La seconda conferenza internazionale dei Paesi donatori per la Siria (Foto: AP)
Mosca sostiene gli sforzi internazionali intrapresi per aiutare il popolo siriano afflitto dalla guerra. Nel 2014, Mosca destinerà alle agenzie umanitarie delle Nazioni Unite 4 milioni di dollari. Lo ha dichiarato il rappresentante della delegazione russa alla seconda conferenza internazionale dei Paesi donatori per la Siria, tenutasi nella Città del Kuwait il 15 gennaio 2013. Nel frattempo, i funzionari delle Nazioni Unite ricordano che nessun tipo di aiuto economico potrà mai liberare del tutto i siriani dalla sofferenza. Solo la pace potrà farlo.
Gli aiuti durante l'emergenza. Il capo della delegazione russa, l'ambasciatore russo in Kuwait Alexei Solomatin, intervenuto alla conferenza dei Paesi donatori, ha reso noto che nel periodo 2012-2013, la Federazione russa ha destinato più di 20 milioni di dollari per aiutare gli sfollati e i rifugiati siriani e si è occupata della fornitura diretta di farmaci alla Siria. Coinvolta attivamente nell’attività di assistenza umanitaria anche la Chiesa ortodossa russa, che ha raccolto circa 1,7 milioni di dollari. È interessante notare come la Russia stia fornendo assistenza umanitaria al popolo siriano, nonostante, nel 2013, abbia sofferto catastrofiche inondazioni che hanno colpito 200mila persone nel proprio Estremo Oriente.
Sinergia con le Nazioni Unite. L'ambasciatore ha confermato la disponibilità della Russia a continuare la cooperazione con le agenzie delle Nazioni Unite e l’assegnazione di fondi. Il capo della delegazione russa ha comunque ricordato che la questione degli aiuti agli sfollati e ai profughi siriani è molto politicizzata e viene usata soprattutto per esercitare pressioni sul governo siriano. Alexei Solomatin ha evidenziato che, nel corso dei contatti ufficiali con Damasco, Mosca sottolinea sempre la necessità di cooperare con le agenzie umanitarie internazionali e le ong, insistendo sull’esigenza di semplificare il più possibile le procedure per l’accesso agli aiuti umanitari. “Grazie ai nostri coerenti sforzi in questa direzione, negli ultimi anni, è stato possibile raggiungere progressi significativi. Gli aiuti hanno incominciato ad arrivare ai bisognosi in maniera più rapida. E il problema del rilascio dei visti per il personale delle agenzie umanitarie internazionali e delle ong è stato praticamente risolto”, ha sottolineato il diplomatico.
Contro le sanzioni. Solomatin ha ricordato, inoltre, le sanzioni che alcuni Paesi hanno imposto contro la Siria. Secondo il diplomatico, queste sanzioni non fanno che influire negativamente sull'economia del Paese e aumentare le sofferenze del popolo siriano. In effetti gli alti funzionari delle Nazioni Unite riconoscono che la situazione in Siria è peggiorata notevolmente rispetto all'anno anteriore e la regione sta vivendo la più grande crisi umanitaria degli ultimi dieci anni. Secondo il segretario generale Ban Ki-moon, nel 2014, saranno necessari 6,5 miliardi di dollari per fornire assistenza agli sfollati e ai rifugiati siriani. In Kuwait si è riusciti a raccogliere circa 2,4 miliardi, di cui 500 milioni stanziati direttamente dal Paese ospitante. Degno di nota, nel corso della conferenza tenutasi mercoledì scorso, è stato il discorso della responsabile Onu per gli affari umanitari e le situazioni d’emergenza Valerie Amos, incaricata di coordinare l'assistenza agli sfollati in Siria. Secondo lei, non è rimasto né un solo siriano che non abbia sofferto, anche solo indirettamente, le conseguenze del conflitto. Un conflitto che ha causato una diminuzione del PIL nazionale del 50%, un’inflazione galoppante e la distruzione delle infrastrutture e dei sistemi sanitari.
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L'Onu e il rispetto delle leggi umanitarie. La vice-segretaria generale dell'Onu con delega per gli affari umanitari e le situazioni di emergenza ha sottolineato che entrambe le parti del conflitto “dimostrano una totale mancanza di rispetto nei confronti delle leggi umanitarie internazionali”, e nonostante gli appelli delle Nazioni Unite, la situazione nel Paese sta peggiorando. Le agenzie umanitarie si scontrano con problemi nell’approvvigionamento idrico, la fornitura di cibo e cure mediche. Vi è una grave carenza di autisti, che hanno paura di lavorare per le Nazioni Unite. Se, all'inizio dell’anno scorso, l'ONU stimava le spese relative agli aiuti umanitari intorno al miliardo e mezzo di dollari, alla fine del 2013 esse sono arrivate a superare i quattro miliardi.
Le risorse. Come ha sottolineato Valerie Amos, l'Onu avrà bisogno di 2,27 miliardi di dollari per aiutare i più bisognosi nel 2014. Ad esempio, per sfamare, durante un mese, 4 milioni di persone ci vorranno 100 milioni di dollari, mentre per costruire rifugi per i profughi in cinque province ne serviranno altri 25. L’alto commissario Onu per i rifugiati, António Guterres, ha parlato dei Paesi vicini alla Siria, che, inondati da milioni di rifugiati, si sono scontrati con problemi economici e sociali. Solo in Libano si sono registrati 868mila rifugiati, che è come se in Germania arrivassero di colpo 17 milioni di persone. In Iraq, oggi, oltre il 10% della popolazione è costituto da siriani. Per Guterres, la priorità nell'assistenza ai profughi rimane la fornitura di cibo, riparo e acqua. “Ci servono 4,2 miliardi di dollari”, ha ricordato l’alto commissario, promettendo di rispettare meticolosamente le priorità, di fornire assistenza prima di tutto ai più vulnerabili e di potenziare l'efficacia degli sforzi.
I bambini siriani, questione aperta. L’aiuto che viene fornito ai rifugiati poteva essere apprezzato, alla vigilia della conferenza, nel centro stampa dove le agenzie delle Nazioni Unite hanno organizzato una presentazione. Grande attenzione hanno richiamato gli zaini azzurri per bambini con il simbolo dell’Unicef. In un'intervista a Russia Oggi, la rappresentante Unicef, Juliette Touma ha raccontato che gli zainetti sono destinati ai figli dei rifugiati nel quadro dell’iniziativa “Generazione perduta”. I bambini li useranno per metterci dentro i loro libri di testo e astucci e ritornare a scuola, senza rischiare così di trasformarsi nella cosiddetta "generazione perduta". "Nel 2014, avremo bisogno di 820 milioni di dollari da destinare ai bambini della Siria. I fondi ci serviranno per eseguire vaccini, fornire ai piccoli acqua potabile, riportarli sui banchi di scuola e dare loro l'opportunità di riprendersi dal trauma psicologico, in modo che capiscano che hanno ancora un futuro davanti”, ha spiegato Juliette Touma. Secondo la portavoce Unicef, l’anno scorso, grazie alla generosità dei donatori internazionali, si è riusciti a fare molto.
Verso Ginevra 2. Juliette Touma, tuttavia, ha riconosciuto anche che gli aiuti umanitari aiutano solo le persone a sopravvivere. Ciò che ci vuole, e con una certa urgenza, è una soluzione diplomatica. Il medesimo punto di vista è condiviso anche dal resto dei partecipanti alla conferenza, i quali sono intervenuti a turno comunicando il loro contributo finanziario e precisando che nessuna donazione, nemmeno la più generosa, può liberare il popolo siriano dalle sofferenze. Per fare ciò è necessario stabilire un dialogo politico. L'umore generale della conferenza è stato espresso dal Segretario Generale dell'ONU, che ha ricordato i colloqui di Ginevra, in programma per il 22 gennaio, e il fatto che proprio questi ultimi dovrebbero porre fine alla violenza, attraverso la formazione di un governo di transizione in Siria. Nel corso della conferenza stampa, che ha seguito la riunione dei Paesi donatori, Ban Ki-moon ha elogiato gli sforzi della Russia nei preparativi per i colloqui di pace di Ginevra ("Ginevra-2") e ha espresso la speranza che venga raggiunto al più presto un compromesso. Tuttavia, a giudicare dalle dichiarazioni dei rappresentanti delle Nazioni Unite, ora dipende tutto dall'opposizione siriana e dalla sua capacità di inviare in Svizzera una delegazione unita e coerente.
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