Uljanovsk, inutilizzato il corridoio per la Nato

Il centro di transito di Uljanovks doveva diventare uno degli esempi di maggior successo della cooperazione tra Russia e Nato (Foto: Getty Images / Fotobank)

Il centro di transito di Uljanovks doveva diventare uno degli esempi di maggior successo della cooperazione tra Russia e Nato (Foto: Getty Images / Fotobank)

Voluto come via di transito per consentire il trasporto dei mezzi militari fuori dall'Afghanistan, il centro è rimasto fino a questo momento inattivo

Il centro di transito Uljanovsk che la Russia ha messo a disposizione della Nato nel 2012 per consentire il trasporto dei suoi Cargo fuori dall’Afghanistan è rimasto inutilizzato. I Paesi membri della Nato non hanno firmato alcun contratto unico con le aziende di trasporto russe autorizzate a operare presso Uljanovsk. Alcune fonti del quartier generale della Nato si sono lamentate circa il fatto che le società russe hanno chiesto prezzi irragionevoli, mentre una fonte del governo russo ha insistito sul fatto che l'alleanza era semplicemente riluttante a dipendere da Mosca.

Sia la Russia che la Nato si aspettavano che il progetto di transito attraverso Uljanovsk, lanciato esattamente un anno fa, diventasse uno degli esempi di maggior successo della loro cooperazione. Mosca sperava che una parte considerevole degli oltre 100.000 container e 60.000 veicoli che l'International Security Assistance Force (Isaf) progettava di portare fuori dall'Afghanistan sarebbe arrivata in Europa attraverso Uljanovsk. Eppure, il centro di trasporto è rimasto finora inutilizzato.

Alcune fonti presso il quartier generale della Nato hanno spiegato che questo accordo si è rivelato troppo costoso. "Al momento dell’apertura del centro di transito attraverso Uljanovsk le autorità russe hanno insistito sul fatto che solo le imprese russe dovevano essere autorizzate all’attività di trasporto. Le tasse imposte erano così scandalose che nessuno dei Paesi membri dell’Isaf ha trovato questa soluzione interessante", ha riferito una delle fonti a Kommersant.

Era stata la Nato a chiedere a Mosca, già nel 2011, di considerare la possibilità di autorizzare il suo ritiro dall'Afghanistan passando attraverso il territorio russo. Dopo l'ennesimo conflitto con gli Stati Uniti, il Pakistan aveva appena chiuso il suo territorio a tutti i convogli della Nato, mentre anche l'Uzbekistan e il Kirghizistan avevano rifiutato di dare il loro lasciapassare. All’epoca, la Russia era già stata sede di una parte del percorso denominato “Northern Distribution Network”, che è stato utilizzato fino a oggi per spedire oltre il 60 per cento delle merci non militari della Isaf in Afghanistan per via aerea e tramite ferrovia, ma senza trasbordo.

Nei primi mesi del 2012, la Russia ha accettato di aprire una via di transito tramite l'aeroporto Vostochny a Uljanovsk. Il progetto ha preso il via nell’agosto 2012.

Secondo un'altra fonte della Nato, molti Paesi membri dell'Isaf hanno inizialmente espresso interesse per l'hub di transito basato a Uljanovsk. Nel dicembre 2012, gli inglesi hanno consegnato dieci container con rifornimenti da e per la loro base militare di Camp Bastion in Afghanistan come esperimento. Una fonte del governo britannico ha definito il test un successo.

Gli inglesi, però, devono ancora firmare un contratto unico. La fonte ha riferito a Kommersant che Londra ha preferito altre soluzioni di trasporto, principalmente tramite il Pakistan e i Paesi dell'Asia centrale, che hanno recentemente rinunciato alle loro obiezioni riguardo al transito delle spedizioni della Nato. "La disponibilità di diverse opzioni di trasporto aiuta a rendere il trasferimento più flessibile e garantisce il miglior rapporto qualità prezzo", ha riferito la fonte.

Una fonte diplomatica di un Paese europeo membro dell’Isaf che aveva preso in considerazione il transito attraverso Uljanovsk ha aggiunto che, secondo i calcoli del suo governo, la spedizione di un container via Vostochny costerebbe 50.000 euro rispetto ai 30.000 euro richiesti per lo stesso tipo di operazione via Termez in Uzbekistan.

Mosca, però, ha una visione diversa della situazione. Una fonte del governo russo ha spiegato che il centro di transito Uljanovsk era stato concepito in primo luogo come un progetto commerciale. Pur ammettendo che il transito in due fasi tramite Uljanovsk (via aereo fino a Vostochny e da lì in treno) è più costoso rispetto ai percorsi alternativi, insistendo però sul fatto che è anche "più veloce e più sicuro".

Secondo la controparte russa, la Nato ha deciso di bypassare Uljanovsk "per motivi opportunistici". "Preferiscono non pagare soldi in più alla Russia", ha riferito il funzionario. "Inoltre, non hanno voluto mettere tutte le loro uova nello stesso paniere, il Northern Distribution Network. La Nato è preoccupata che la Russia possa avere un potere di interdizione sui trasporti dell’alleanza atlantica, come per Gazprom in materia di gas in Europa. Questo non ha alcun senso".

Fonti vicine alle imprese commerciali che avrebbero dovuto operare presso il centro di transito Uljanovsk citano diverse ragioni alla base dello stallo del progetto. I rappresentanti della Nato avevano insistito affinché fosse una società straniera a essere messa a capo di tutta l'operazione di transito, compreso il subappalto con i suoi partecipanti diretti. La controparte russa ha rifiutato la proposta adducendo, tra l'altro, ragioni di sicurezza nazionale. Un'altra fonte ha riferito che i rappresentanti della Nato stavano portando avanti trattative parallele con alcuni stati dell'Asia centrale che, avendo realizzato che sarebbero rimasti a bocca asciutta, avevano fatto marcia indietro circa le loro obiezioni riguardo al transito, proponendo prezzi più bassi rispetto alla Russia.

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