Gas, nessun rischio per l'Europa

Fonti vicine a Gazprom hanno assicurato che per ora le forniture di gas russo che attraverso l’Ucraina transitano verso l’Europa non sono a rischio (Foto: Itar Tass)

Fonti vicine a Gazprom hanno assicurato che per ora le forniture di gas russo che attraverso l’Ucraina transitano verso l’Europa non sono a rischio (Foto: Itar Tass)

Ucraina, una delle questioni di maggiore importanza per l'immediato futuro è economica: che effetti avrà la situazione del Paese sulle forniture?

All'inizio di marzo, come era stato previsto, Mosca ha reso noto che lo sconto concesso all'Ucraina sul prezzo del gas non verrà prorogato. L'accordo sullo sconto era stato raggiunto a metà dello scorso dicembre. Le parti avevano concordato che la Russia avrebbe concesso all'Ucraina un credito di 15 miliardi di dollari (ne sono stati poi erogati solo tre). Si supponeva che Kiev avrebbe impiegato una parte dei mezzi così ottenuti per saldare i propri debiti con la società Gazprom. Lo sconto avrebbe dovuto essere rinnovato ogni trimestre per mezzo di accordi supplementari. L'Ucraina ha cominciato a ricevere il gas russo a condizioni agevolate, al prezzo di 268,5 dollari per mille metri cubi, anziché 415 dollari, a partire dal primo gennaio 2014.

La compagnia ucraina Naftogaz già dalla fine di febbraio non è più stata in grado di pagare il gas proveniente dalla RussiaLe nuove condizioni di fornitura sono state mitemente accettate da Kiev; ad annunciarle è stato lo stesso presidente russo Vladimir Putin: "Vi abbiamo dato dei soldi, abbiamo ribassato il prezzo del gas, ma i pagamenti non sono arrivati". Secondo fonti vicine alle trattative tra le due parti, al momento la somma dovuta dalla Naftogaz ammonta a poco più di due miliardi di dollari.   

L'Ucraina verrà aiutata a saldare il suo debito

Per ora non si ha un quadro chiaro di come potrà evolversi la situazione. La Russia, per mezzo della stessa Gazprom o del governo, è disposta a concedere alla Naftogaz un nuovo credito dell'importo di 2-3 miliardi. Le autorità ucraine hanno lasciato intendere di contare su questo denaro. Nel frattempo sono in corso delle trattative tra il governo ucraino e il Fondo Monetario Internazionale per l'investimento di almeno 14 miliardi di dollari a sostegno dell'intero sistema economico ucraino. Questo processo, però, potrebbe richiedere parecchie settimane. Ottenere un credito consentirebbe all'Ucraina di pagare il gas russo almeno per i prossimi due mesi. I nuovi governanti del paese fanno intendere che non preleveranno il gas russo senza autorizzazione, poiché temono di deteriorare i rapporti con l'Europa.   

Il gas russo soddisfa all'incirca un terzo della domanda dei consumatori europei. La metà di questo volume viene fornita attraverso il sistema di gasdotti ucraini. La portata del sistema è di 288 miliardi di metri cubi di gas in entrata, e di 178,5 miliardi di metri cubi di gas in uscita, 142,5 dei quali sono diretti in Europa. L'anno scorso l'Ucraina ha importato 27,9 miliardi di metri cubi di gas, mentre la restante quantità, pari a 86,1 miliardi di metri cubi, è stata trasportata in Europa attraverso il suo territorio. I governi europei hanno fatto capire di avere interesse a che le forniture di gas russo attraverso l'Ucraina rimangano stabili. Il commissario europeo per l'Energia Günther Oettinger ha dichiarato che nel pacchetto di aiuti finanziari di emergenza all'Ucraina che è stato discusso a Bruxelles, dell'entità di 610 milioni di euro, saranno inclusi anche i mezzi per il saldo parziale del debito del gas. Anche le autorità americane hanno annunciato la loro disponibilità a concedere crediti a Kiev per un miliardo di dollari. L'Ucraina, per parte sua, sta cercando di ridurre la propria dipendenza dal gas russo: attualmente sono in corso delle trattative per una possibile fornitura "reverse flow" dalla Slovacchia, che consentirebbe all'Ucraina di ricevere circa 10 miliardi di metri cubi di gas.    

La più grande compagnia energetica europea, la RWE, ha dichiarato di "considerare Gazprom come un partner affidabile". La compagnia ha però subito precisato: "Non intendiamo fare alcun pronostico sugli sviluppi futuri, che non siamo in grado di prevedere". I consumatori europei, a quanto pare, hanno deciso di prendere le loro precauzioni: le statistiche mostrano che dall'inizio di marzo il prelievo di gas dal gasdotto ucraino ha subito un forte incremento. I paesi più vulnerabili, come ad esempio la Bulgaria, che riceve attraverso il gasdotto ucraino l'85 per cento del gas che importa, ha addirittura cominciato a farne scorta iniettandolo nei serbatoi di stoccaggio sotterranei.  

Per l'Europa non vi è alcun rischio

Fonti vicine a Gazprom assicurano che attualmente le forniture di gas russo all'Europa che transitano attraverso il territorio dell'Ucraina non sono a rischio. "L'Europa è un partner strategico di Gazprom. La situazione attuale dell'Ucraina non è tale per cui il paese possa permettersi di esasperare i rapporti con Gazprom e con l'Europa; pertanto, abbiamo motivo di credere che non vi sia alcun rischio per gli utenti occidentali", spiega un alto manager della compagnia monopolista russa. Una fonte del Ministero dell'Energia ricorda che la sospensione del trasporto del gas provocata dall'Ucraina nel 2009 costò alla monopolista russa 3 miliardi di sanzioni finanziarie. "Ma una questione ancor più spinosa è quella della reputazione. La situazione è già complessa, considerate le rivendicazioni della Commissione Europea; si sta discutendo del Terzo pacchetto energetico. Gazprom sta investendo denaro per incrementare le estrazioni per il mercato europeo, perciò non è ammissibile che quella situazione si ripeta", spiega il funzionario russo. Tanto più che Mosca ormai da tempo ha compreso la necessità di diversificare le forniture di gas all'Europa: il trasporto attraverso il gasdotto Nord Stream, inaugurato l'anno scorso, quest'anno dovrà superare i 20 miliardi di metri cubi. Inoltre, Gazprom prosegue le trattative per concordare con i governi europei anche un altro progetto, il South Stream, che le consentirà di esportare il gas in Europa trasportandolo sul fondale del Mar Nero.  

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