Kiev, le preoccupazioni di Mosca

Mosca si dice preoccupata per l’evolversi della situazione in Ucraina (Foto: Reuters)

Mosca si dice preoccupata per l’evolversi della situazione in Ucraina (Foto: Reuters)

In un comunicato del ministero degli Esteri, l'analisi della situazione a Kiev. Un invito alle parti affinché continui il dialogo. E il richiamo ai partner occidentali

Il Ministero degli Esteri russo ha emesso un comunicato dai toni molto aspri. Oggetto: la preoccupazione di Mosca per l’evolversi della situazione in Ucraina. Un testo in cui si denunciano i tentativi di violazione dei diritti dei cittadini di origine russa e delle altre minoranze etniche e anche l’aspirazione da parte di “alcuni partner occidentali” di realizzare nelle attuali condizioni d’instabilità del paese le proprie ambizioni politiche. Nel comunicato, inoltre, le autorità diplomatiche russe rilevano come, malgrado l’Accordo siglato il 21 febbraio, la situazione in Ucraina continui a essere instabile: “Gli insorti non sono stati disarmati, si rifiutano di lasciare le strade delle città, che di fatto controllano, e di liberare gli edifici amministrativi, mentre gli atti di violenza continuano”.

Particolare scontento ha suscitato il fatto che una schiera di politici occidentali abbia sostenuto la proposta di indire le elezioni presidenziali in Ucraina nel mese di maggio, e non una volta concluso il processo di riforme costituzionali, secondo quanto stabilito nell’Accordo del 21 febbraio. “Affinché la riforma si realizzi con successo è necessario che vi partecipino tutte le forze politiche ucraine in campo, insieme alle regioni del paese, e che i suoi esiti vengano sottoposti al giudizio di un referendum popolare” ribadiscono al Ministero degli Esteri russo. A tale proposito Mosca ricorda ai politici di Kiev la necessità di tener conto dell’opinione delle autorità delle province dell’Ucraina, della Crimea e di Sebastopoli dove vive la popolazione di lingua russa e sono in gran numero i sostenitori del presidente Viktor Janukovich. Si tratta in sostanza di un appello a non accelerare il processo di polarizzazione della società ucraina e di dissoluzione del paese.

Al contempo, Mosca mette in dubbio la legittimità delle ultime decisioni adottate dal parlamento ucraino: “In nome di una “coerenza rivoluzionaria”, vengono emanati “leggi” e “provvedimenti” che contemplano la violazione dei diritti dei russi e delle altre minoranze etniche che risiedono nel territorio ucraino”. I dicasteri di politica estera russi focalizzano l’attenzione sugli ultimi provvedimenti costituzionali adottati dalle nuove autorità di Kiev  che “mirano al quasi totale divieto dell’uso della lingua russa, alla lustrazione e all’eliminazione dei partiti e delle organizzazioni politiche, alla chiusura dei media dissenzienti e a una liberalizzazione della propaganda dell’ideologia neonazista”.

A preoccupare la Russia è la tendenza violenta degli oppositori del presidente Janukovich e “il nuovo corso orientato a soffocare con metodi dittatoriali, e a tratti terroristici, il dissenso nelle regioni dell’Ucraina”, avverte il Ministero degli Esteri della Federazione Russa, rilevando, inoltre, che una simile evoluzione degli eventi “costituisce una minaccia al mondo civile, alla stabilità sociale e alla sicurezza dei cittadini”. In un punto a parte del comunicato si dice che nella posizione di alcuni paesi occidentali è evidente non tanto la preoccupazione per le sorti dell’Ucraina, quanto un calcolo geopolitico  unilaterale e l’aspirazione a realizzare con metodi violenti una trasformazione del potere sotto la copertura dell’Accordo del 21 febbraio.

La Russia esorta a “trovare un comune consenso nell’interesse della pacificazione nazionale” e rivolge a tutte le forze coinvolte nella crisi ucraina un appello alla massima responsabilità per scongiurare un ulteriore peggioramento della situazione, avviare il ripristino della legalità e non consentire l’insediamento al potere di forze estremiste.

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