Edward Snowden ha incontrato le Ong russe nel Terminal E dell'aeroporto Sheremetevo di Mosca (Foto: AFP / East News)
Sono stati gli attivisti russi per i diritti umani i primi a poter confermare che Edward Snowden si trova ancora all’aeroporto Sheremetevo di Mosca. Quasi tre settimane fa, infatti, la talpa del Datagate ha raggiunto la capitale russa da Hong Kong, rimanendo bloccato nella zona transiti dello scalo moscovita.
Con un comunicato arrivato a mezzogiorno del 12 luglio 2013 Snowden ha manifestato la volontà di incontrare alcune Ong russe, dando loro appuntamento alle 17 dello stesso giorno.
Durante la conferenza stampa Snowden ha chiesto di essere aiutato ad ottenere asilo politico in Russia.
Gli attivisti hanno incontrato la “talpa” in un colloquio a porte chiuse, durato circa 40 minuti, organizzato nell’area di servizio del Terminal E. Secondo quanto riportato dai presenti, Snowden avrebbe parlato in maniera molto decisa. “Ha iniziato il suo discorso con le seguenti parole: Signore e signori, davanti a voi c’è quella persona che non molto tempo fa ha letto le vostre corrispondenze. Ho preso la seguente decisione per porre fine a questa vicenda”, ha riferito al termine dell’incontro l’avvocato Anatolij Kucherena ai giornalisti riunitisi fuori dalle porte del Terminal E.
Secondo quanto dichiarato dall’avvocato, Snowden ha voluto incontrare gli attivisti non solo per ottenere sostegno nella sua richiesta di asilo politico, ma anche perché sarebbe intenzionato a scrivere una lettera a Obama per raccontare le “violazioni dei diritti umani fondamentali”.
Secondo quanto riportato dall’avvocato Genri Reznik che ha partecipato all’incontro, Snowden comprende la condizione imposta dal Presidente russo Vladimir Putin, secondo il quale, per ottenere asilo politico, egli dovrebbe smettere di andare contro agli Stati Uniti.
“Ha affermato che tutto ciò che doveva fare è stato fatto. E che non ha intenzione di agire ai danni degli Usa”, ha detto Reznik, aggiungendo che Snowden comprende perfettamente quanto la sua richiesta di asilo possa inasprire i rapporti tra la Russia e gli Stati Uniti.
“Snowden ha dimostrato buon senso e comprensione di quanto sta accadendo – ha affermato -. È improbabile che gli Usa gli permettano di volare in qualche altro Paese”.
Reznik sostiene che la richiesta avanzata da Snowden dovrebbe essere presa in considerazione: “Sessantatre articoli della Costituzione, così come prevedono le regole di tutti i Paesi civili e difensori dei diritti, prevedono la possibilità di dare asilo politico a una persona perseguitata nel suo Stato”.
Tutti i diritti riservati da Rossiyskaya Gazeta
Iscriviti
alla nostra newsletter!
Ricevi il meglio delle nostre storie ogni settimana direttamente sulla tua email