Lo shutdown del governo Usa visto da Mosca

Gli effetti dello shutdown americano non solo in politica interna ma anche negli affari esteri (Foto: Reuters)

Gli effetti dello shutdown americano non solo in politica interna ma anche negli affari esteri (Foto: Reuters)

Anche se l'impasse di Washington è dovuta a questioni di politica interna, essa ha ripercussioni anche all’estero, e non soltanto per coloro che chiedono il visto per entrare in America

Mentre la maggior parte dei moscoviti era diretta al lavoro, il governo degli Stati Uniti ha sospeso ogni attività per dissensi di vario tipo, dalla politica fiscale al budget federale, alla legge per l’assistenza sanitaria meglio nota come “Obamacare”. Anche se lo shutdown è dovuto a questioni strettamente interne agli Usa, le ripercussioni potranno influenzare il modo col quale gli Usa stessi sono considerati all’estero.

Questo è il primo shutdown del XXI secolo: tra il 1977 e il 1996 il governo degli Stati Uniti ha sospeso le proprie attività 15 volte, per periodi di diversa lunghezza, da tre giorni a tre mesi. Lo shutdown più recente ebbe luogo tra la metà del dicembre 1995 e il gennaio 1996 e durò 21 giorni.

Secondo il Washington Post, si prevede che l’attuale shutdown durerà più di quello del 1995-96, soprattutto perché si sta attuando alla fine dell’anno fiscale.

“Nel 1995-96, di fatto, buona parte del governo proseguì le proprie attività, perché erano appena stati convertiti in leggi alcuni progetti di stanziamento, tra i quali due che vertevano su finanziamenti alle forze armate, - scrive il Washington Post. - Ma questa volta nessun progetto di stanziamento è stato convertito in legge. Ciò significa che l’intero governo alla mezzanotte del 30 settembre 2013 non ha più i soldi per continuare a lavorare”.

Mentre la sospensione delle attività era ancora nei pensieri di centinaia di migliaia di dipendenti federali statunitensi, la sua concretizzazione non è passata certo inosservata a quei russi che speravano di procurarsi un visto per gli Stati Uniti e a quegli americani che hanno bisogno di rivolgersi per aiuto ai servizi loro dedicati per i motivi più disparati, dalla registrazione di una nascita alla sostituzione di un passaporto perduto.

Quando sono state chieste quali saranno le ripercussioni dello shutdown dei servizi dell’ambasciata degli Stati Uniti in altri Paesi quali la Russia, un portavoce dell’ambasciata americana a Mosca ha detto: “Il dipartimento e Usaid ricevono i finanziamenti con la legge di stanziamento annuale per i progetti di Stato, le operazioni all’estero e tutto ciò che è loro connesso. In base a questa legge, i fondi stanziati possono restare disponibili ed essere spesi per periodi di tempo diversi, a seconda dello specifico conto di stanziamento. Una parte dei soldi può essere disponibile soltanto per un anno, mentre altri conti di stanziamento lo sono per più anni, sulla base di tariffe, o in ogni caso restano accessibili finché non sono spesi”. “Oltretutto, - ha aggiunto - dato che gli stanziamenti FY 2013 sono stati ricevuti soltanto alla fine di marzo 2013, alcuni conti del Dipartimento di Stato e di Usaid si ritrovano ancora alcuni fondi residui, che resteranno disponibili dopo il 30 settembre 2013”. In altri termini, molti servizi delle ambasciate potrebbero restare accessibili anche durante lo shutdown.

Resta tuttavia da vedere quali saranno le reali implicazioni a lungo termine della sospensione delle attività per la politica estera statunitense e, in particolare, per la sua immagine all’estero.

Gregory Feifer, scrittore ed ex corrispondente da Mosca per la Npr (National Public Radio), considera lo shutdown “un esempio lampante del fanatismo irresponsabile ed eccessivo dei repubblicani”, che paleserà tutta la “disfunzionalità del governo americano”. “Si tratta esclusivamente  di una questione di politica interna - ha aggiunto Feifer. - Io non credo che lo shutdown del governo degli Stati Uniti altererà in maniera significativa la direttrice assunta dal presidente Obama in politica estera. Ma ciò non significa che lo shutdown non avrà ripercussioni sull’operato all’estero dell’America, soprattutto nel caso in cui dovesse protrarsi a lungo”.

Secondo l’opinione di Feifer, uno shutdown potrebbe imporre al governo di sospendere le spese in molte aree, compresi gli aiuti all’estero, e ritardare gli stipendi di chi lavora nelle forze armate. In aggiunta, dover far fronte “agli effetti paralizzanti di uno shutdown potrebbe distogliere l’attenzione della Casa Bianca, impedirle di  espletare i suoi compiti di tutti i giorni”, e alterare anche la sua capacità di concentrarsi sulle questioni di politica estera. “Tuttavia, anche se qualche viaggio all’estero potrebbe essere rimandato o cancellato, uno shutdown non dovrebbe influire più di tanto sull’agenda a lungo termine, ed essere di particolare rilievo per la Russia”, ha aggiunto Feifer.

Fedor Lukyanov, direttore della rivista Russia in Global Affairs, sostiene che i problemi di politica interna degli Usa, come lo shutdown del governo, potrebbero indirettamente avere un impatto anche sulla politica estera statunitense. “Quante più discussioni e polemiche dovranno affrontare gli Usa, tanto più verosimilmente la gente si concentrerà sui propri problemi di politica interna, invece che appoggiare le interferenze negli altri Paesi”, ha commentato, sottintendendo che il governo degli Stati Uniti dovrebbe cambiare le modalità di allocazione dei finanziamenti, passando dai rischiosi progetti di politica estera ai più pressanti problemi di politica interna.

Lukyanov crede che lo shutdown non avrà ripercussioni gravi per il resto del mondo, ma si dice preoccupato per l’imminente paralisi sull’innalzamento del tetto del debito Usa, che dovrebbe sbloccarsi entro la metà di ottobre 2013, perché, in caso contrario, il Paese potrebbe fare default. Malgrado tutto, sia lo shutdown sia la battaglia per la soglia massima di indebitamento lanciano all’estero un  messaggio estremamente negativo”, continua Lukyanov. “Le élite politiche statunitensi non paiono assolutamente interessate a quanto accade nel resto del mondo. Forse non sarà così importante per l’americano comune, ma di fatto questa situazione dà del Paese un’immagine molto negativa nel resto del mondo”.

L’ex analista della Cia, Paul Goble, è d’accordo. In un suo articolo per Russia Direct, Goble ha scritto: “Lo shutdown lascerà intendere agli altri Paesi che gli Stati Uniti adesso sono a tal punto preoccupati dai propri problemi che non ci sarà apertura alcuna per loro e, di conseguenza, questo mondo, già pericoloso di per sé, diverrà ancor più pericoloso. In particolare, gli Stati Uniti potrebbero essere maggiormente disposti a rimettere a potenze regionali di primo piano come la Russia i loro rapporti con i Paesi confinanti ed essere meno disposti ad assumere un ruolo più attivo nella risoluzione di situazioni conflittuali, come quelle di Iran e Siria”.

Altri commenti di esperti sono presenti nella versione completa dell'articolo, pubblicato su “Russia Direct

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