Il futuro della Crimea

La Crimea si prepara a passare sotto la giurisdizione della Russia: valuta, carte di credito, passaporti e documenti saranno quindi sottoposti a dei mutamenti (Foto: Reuters)

La Crimea si prepara a passare sotto la giurisdizione della Russia: valuta, carte di credito, passaporti e documenti saranno quindi sottoposti a dei mutamenti (Foto: Reuters)

Come si prepara la penisola a passare sotto la giurisdizione della Russia. Cambiamenti che non riguarderanno solamente la valuta, la legislazione e i passaporti, ma interesseranno anche tossicodipendenti e detenuti

Le celebrazioni per l’annessione della Crimea alla Russia sono durante un’intera settimana. Ora si sono concluse. E la penisola si prepara a passare sotto la giurisdizione della Federazione. Anche valuta, carte di credito, passaporti e documenti saranno quindi sottoposti a dei mutamenti. A causa della rilevante differenza esistente tra la normativa russa e quella ucraina, i cambiamenti legislativi toccheranno anche i tossicodipendenti che seguono attualmente programmi di terapie palliative, non consentiti nel territorio russo, e i detenuti che scontano la loro pena nelle prigioni della Crimea.

La diagnosi è unica, ma i metodi di cura sono diversi 

L’annessione della Crimea alla Russia potrebbe bloccare temporaneamente i programmi locali per la lotta alla tossicodipendenza. Ciò potrebbe verificarsi a causa delle differenze presenti nelle legislazioni dei due Paesi: in Russia sono vietate le terapie palliative, utilizzate invece da tempo nel territorio ucraino. Il discorso riguarda quasi 800 tossicodipendenti, che già da parecchi anni ricevono legalmente il metadone nell’ambito di un programma di somministrazione delle terapie palliative.

Nell’ambito di questo programma la tossicodipendenza è valutata come una malattia cronica. Il paziente che non è grado di liberarsi autonomamente dalla dipendenza dalla droga, va regolarmente in ambulatorio dove riceve, sotto controllo medico, farmaci palliativi come il metadone e la buprenorfina. Tali terapie palliative, approvate dall’Organizzazione mondiale della sanità e dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (Unodc) vengono somministrate in 60 paesi a circa 1 milione di pazienti. I medici sottolineano che grazie a esse si riduce il livello di criminalità poiché i tossicodipendenti non hanno la necessità di procurarsi gli stupefacenti ricorrendo a metodi illegali. In Russia le terapie palliative e la somministrazione del metadone a fini medici sono invece vietate.

Le opinioni dei medici della Crimea e di Sebastopoli sull’eventualità di introdurre un programma di terapie palliative sono discordi. “Non è certo l’unico metodo di cura per le tossicodipendenze”, dichiara Vladimir Stroevskij, direttore sanitario del dispensario tossicologico della Repubblica di Crimea. A detta di Stroevskij, il programma di terapie palliative in Crimea sarebbe un progetto pilota a cui le autorità potrebbero a rinunciare a favore dei metodi di cura consentiti in Russia. Gli psicoterapeuti della Crimea esortano, però, al contrario, il governo russo a non bloccare la somministrazione di metadone ai pazienti che ne traggono beneficio. “Forse non conviene ampliare il programma, ma occorrerebbe pensare a come garantire i farmaci necessari a chi già sta seguendo il programma”, osserva lo psicoterapeuta Mikhail Segalov. “In Bielorussia questo programma è legale. Se la Repubblica di Crimea, in quanto parte rilevante della Russia, e quindi membro dell’Unione doganale, risolverà tempestivamente la questione della fornitura di farmaci, non ci saranno problemi”.


I cambiamenti legislativi interesseranno anche i tossicodipendenti che seguono programmi di terapie palliative, alcuni dei quali non sono consentiti nel territorio russo (Foto: PhotoXPress)

Bandiere sulle prigioni

I cambiamenti legislativi non toccheranno soltanto i tossicodipendenti che seguono programmi di cura. Anche due prigioni, un istituto di correzione e un centro di detenzione Sizo, ubicati nel territorio della Crimea, afferiranno al Servizio penitenziario federale russo. Tuttavia, non è stato ancora messo a punto nessun meccanismo di trasferimento dei detenuti dalla giurisdizione di uno Stato all’altro.

Dopo che le prigioni della Crimea saranno diventate russe, i detenuti dovranno tutti indossare un’unica uniforme. E dovranno osservare le norme del regolamento elaborate per gli istituti penitenziari russi che differiscono in certa misura da quelle vigenti in Ucraina. In particolare, i detenuti russi hanno più tempo a disposizione per la passeggiata in cortile, mentre quelli ucraini ne hanno di più per i programmi televisivi e le telefonate. I condannati avranno anche il diritto di ottenere la cittadinanza russa.

In base all’articolo 5 sull’ammissione della Repubblica di Crimea nella Federazione Russa, tutti i cittadini che risiedono sul suo territorio, automaticamente sono ritenuti cittadini russi e ciascuno deve decidere se accettare o meno la nuova cittadinanza. La questione della procedura per la concessione di passaporti russi ai condannati per il momento non è stata ancora presa in esame, ma, come annunciato dalle autorità, dovrebbe essere risolta nell’immediato.

Inoltre, non è ancora chiaro quale sarà la sorte dei club di football locali, “Tauride” (di Simferopoli) e “Sebastopoli”. I rappresentanti delle squadre hanno già dichiarato che lasceranno la Premier League ucraina, anche se è assai improbabile che riusciranno a passare automaticamente alla League russa. Infine, il 30 marzo l’intera penisola subirà un cambiamento radicale: la Crimea passerà dall’attuale fuso orario ucraino a quello di Mosca. Attualmente la differenza è di due ore.   

L'articolo è stato realizzato sulla base di materiali tratti da Moskovskij Komsomolets, Ria Novosti e Kommersant

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