Siria, Putin scrive all'America e invita alla cautela

Nel suo intervento sul New York Times, il Presidente russo Vladimir Putin ha ribadito ancora una volta l'importanza della diplomazia, scongiurando un intervento militare in Siria (Foto: Ufficio Stampa/G20)

Nel suo intervento sul New York Times, il Presidente russo Vladimir Putin ha ribadito ancora una volta l'importanza della diplomazia, scongiurando un intervento militare in Siria (Foto: Ufficio Stampa/G20)

Con una lettera pubblicata sul New York Times, il Presidente russo si è rivolto ai cittadini statunitensi, spiegando perché un attacco contro Damasco sarebbe sbagliato

Con un gesto inaspettato, il Presidente russo Vladimir Putin ha teso la mano direttamente al popolo americano, scrivendo un articolo di opinione sul New York Times. Con il suo intervento intitolato “Appello alla cautela della Russia”, il capo del Cremlino ha messo in guardia contro il possibile attacco di Washington alla Siria, sostenendo che un simile intervento potrebbe portare a una nuova ondata di terrorismo e violenza, destabilizzando ulteriormente il Medio Oriente e il mondo arabo. “Dobbiamo smetterla di usare il linguaggio della forza e tornare sulla strada della diplomazia”, ha scritto Putin.

Il capo del Cremlino ha ricordato come il suo Paese e gli Stati Uniti, in passato, abbiano combattuto insieme per sconfiggere il nazismo. “Le relazioni tra i nostri Paesi sono passate attraverso diverse fasi. Siamo stati l’uno contro l’altro durante la Guerra Fredda. Ma un tempo siamo stati anche alleati, e abbiamo sconfitto insieme il nazismo. Le Nazioni Unite sono state create per impedire che si ripetano nuove simili devastazioni”, ha scritto, sostenendo che nessuno dovrebbe ignorare il ruolo dell’Onu. “Nessuno vuole che le Nazioni Unite facciano la stessa fine della Società delle Nazioni, crollata perché mancava sufficiente sostegno. Ciò potrebbe accadere ancora una volta se i nostri Paesi bypassassero le Nazioni Unite, avviando un’azione militare senza l’autorizzazione del Consiglio di Sicurezza”.

In merito alla questione delle armi chimiche usate in Siria, Putin ha affermato che non ci sono dubbi sul fatto che il gas sia stato effettivamente utilizzato: “Ma ci sono svariate ragioni che portano a pensare che non sia stato usato dall’esercito siriano, bensì dalle forze di opposizione, per spingere l’intervento dei loro protettori stranieri, pronti a schierarsi con i fondamentalisti”. Putin ha anche aggiunto che il mondo non dovrebbe ignorare i resoconti, secondo i quali i militanti starebbero preparando un attacco contro Israele.

Il Presidente russo ha quindi ricordato le campagne portate avanti in Afghanistan, Iraq e Libia. “È allarmante che l’intervento militare americano sia diventata una cosa comune nei conflitti interni di alcuni Paesi stranieri”, ha detto, domandasi quali interessi reali ci siano alla base di queste scelte. 

“Milioni di persone in tutto il mondo iniziano a vedere l’America non più come un modello di democrazia - ha affermato - Dobbiamo smetterla di usare il linguaggio della forza. Dobbiamo tornare sulla strada della diplomazia. Una nuova opportunità per evitare un’azione militare è emersa negli ultimi giorni: gli Stati Uniti, la Russia e tutti i membri della comunità internazionale devono trarre vantaggi dalla volontà del governo siriano di mettere l’arsenale chimico sotto il controllo internazionale per una successiva distruzione”.

Nei giorni scorsi infatti la Russia ha cercato di scongiurare un possibile attacco americano, invitando la Siria a mettere le armi chimiche sotto il controllo internazionale. Un invito guardato con interesse sia dalla Siria sia dagli Stati Uniti.

“È estremamente pericoloso incoraggiare le persone a vedere sé stesse come eccezionali, qualunque sia la motivazione – ha aggiunto Putin -. Ci sono grandi Paesi e piccoli Paesi, ricchi e poveri, quelli con lunghe tradizioni democratiche e di quelli che ancora devono trovare la loro strada verso la democrazia. Le loro politiche sono anche diverse. Siamo tutti diversi, ma quando chiediamo le benedizioni del Signore, non dobbiamo dimenticare che Dio ci ha creati uguali”.

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