Vladimir Putin si recherà in Iran

Il Presidente russo Vladimir Putin ad agosto 2013 si recherà in visita di Stato in Iran (Foto: Itar-Tass)

Il Presidente russo Vladimir Putin ad agosto 2013 si recherà in visita di Stato in Iran (Foto: Itar-Tass)

Mosca vuole spingere Teheran a un compromesso sulla questione del nucleare. Il Presidente russo conta di trovare un accordo con Hassan Rohani durante la visita di Stato di metà agosto 2013

Secondo alcune informazioni pervenute al giornale Kommersant, il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin starebbe programmando una visita in Iran per il 12 agosto 2013.

Secondo alcune fonti della testata, che sarebbero a conoscenza di preparativi in corso per la visita, il Cremlino conta di sfruttare l'elezione del nuovo presidente Hassan Rohani per far ripartire le trattative sul programma nucleare dell'Iran, ormai arrivate a un punto morto. Vladimir Putin affronterà anche le questioni bilaterali: la costruzione da parte della Russia di nuovi reattori per la centrale nucleare di Bushehr e la fornitura all'Iran dei nuovi sistemi antimissilistici Antej-2500, al posto degli S-300. Gli esperti definiscono l'imminente viaggio come "ricco di prospettive, ma anche rischioso".

"La visita è fissata per il 12-13 agosto 2013", ha dichiarato una fonte vicina al Ministero degli Esteri iraniano. L'interlocutore di Kommersant al Cremlino ha confermato le informazioni sui preparativi in corso per il viaggio, specificando che per il momento non è stato deciso se la durata di quest'ultimo sarà di una o di due settimane. Ciò dipenderà, secondo l'informatore, dall'agenda della visita, che "sta ancora prendendo forma".  

L'ultima volta che il Presidente Putin visitò Teheran fu nell'ottobre 2007, quando partecipò al vertice dei Paesi del Mar Caspio, "a margine del quale" incontrò il presidente Mahmud Ahmadinejad e il leader spirituale dell'Iran, l'ayatollah Khamenei. La visita del 2007 diede nuovo impulso allo sviluppo dei rapporti russo-iraniani, che, però, sono tornati a peggiorare durante la presidenza di Dmitri Medvedev, che ha annullato il contratto per la fornitura dei sistemi antimissilistici S-300 all'Iran.  

Secondo quanto rivelato dalle fonti di Kommersant, informate sui preparativi della visita, uno dei temi chiave della discussione saranno i contrasti suscitati dal programma nucleare iraniano. A giugno 2013 Vladimir Putin aveva dichiarato: "L'Iran sta rispettando le regole per quanto riguarda il nucleare. Non vi sono prove che facciano pensare il contrario". D'altra parte, il Presidente russo ha precisato che "restano delle questioni aperte", ma che, "se ci armeremo di pazienza e lavoreremo insieme con buona volontà, potremo trovare le risposte mancanti".

A quanto pare, Mosca conta sul fatto che Rohani, che è considerato un riformatore, nel discutere il programma nucleare del suo Paese dimostrerà maggiore flessibilità del suo predecessore. "Bisogna approfittare di questo momento, dell'arrivo al potere del nuovo presidente, per ridare impulso alle trattative, - spiega una fonte di Kommersant vicina agli ambienti diplomatici russi. - Questa visita fornirà l'occasione di sondare i nuovi dirigenti dell'Iran e di capire se essi siano disposti ad avviarsi verso una maggiore considerazione delle richieste della comunità internazionale".

Al tempo stesso, secondo la fonte del giornale, la situazione è resa più complessa dal fatto che il presidente iraniano dispone di poteri limitati: la parola decisiva spetta all'ayatollah Khamenei. Per spingerlo a un compromesso occorrono garanzie da parte dell'Occidente sulla revoca delle sanzioni. La proposta di appianare i contrasti sul nucleare iraniano attraverso una serie di graduali concessioni reciproche (il "piano Lavrov") è stata avanzata da Mosca due anni fa. Per ora non si è ancora riusciti a realizzare il progetto, ma la visita del Presidente russo potrebbe restituirgli vigore.  

"Tutto dipenderà dai colloqui con l'ayatollah Khamenei", spiega il presidente del Centro Russo di Studi Politici (PIR Center) Vladimir Orlov. "Questo viaggio offre grandi prospettive a Putin, ma comporta anche dei rischi: molti sono già scivolati sul tentativo di risolvere il problema del nucleare iraniano".  

Si prevede che Vladimir Putin a Teheran affronterà anche le questioni bilaterali, prima fra tutte quella della cooperazione nel campo dell'energia nucleare e in quello tecnologico-militare. In occasione della sua visita a Mosca, ai primi di luglio 2013, il presidente uscente Mahmud Ahmadinejad aveva parlato della costruzione dei nuovi reattori della centrale nucleare iraniana di Bushehr da parte della Russia praticamente come di una questione risolta.  Le fonti citate da Kommersant, invece, insistono sul fatto che Mosca a tale proposito non ha ancora preso una decisione politica.

I rappresentanti di Rosatom hanno dichiarato che i rapporti della holding statale con l'Iran si limitano al primo reattore, già costruito, e che non sono in corso trattative riguardanti altri progetti. Alcune fonti di Kommersant vicine al settore dell'energia nucleare spiegano che la prospettiva di continuare a lavorare in Iran non interessa più di tanto la holding statale, impegnata a ottenere la stipula di nuovi contratti nella Repubblica Ceca e in Finlandia.

Oltretutto, la costruzione del primo reattore della centrale di Bushehr per Rosatom è risultata un lavoro in perdita: il contratto era stato predisposto negli anni '90, quando l'obiettivo prioritario non era quello di incrementare i profitti, bensì di portare a casa ordini per le imprese del Ministero dell'Energia Nucleare. Al tempo stesso, gli interlocutori di Kommersant non escludono che la Federazione Russa possa "venire incontro all'Iran sulla questione per motivi politici".

Sul piano della cooperazione tecnologico-militare, Mosca era già andata incontro a Teheran, proponendo al posto dei sistemi antimissilistici S-300 i sistemi Antej-2500, di gran lunga superiori per caratteristiche tecniche.

Il governo della Federazione Russa spera grazie a questo compromesso di convincere l'Iran per via extragiudiziale a ritirare la causa, del valore di 4 miliardi di dollari, intentata contro Rosoboronexport (la società statale responsabile di tutte le esportazioni e importazioni di armamenti per conto della Difesa russa, ndr) per aver violato il contratto sugli S-300. Teheran non ha ancora reagito a questa proposta. Una fonte vicina all'ente russo per la cooperazione tecnologico-militare ha reso noto che Vladimir Putin nel corso della sua visita affronterà "immancabilmente" il tema.

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