Greenpeace, Russia contro le decisioni internazionali

Il Tribunale marittimo internazionale ha affrontato la questione degli attivisti di Greenpeace, arrestati dopo l’assalto alla piattaforma petrolifera di Gazprom (Foto: Reuters)

Il Tribunale marittimo internazionale ha affrontato la questione degli attivisti di Greenpeace, arrestati dopo l’assalto alla piattaforma petrolifera di Gazprom (Foto: Reuters)

Il Tribunale marittimo ha ordinato la scarcerazione immediata degli ambientalisti. Ma la Federazione si dice perplessa

La Russia deve rilasciare gli attivisti. Mentre i Paesi Bassi devono versare al governo russo una cauzione di 3,6 milioni di euro. Questo il risultato della sentenza emessa il 22 novembre 2013 dal Tribunale marittimo internazionale, a proposito del caso Greenpeace

Il capo dell’amministrazione del presidente russo, Sergei Ivanov, ha comunque fatto sapere che la Federazione non intende in alcun modo reagire alla sentenza del tribunale. Secondo gli esperti la decisione della Russia non provocherà alcuna sanzione.

Il caso era stato portato al Tribunale internazionale il 6 novembre scorso dal governo olandese, con la richiesta di riconoscere come illegali i provvedimenti presi dalle autorità russe, chiedendo alla Russia il dissequestro della nave e la revoca dell'accusa di pirateria per gli ecologisti. Da parte sua la Russia si era rifiutata di prendere parte al processo, ritenendo che il caso Greenpeace non corrispondesse a nessuno dei punti della Convenzione Onu sul diritto marittimo approvati dal governo russo.

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Il 22 novembre 2013, il presidente del Tribunale marittimo internazionale, Shunji Yanai, ha emesso il verdetto, in base al quale i Paesi Bassi devono pagare una cauzione di 3,6 milioni di euro. In seguito al pagamento della cauzione la Russia dovrebbe provvedere alla liberazione immediata della nave e di tutte le persone trattenute, permettendo loro di uscire dal Paese. Yanai ha dato alle parti 10 giorni per eseguire le disposizioni del tribunale.

Resta ora da capire quali conseguenze avrà per la Russia l’eventuale rifiuto di eseguire le disposizioni del tribunale. “Se la Russia rifiuterà le disposizioni del Tribunale, non dovrebbe incorrere in nessuna sanzione. Il diritto internazionale non prevede misure punitive in caso di disobbedienza”, spiega il professor Dmitri Labin, titolare della cattedra di diritto internazionale dell'Università Statale di Mosca per le Relazioni Internazionali.

Il professore ha inoltre spiegato che il diritto internazionale non prevede misure coercitive nei confronti di un altro Paese. Si presuppone che i doveri internazionali volontariamente riconosciuti dagli Stati vengano assolti. “Le relazioni internazionali sono strutturate in modo tale che non esiste nessun organo in grado di osservare, controllare e tanto meno punire. Il tribunale non ha le competenze per assicurarsi che le proprie sentenze vengano eseguite. Le funzioni del tribunale si esauriscono con l'emissione del verdetto. I Paesi sono chiamati a osservare il diritto internazionale di propria volontà. In caso contrario saranno gli altri Paesi a prendere eventuali provvedimenti di risposta”, ha aggiunto il professor Labin.

Per ora nella storia del diritto internazionale non si registrano precedenti in cui un Paese si sia rifiutato di eseguire le disposizioni del Tribunale marittimo internazionale. Tuttavia tali casi esistono nella pratica di altri tribunali internazionali. Uno degli esempi più eclatanti è quello della disputa tra il Nicaragua e gli Usa arbitrata dal Tribunale internazionale delle Nazioni Unite. Venne emessa una sentenza in favore del Nicaragua, ma gli Stati Uniti si rifiutarono di eseguirla. “Gli americani hanno avvallato un meccanismo alquanto curioso - dice il professor Labin -. Devono essere i Paesi stessi a decidere se riconoscere o meno la giurisdizione del Tribunale internazionale dell'Onu. Circa un terzo dei paesi membri dell'Onu non riconosce la giurisdizione dei tribunali internazionali. Gli stati Uniti però l'avevano sempre riconosciuta, fino al rifiuto della sentenza a favore del piccolo stato del Nicaragua. Gli Stati Uniti hanno dichiarato che non bisogna semplicemente riconoscere la giurisdizione dei tribunali Onu, ma la validità di ogni singola sentenza. Una contraddizione rispetto al diritto internazionale”, ha concluso l'esperto.

Il contenzioso vero e proprio tra Russia e Olanda verrà discusso più avanti, durante l'udienza principale, durante la quale i giudici dovranno decidere se la Russia abbia effettivamente violato o meno i punti riguardanti la libertà di navigazione della Convenzione Onu sul diritto marittimo.

Il testo è stato realizzato con materiali tratti da Kommersant e Gazeta.ru

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