La politica fiscale e la lotta alla corruzione saranno i temi principali del vertice del G20 di settembre 2013 a San Pietroburgo (Foto: RIA Novosti)
Durante l’incontro a Mosca del 19 e 20 luglio 2013, i ministri delle Finanze e i governatori delle Banche Centrali del G20 si sono accordati sulle priorità del summit che si svolgerà a San Pietroburgo all’inizio di settembre 2013: la crescita economica debole, l’alto livello di disoccupazione, la mancanza di investimenti a lungo termine, l’evasione fiscale delle multinazionali, le oscillazioni delle valute e altro ancora.
I ministri hanno constatato con evidente rammarico il rallentamento della crescita nella maggior parte dei Paesi e la recessione dell’Eurozona. “Come prima la ripresa dell’economia mondiale è fragile e ineguale, la disoccupazione continua a rimanere alta in molti Paesi”, si legge nel comunicato stampa rilasciato al termine del summit.
A differenza di quanto si leggeva nelle dichiarazioni delle precedenti riunioni a Mosca, i richiami al consolidamento del bilancio e al taglio del deficit e del debito pubblico questa volta sono passati molto più sotto silenzio. Ancora tre mesi fa i Paesi europei invitavano a fornire rigide indicazioni sull’indebitamento: stabilire un’unica quota di riduzione del debito fino al 90 per cento del Pil. Al momento la proposta non è passata e i ministri non hanno preso accordi su orientamenti precisi.
I Paesi del G20 non si sono assunti obblighi concreti per il taglio del deficit dei propri bilanci e del debito pubblico fino al 2016. Come ha fatto notare Pierre Moscovici, ministro francese dell’Economia e delle Finanze, il risanamento delle finanze statali è un obiettivo “in prospettiva a medio termine”. A breve termine la priorità rimane la ripresa della crescita economica.
La Russia, di turno per la presidenza del G20, ha dichiarato che uno dei temi chiave del 2013 sarà il finanziamento degli investimenti come uno degli strumenti fondamentali di stimolazione della crescita delle economie nazionali. Nel comunicato tale argomento ha assunto tratti concreti: i ministri hanno sottolineato l’importanza degli investimenti nelle infrastrutture. In particolare la Russia ha intenzione di attingere al Fondo di benessere nazionale per destinare 450 miliardi di rubli ai progetti sulle infrastrutture.
Un’altra carta in grado di aiutare i Paesi a migliorare la situazione economica dovrebbe essere la modernizzazione del sistema di imposizione fiscale, ma non nei singoli Paesi, bensì in generale nel G20. Tutti gli Stati sono intenzionati a eliminare ogni sotterfugio che permetta alle società di svicolare gli obblighi fiscali, per colpa dei quali ogni anno i governi perdono centinaia di miliardi di euro.
A questo proposito l’Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) propone in un anno e mezzo o due di creare delle norme fiscali internazionali per scongiurare un intaccamento della base fiscale e la perdita di utili derivati dalla tassazione. La realizzazione di tali iniziative rappresenterà la più imponente riforma nel sistema mondiale di tassazione dagli anni Venti del secolo scorso; così ha riferito a Mosca il Segretario generale dell’Ocse Angel Gurria.
Il piano d’azione include 15 punti e permetterà ai Paesi di elaborare degli standard per prevenire l’evasione fiscale. La strategia contempla la lotta alle differenze nelle legislazioni dei sistemi di tassazione dei vari Paesi e ai cosiddetti paradisi fiscali. Allo stesso tempo non si tratta soltanto di instaurare tassi fiscali uguali per tutti; l’Ocse propone di formulare una convenzione di base multilaterale per evitare la doppia tassazione. Attualmente, secondo quanto riferito da Gurria, sono stati firmati più di 4.000 accordi di questo genere tra Paesi. La convenzione non avrà il potere di rinnovare la firma degli accordi, ma si limiterà soltanto ad aggiungersi al nuovo documento. Si propone inoltre di passare allo scambio automatico di informazioni fiscali che attualmente è reso possibile principalmente su base bilaterale.
“Abbiamo discusso le questioni del piano d’azione preparato dai Paesi dell’Ocse per la lotta all’evasione fiscale delle multinazionali”, ha affermato Anton Siluanov, ministro delle Finanze della Federazione Russa, tirando le somme dell’incontro a Mosca tra i venti rappresentanti del mondo finanziario. Egli ha aggiunto che coloro che hanno partecipato all’incontro raccomanderanno ai leader dei governi del G20 di approvare il piano al vertice di San Pietroburgo.
In risposta alla richiesta di Russia Oggi di commentare l’iniziativa dell’Ocse, Siluanov ha detto: “Questo piano permette di aumentare la trasparenza dell’attività delle aziende che ricadono sotto la doppia tassazione”. Il ministro ha spiegato che le società multinazionali ora possono sfuggire alla tassazione sia nel Paese dove si trova l’azienda produttrice, sia nel Paese dove ha sede il centro dei profitti.
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Un’altra iniziativa del G20 consiste nel rinunciare alla manipolazione delle valute. In condizioni di recessione economica tutti i Paesi indeboliscono in qualche misura le proprie monete per sostenere i produttori nazionali. Il Giappone per esempio in primavera ha “fatto cadere” il corso dello yen del 20 per cento e i colleghi del G20 non lo hanno criticato. A Mosca anche i ministri si sono espressi in modo piuttosto evasivo: si sono accordati per attuare una politica coordinata di mitigazione quantitativa, ovvero, prima di utilizzare la liquidità per incentivare la propria economia, dovranno avvisarsi a vicenda per tempo.
Nel complesso il G20 finanziario di Mosca ha approvato una cifra record di piani di lavoro: sulle tasse, sugli investimenti, sulla regolamentazione finanziaria. Inoltre ha anche promesso di preparare, in vista del summit di settembre 2013, un piano di azione complessivo: da una parte dovrebbe poter tirare le somme della presidenza russa al G20, dall’altro tracciare nuove direttive di lavoro per il gruppo dei Paesi leader.
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