G20, la Russia sfrutti al massimo la presidenza

Il vertice del G20 offre alla Russia sia sfide che opportunità. Nella foto: i partecipanti alla Conferenza sulla Presidenza russa nel G20 per "promuovere la crescita economica e la sostenibilità", tenutasi il 28 febbraio 2013 (Fonte: G20)

Il vertice del G20 offre alla Russia sia sfide che opportunità. Nella foto: i partecipanti alla Conferenza sulla Presidenza russa nel G20 per "promuovere la crescita economica e la sostenibilità", tenutasi il 28 febbraio 2013 (Fonte: G20)

Gli esperti incoraggiano Mosca a portare avanti un programma ambizioso nei mesi che le restano al timone del Gruppo dei Venti, in vista del summit di San Pietroburgo

Nella corsa per il prossimo vertice del G20, che si terrà a San Pietroburgo nel mese di settembre 2013 sotto la presidenza della Russia, il think tank “Center on Global Interests”, con sede a Washington D.C., ha presentato un rapporto intermedio di valutazione che delinea i principali temi dell’agenda del Gruppo dei Venti e formula una serie di raccomandazioni su come la Russia potrebbe sfruttare al meglio il periodo della presidenza.

Mark Medish e Daniel Lucich, autori del rapporto “Russia’s turn to steer the G20” (Il turno della Russia al timone del G20), mettono in evidenza alcuni dei temi principali affrontati nella fase preparatoria del vertice di San Pietroburgo, e che si augurano rimangano al centro delle discussioni del summit. Uno di essi è la questione di una riforma della governance del Fondo Monetario Internazionale, che prevede di aumentare il diritto di voto dei mercati emergenti, con una ripartizione di una parte delle quote di voto dei Paesi sovrarappresentati a favore di quelli sottorappresentati.

Un’altra grande sfida per le economie del G20 è come sviluppare una strategia per la gestione del debito e raggiungere un equilibrio tra l’esigenza di austerità fiscale e i vantaggi dello stimolo fiscale. Il Gruppo dei Venti dovrà inoltre discutere la diversificazione delle valute di riserva globale, l’accesso facilitato a finanziamenti a lungo termine per progetti infrastrutturali su larga scala e il coordinamento degli sforzi per affrontare crisi finanziarie simili a quella di Cipro.

Gli autori del rapporto esprimono, infine, una certa preoccupazione circa il fatto che non ci sarebbero “né obiettivi specifici, né nessun piano in merito a ciò che dovrebbe essere o sarà l’eredità del vertice di San Pietroburgo”.

Durante la presentazione del rapporto, avvenuta a Mosca il 23 maggio 2013 presso la Scuola Superiore di Economia, Lucich ha dichiarato che le aspettative su ciò che possa fare il G20 sono molto basse e ha aggiunto che sono state messe in dubbio anche la legittimità e l’efficacia di detto organismo. “Il Gruppo potrebbe rivelarsi troppo vario e dissimile e non garantire pertanto il raggiungimento di un accordo su molti punti, dal momento che il massimo comune denominatore degli interessi è troppo basso perché vi siano misure significative, tranne nel contesto della crisi globale”, si legge nel rapporto.

Rimane solo da vedere se la Russia sarà in grado di prendere l’iniziativa e far sì che le questioni urgenti vengano affrontate in maniera approfondita nell’agenda del G20. “Negli ambienti politici internazionali, la presidenza russa è stata salutata con un misto di scetticismo e basse aspettative”, dice il rapporto.

Aleksandr Yakovenko, ambasciatore della Federazione russa nel Regno Unito, ha tuttavia replicato che gli obiettivi della Russia, per la sua presidenza del G20, sono ben fondati e ragionevoli.

In un’analisi per Russia Oggi, l’ambasciatore Yakovenko sottolinea come i compiti principali del G20 sotto la direzione russa siano “iniziative che intendono stimolare le istituzioni governative internazionali a condurre un coordinamento più stretto delle politiche economiche, delineare strumenti efficaci al fine di eliminare gli squilibri globali che loro stesse hanno creato e, in questo modo, stimolare la crescita in tutte le parti del mondo”.

Secondo l’ambasciatore russo, nel 2013, una delle iniziative specifiche della Russia è stata quella di introdurre un formato di riunioni congiunte con i ministri delle Finanze e del Lavoro, che “ci auguriamo contribuirà al miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro in tutto il mondo”.

Durante il vertice del G20 a San Pietroburgo, la Russia vuole incentrare l’agenda dei Venti soprattutto sulla riforma finanziaria, in particolare sulle “strategie fiscali nazionali a medio termine, il finanziamento di investimenti a lungo termine, la revisione della riforma del Fmi, il problema delle istituzioni finanziarie “troppo grandi per fallire, la riforma dei mercati dei derivati​​, il sistema bancario ombra, le agenzie di rating, gli indici finanziari, i piani dell’Ocse circa l’erosione della base imponibile e il trasferimento di benefici, l’inclusione economica, e così via”, ha detto l’ambasciatore.

Il principale cambiamento al quale la Russia aspira è una ridistribuzione delle quote all’interno del Fmi, che garantirebbe ai Bric (Brasile, Russia, India e Cina) e ad altri Paesi in via di sviluppo di partecipare maggiormente al funzionamento di questa istituzione finanziaria mondiale. L’ambasciatore Yakovenko ha affermato che la Russia si augura che il G20 possa raggiungere un accordo sulle nuove quote di voto entro la fine del 2013.

Ciononostante, secondo Lucich e Medish, la maggior parte dei partner occidentali della Russia sono scettici circa le possibilità che una riforma significativa possa essere attuata durante la presidenza russa. Secondo i due esperti, la Russia è per molti versi un Paese nuovo che sta cercando di ritagliarsi un proprio spazio sulla scena internazionale, ma che, allo stesso tempo, sta attraversando una crisi di identità nazionale che la sta isolando.

“A Mosca vi è una preoccupazione quasi paranoica che gli Stati Uniti o l’Occidente vogliano semplicemente assistere al fallimento della Russia”, segnalano gli autori del rapporto, ricordando che il Cremlino ha già accusato l’Occidente di aver alimentato il malcontento pubblico nei confronti del governo russo per mezzo di presunte interferenze negli affari interni della Federazione. Nel maggio 2012, il Presidente Vladimir Putin aveva saltato il vertice del G8 a Camp David “senza fornire molte spiegazioni”, indicano gli autori.

“Per tutte le grandi potenze, la partecipazione selettiva ai forum multilaterali è un passo verso l’auto-isolamento -, si legge nel rapporto. - Un grande rischio per la Russia è che la sua attuale tendenza verso una crescente autarchia nazionale e un isolamento regionale possa portare a sopravvalutare le capacità interne di crescita del Paese”.

Secondo gli autori del rapporto, gli esperti internazionali e gli investitori sono cauti circa l’ottimismo espresso, in varie occasioni, da politici russi di spicco, sulle prospettive di crescita della Russia. Il declino demografico, il degrado ambientale, la dipendenza da petrolio e gas, la mancanza di innovazione nell’economia, la corruzione dilagante, il sistema giudiziario suscettibile all’influenza extragiudiziaria e un sistema bancario debole sono alcuni dei problemi diffusi all’interno del Paese.

Gli autori concludono che la presidenza russa del G20 è sia una prova che un’opportunità e offrono una serie di raccomandazioni su come la Russia dovrebbe condurre la discussione dell’agenda del G20. Lucich e Medish sottolineano la necessità di “scegliere le battaglie giuste” e di “concentrarsi sulle questioni in cui la Russia ha potere di iniziativa e un certo controllo sui risultati”. Secondo gli autori, la Russia dovrebbe richiedere una maggiore attenzione sui beni comuni a livello globale, come il clima, la sicurezza alimentare e il commercio.

“Nel 2004, la ratifica storica della Russia permise al Protocollo di Kyoto di entrare in vigore e ora, per la Russia, sarebbe opportuno porre di nuovo la questione climatica al centro dell’agenda del G20”, continua il rapporto. La Russia, il terzo più grande emettitore di Co2, dopo Cina e Stati Uniti, potrebbe sfruttare il suo potenziale di energie rinnovabili (geotermica, idroelettrica, solare ed eolica) e ridurre significativamente le emissioni di gas a effetto serra a un costo relativamente basso.

Essendo uno dei principali esportatori di grano del mondo, la Russia dovrebbe sollevare la questione della sicurezza alimentare nei vari gruppi di discussione del G20. La Federazione è inoltre invitata a sfruttare il suo nuovo status di membro dell’OMC per promuovere accordi multilaterali o continuare a perseguire soluzioni regionali, come l’Unione doganale di Bielorussia, Kazakhstan e Russia.

“La Russia è ormai quasi a metà della sua presidenza e le è rimasto ben poco spazio per eventuali aggiustamenti -, affermano gli autori. - Ma non è mai troppo tardi per idee nuove e modifiche intelligenti, anche piccole, che potrebbero fare una differenza positiva quando i leader del G20 si incontreranno a San Pietroburgo”.

“Credo che nel valutare ciò che possa avere successo, il governo russo debba decidere innanzitutto quale sia il suo obiettivo”, ha detto Lucich durante la presentazione del rapporto a Mosca.

Sergei Dubinin, capo del Consiglio di sorveglianza della banca russa VTB ed ex presidente della Banca Centrale russa, che ha rivisto il rapporto su richiesta degli autori, non si aspetta decisioni rivoluzionarie nel prossimo vertice di San Pietroburgo. “La semplice opportunità di instaurare un dialogo è già un grande passo in una direzione positiva”, ha detto.

L’economista russo Sergei Aleksashenko è stato più diretto. “Se il presidente Obama non si presenta, o se uno dei leader del G20 si rifiuta di comparire in un photocall, o se scoppia uno scandalo qualsiasi, il vertice sarà un fallimento. In tutti gli altri casi, il vertice è da considerarsi un successo”, ha detto con una vena di ironia.

Nikolai Zlobin, presidente del think tank “Centre on Global Interests”, ha sottolineato che i Governi stanno cercando una nuova organizzazione internazionale che sostituisca l’Onu, dopo che questa si è dimostrata incapace di affrontare le sfide più critiche dei nostri giorni. “Questa ricerca potrebbe durare decine di anni, pertanto accolgo con favore qualsiasi tentativo mirato alla creazione di un’organizzazione del genere -, ha detto. - Se non c’è bisogno del G20, allora quest’ultimo finirà col disintegrarsi”.

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