"Russia, ci salvi dall'attacco, non dalla guerra"

La Russia cerca un modo per fermare l'attacco alla Siria e raggiungere una soluzione in una conferenza di pace (Foto: Itar-Tass)

La Russia cerca un modo per fermare l'attacco alla Siria e raggiungere una soluzione in una conferenza di pace (Foto: Itar-Tass)

Occorre investire maggiori sforzi politici per porre fine alla crisi di Damasco, secondo alcuni siriani che vivono a Mosca e che valutano poco efficace la posizione della Federazione sulla questione

Russia Oggi  ha intervistato alcuni cittadini siriani che vivono a Mosca per sentire le loro opinioni sull’iniziativa russa di mettere l’arsenale chimico della Siria sotto il controllo della comunità internazionale.

Il punto dell'esperto

Khazem Nakhar, analista politico del Centro arabo di studi e ricerche sulla politica Dokha-Katar   

Privare la Siria del suo arsenale chimico risponde agli interessi dell’America e di Israele. In tal modo il governo siriano viene privato di armi che rappresentavano un fattore di deterrenza anti-israeliana. Se riuscirà a trovare un accordo con la Russia, l’Occidente potrà forse approvare l’idea che Assad resti al potere per tutta la durata di un governo di transizione, ma ciò non aiuterà certo i siriani. Ma a questo punto sorge legittima una domanda: può l’Occidente fermare la guerra in Siria? Una guerra che si protrae ormai da più di due anni e che ha prodotto una nuova realtà. In una tale situazione l’opposizione produce ormai da sé le proprie armi e può contare su molte fonti di rifornimento e finanziamento. Così viene spontanea un’altra domanda: se, supponiamo, l’iniziativa andrà avanti, dove si troverà un’opposizione disposta a partecipare al "Ginevra 2", anche nel caso in cui America e Francia fossero d’accordo? La Coalizione nazionale delle forze siriane rivoluzionarie e d’opposizione non parteciperà mai alle trattative, poiché sa che ciò significherebbe mantenere Assad al potere. Il mantenimento di Assad è la clausola principale imposta dalla Russia  e questo l’Iran non lo vuole: anche a Israele fa comodo che la Siria venga privata del suo arsenale chimico e che nella fragile Siria il potere di Assad venga salvaguardato. Ed è proprio ciò che sia la Russia sia l’America assicurano a Israele mediante la proposta della loro iniziativa

Molti degli intervistati ritengono che tale proposta  vada incontro agli interessi di Israele e di Bashar Assad e non a quelli della Siria e del suo popolo.

Khasan Allash (ingegnere e imprenditore)

I protagonisti dello scacchiere internazionale non rispettano gli interessi del nostro popolo, il suo diritto alla libertà e alla democrazia e a una vita degna di questo nome e non si preoccupano delle ripercussioni che potrebbero esserci nel Paese. Le armi chimiche rappresentano un deterrente per Israele. Il regime ha finto di rinunciare per 10 minuti a queste armi per poter conservare il proprio potere. Da questo punto di vista l’iniziativa russa non è che un gioco concordato da Russia, America e dal regime di Assad. La proposta russa nella fase attuale risulta utile soltanto al regime e sul piano personale ad Assad, ma rende la Siria più debole, concedendo a Israele libertà d’azione.

Amin Aldager (ricercatore e imprenditore)

L’iniziativa della Russia è positiva perché serve a scongiurare un attacco militare contro la Siria e quindi a salvare molti siriani dalla morte e dal disastro che si verificherebbe nel caso in cui nel Paese dovessero vincere i gruppi integralisti islamici. Ma l’iniziativa russa non riuscirà a mettere fine alla crisi, se non sarà in grado di garantire anche l’interruzione del flusso di guerriglieri dall’esterno e non eserciterà delle pressioni sulle parti in conflitto per costringerle a partecipare al "Ginevra 2" e ad arrivare a una soluzione politica e alla creazione di un governo di transizione di unità nazionale.

Nidal Abu-Ali (medico e dipendente statale)

L’iniziativa russa serve a scongiurare la minaccia di una eventuale aggressione alla Siria, ma tuttavia non risolve il problema. Occorre trovare una soluzione politica, attraverso il ricorso alla trattativa e questa iniziativa potrebbe condurre a un simile esito. La Russia ha fatto tutto ciò che doveva, ora tocca all’America smettere di armare i terroristi. Dopo di che resteranno i veri oppositori e le parti potranno avviare le trattative. Ma la Russia deve mettere a punto un piano diplomatico per la pace che possa garantire al popolo della Siria quelle istanze democratiche riconosciute persino dal potere siriano.

Nedal Khudr (medico e manager)

Ci sente offesi nel vedere come tutti i problemi vengano risolti solo pensando alla sicurezza militare del Paese. L’arsenale chimico, in definitiva, appartiene ai siriani, mentre lo si trasforma in un mezzo di scambio per la salvezza del regime, lasciando il popolo siriano in una situazione senza via d’uscita. Viene spontanea una domanda: se questa iniziativa che è stata proposta servirà a fermare la violenza esterna, potrà riuscire a fermare anche quella interna? La Russia deve esercitare delle pressioni sul regime senza dimenticare le istanze legittime in nome delle quali il popolo siriano è sceso in piazza a manifestare due anni e mezzo fa. Si tratta di istanze di libertà, giustizia e democrazia. L’iniziativa russa tiene conto anche di tali questioni?

Akhmed Al-Deri (operatore farmaceutico e imprenditore)

Mi rendo conto che tutte le iniziative e le proposte riguardanti la Siria ruotano intorno solo a un punto: la sicurezza di Israele, e non la sicurezza del popolo siriano. E quest’ultima iniziativa russa serve a prolungare la vita del regime per un tempo indeterminato, mettendo il popolo siriano in una situazione pericolosa e umiliante. E quale sarà  di conseguenza la reazione del regime? Il regime acconsentirà comunque persino se gli toccasse governare solo su una piccola porzione di territorio siriano. Mosca ne è consapevole e forse addirittura condivide l’idea dello smembramento della Siria, ritenendo che anche quella piccola porzione di territorio potrebbe essere utile ai suoi interessi. Vorrei che la Russia fosse fedele ai suoi slogan e che difendesse davvero il governo siriano e non il regime.

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