, una stazione di allerta per eventuali attacchi missilistici e un centro di comunicazione a lunga distanza; in Armenia sorge la base 104 (fanteria motorizzata, aviazione, sistemi di difesa antiaerea); in Tagikistan, oltre alla base 201, c’è la stazione di Nurak responsabile del controllo ottico dello spazio; in Kirghizistan troviamo centri di comunicazione e la stazione sperimentale sul lago di Ysykköl; in Kazakhstan, infine, sorge il poligono di Sary Shagan, dove viene testata la tecnologia antiaerea.
Fino a poco tempo fa, la Russia possedeva anche la base navale "estera" della Flotta del Mar Nero di Sebastopoli. Ora, però, sia la Crimea che Sebastopoli fanno parte del territorio russo di modo che il nostro Paese non ha più, in questa regione, una base militare; vi sono semplicemente il quartier generale e parte della Flotta del Mar Nero della Russia, i quali verranno presto perfezionati e completati con nuove navi, aerei e altre nuove apparecchiature di combattimento.
Non dobbiamo dimenticarci poi le due basi militari russe in Abcasia e Ossezia del Sud che ospitano entrambe circa 5.500 persone appartenenti alla brigata della fanteria motorizzata. Si trovano nel Caucaso sulla base di accordi bilaterali al fine di evitare il ripetersi degli eventi del 2008.
I punti di approvvigionamento russi
Per quanto riguarda i punti di approvvigionamento materiale e tecnico, l’unica struttura che la Russia possiede all’estero si trova nel porto di Tartus, nel Nord della Siria. Qui, fino a poco tempo fa, sorgeva un’officina galleggiante, container con riserve di carburante, materiali lubrificanti e altri liquidi funzionali, parti di ricambio per effettuare eventuali riparazioni impreviste delle imbarcazioni che entrano nel porto e trenta/quaranta esperti civili in grado di realizzare suddette riparazioni. Il punto di approvvigionamento materiale e tecnico era gestito da un ufficiale del grado di capitano di secondo rango. Oltre a lui, a Tartus, non c’erano altri militari russi.
Ora che le navi militari russe, dopo una lunga pausa, solcano di nuovo l'oceano mondiale e che, come le navi Usa e Nato, pattugliano le principali vie di trasporto, la marina nazionale russa necessita di questi punti di approvvigionamento materiale e tecnico. I marinai dovrebbero avere la possibilità di sostare in un porto familiare, rifornire le riserve di viveri, carburante e acqua potabile, riposarsi e infine sentire sotto i loro piedi la terra ferma e non un ponte oscillante.
Non è necessario possedere un punto di approvvigionamento materiale e tecnico come quello di Tartus in ciascuno dei Paesi con accesso al mare con cui la Russia intrattiene un rapporto amichevole, anche se sarebbe auspicabile. Naturalmente, è possibile rifornirsi di carburante, acqua fresca, liquidi funzionali e viveri in qualsiasi porto, ma è piuttosto costoso. Quando si può contare su un punto di approvvigionamento materiale e tecnico, invece, tutto è molto più economico.
La creazione di punti di approvvigionamento materiale e tecnico al di fuori dei confini della Russia è il risultato di negoziati bilaterali. Questi punti non richiedono la presenza di truppe russe né possono influire in nessun modo sulla politica interna e internazionale dei Paesi in cui si trovano. La loro creazione è un'espressione della buona volontà e dell'interesse economico di uno Stato piuttosto che di un altro.
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