Netta la posizione di condanna della Russia nei confronti delle violenze che stanno scuotendo l’Ucraina (Foto: Reuters)
E alla fine arriva l'ipotesi di un accordo. Elezioni anticipate e governo provvisorio. E, soprattutto, arriva una speranza. Che le strade di Kiev smettano di essere bagnate dal sangue. La questione ucraina giunge a una svolta. Una decisione in cui hanno influito le diplomazie mondiali. Perchè la situazione diventava insostenibile, violenza cieca, 101 morti, l'abbandono e la dismissione del terreno della democrazia.
Dopo una notte di incontri e discussioni, il presidente dell'Ucraina, Viktor Yanukovich, ha annunciato il ritorno della Costituzione del 2004. In sostanza, una limitazione dei poteri presidenziali. Inoltre ha assicurato l'avvio di un processo per dar vita a un governo di unità nazionale e convocare al più presto nuove elezioni. Il punto è che per adesso non c'è nessuna data. Una questione dirimente, che non piace agli attivisti in piazza che rifiutano il compromesso di un voto presidenziale anticipato a settembre 2014 e chiedono dimissioni subito.
Le delegazioni che hanno condotto i negoziati per uscire dalla crisi hanno insistito per un accordo ''temporaneo''. E l'intesa è stata negoziata a un tavolo che vede presente anche la Russia. Ed era stata netta la posizione della Federazione. Prima la condanna delle violenze. Attraverso un comunicato del Cremlino, Putin ha fatto "appello ai Paesi occidentali affinché si astengano dall’incolpare il governo ucraino e, invece, condannino duramente le forze dell’opposizione responsabili di aver organizzato atti di natura illegale, estremista e terroristica”.
Poi la richiesta, di comune accordo con la Germania: “Vladimir Putin e Angela Merkel si sono dichiarati d’accordo sulla necessità di un'azione urgente che contribuisca a stabilizzare la situazione in Ucraina”. Sul tema era intervenuto anche il primo ministro, Dmitry Medvedev: "Continueremo, naturalmente, a collaborare con i nostri partner ucraini in tutti gli ambiti precedentemente concordati e cercheremo di fare tutto il possibile per adempiere ai nostri obblighi, ma perché questo avvenga in Ucraina ci devono essere autorità legittime e in grado di agire, non autorità su cui qualcuno possa pulirsi i piedi”.
Infine, da Bagdad, l'intervento di Sergei Lavrov, ministro degli Esteri della Federazione: "Le capitali europee occidentali non fanno che parlare della necessità di dare libertà di scelta al popolo ucraino, ma poi aggiungono rapidamente che questa scelta dovrebbe essere fatta in favore dell'Europa e dell'Unione Europea". Ancora: "L'obiettivo, infatti, è quello di imporre questa scelta sulla leadership ucraina. La nostra posizione è che tutti gli attori esterni e l'opposizione ucraina dovrebbero immediatamente e categoricamente prendere le distanze dagli estremisti e dai radicali".
L'articolo è stato redatto sulla base di materiali tratti da Interfax e Ria Novosti
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