Snowden, il braccio di ferro Usa-Russia

Sostenitori di Edward Snowden, l'ex dipendente Cia, dal 23 giugno 2013, bloccato nell'area transiti dell'aeroporto moscovita di Sheremetevo, ribattezzato la talpa del Datagate (Foto: Reuters)

Sostenitori di Edward Snowden, l'ex dipendente Cia, dal 23 giugno 2013, bloccato nell'area transiti dell'aeroporto moscovita di Sheremetevo, ribattezzato la talpa del Datagate (Foto: Reuters)

I membri del Senato americano minacciano di boicottare le Olimpiadi di Sochi 2014 e di rinnovare il progetto dello scudo anti-missile in Europa. Aria di guerra fredda?

Non si ferma il fiume di di dichiarazioni impetuose provenienti dal Campidoglio di Washington, che esortano a rispondere con durezza alla Russia, se quest'ultima dovesse decidere di concedere asilo all'ex-dipendente della Cia Edward Snowden.

Tra gli scenari prospettati si va dal boicottaggio delle Olimpiadi 2014, al rinnovamento del progetto dello scudo antimissile in Europa. Gli esperti ritengono che queste dichiarazioni siano manovrate dagli oppositori del “riavvio” delle relazioni russo-americane.

In seguito alla notizia della possibile concessione dell'asilo temporaneo a Snowden da parte della Russia, il senatore repubblicano della Carolina del Sud Lindsey Graham ha espresso l'opinione, ripresa da The Hill, secondo cui il presidente Obama dovrebbe prendere in seria considerazione l'eventualità di boicottare le Olimpiadi invernali di Sochi. Cercherei di dare ai russi un segnale inequivocabile”, ha dichiarato.

“Dare asilo a quel ragazzo (Snowden) significa calpestare tutte le leggi che conosciamo e dare uno schiaffo agli Usa”, ha aggiunto il senatore.

L'idea del boicottaggio, che ricorda tanto i tempi della guerra fredda, per ora non ha comunque trovato il sostegno di altri membri del Congresso. Non mancano però quelli che avanzano proposte ancora più inopportune.

Il senatore John MacCain, ad esempio, ha auspicato il dispiegamento del sistema di difesa anti-missile in Europa Orientale. Una mossa simile sarebbe sicuramente più grave di qualunque boicottaggio nel mettere a rischio le relazioni tra i due Paesi, dal momento che Mosca considera lo scudo anti-missile in Europa come una minaccia diretta alla sicurezza nazionale.

MacCain ha anche prospettato la possibilità di aggiornare l'elenco dei funzionari russi che, secondo le autorità americane, si sono resi colpevoli di violazioni dei diritti umani. E qui non si tratta più di  ragionamenti da guerra fredda, ma del consueto utilizzo dei doppi parametri di giudizio, con gli Stati Uniti impegnati a perseguitare le violazioni dei diritti umani soltanto nei Paesi “non amici” degli Usa.

La Casa Bianca resta comunque convinta che la questione di Snowden non debba in alcun modo intaccare le relazioni con la Russia. Il presidente Barak Obama ha mantenuto finora un contegno molto misurato. In particolare non ha espresso alcuna intenzione di rinunciare al summit del G20 che si terrà in settembre 2013 a San Pietroburgo.

Sergei Rogov, direttore dell'Istituto di studi sugli Stati Uniti e il Canada, a Russia Oggi ha sottolineato che la situazione creatasi con Snowden potrebbe avere conseguenze estremamente negative sulle relazioni russo-americane, soprattutto perché fornisce un jolly a tutti coloro che si oppongono a un avvicinamento con Mosca. Secondo lo studioso, anche se le impulsive dichiarazioni di Graham e di altri senatori non verranno messe in pratica, tuttavia riflettono la volontà di parte dell'establishment americano di rimettere in discussione i rapporti con la Russia.

“L'affare Snowden viene sfruttato per compromettere il più possibile i rapporti con la Russia. Il partito repubblicano ha assunto posizioni rigidamente conservatrici. Ritiene che con Mosca non si debba dialogare, ma fare pressione. I repubblicani stanno cercando di riportare l'America a una politica di contenimento della Russia”, ha spiegato. Secondo Rogov a sostenere tutto questo ci sono, da un lato l'eredità della guerra fredda e dall'altro il disappunto per la politica estera russa, soprattutto in Siria.

Alcuni osservatori russi ritengono poi che dando asilo a Snowden, Mosca farebbe un favore a Obama: il rientro in patria dell'ex-dipendente della Cia porterebbe a un processo inevitabilmente accompagnato da scandali e indignazione sociale, come avvenne durante il processo al soldato Bradley Manning per i dati forniti al sito di Wikileaks.

La condanna di Snowden diventerebbe l'ennesima occasione per accusare gli Stati Uniti e i servizi segreti di comportarsi in modo non molto diverso da una dittatura totalitaria, che non solo spia in segreto tutto il resto del mondo, ma è pronta a punire duramente chiunque osi smascherare tale sistema. 

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