I risparmiatori russi soffriranno maggiormente le misure prese da Cipro per far fronte alla sua crisi finanziaria (Foto: Reuters)
Secondo l’agenzia di rating S&P, le drastiche imposizioni sui capitali volute da Cipro, fortemente colpita dalla crisi, avranno soltanto “un impatto relativamente marginale” sulle banche russe presenti nell’isola del Mediterraneo. “I russi hanno la propensione a collocare i loro risparmi all’estero, soprattutto a Cipro, e a causa della crisi della zona euro le conseguenze sono sempre più chiare”, ha fatto sapere l’agenzia.
“Noi riteniamo che questi eventi abbiano un impatto relativamente marginale sui bilanci consolidati delle banche russe presenti a Cipro. Dal nostro punto di vista, la Banca VTB è la banca russa maggiormente esposta a Cipro”, si legge nel comunicato dell'agenzia. Ma la VTB, controllata dallo Stato e la seconda più importante in Russia, insiste che la sua esposizione a Cipro da parte dell'affiliata Russian Commercial Bank è al massimo di 50 milioni di euro.
Viktor Gerashenko, ex direttore della Banca centrale russa: “A Cipro ci sono moltissimi soldi russi e molti investimenti arrivano sul nostro mercato grazie a società prestanome cipriote. Ma si tratta di soldi nostri. Io credo che Cipro non è stata un paradiso fiscale offshore da quando l’isola è entrata a far parte del mercato comune dell’Ue. A Cipro ci sono moltissimi soldi russi e britannici. Ma i britannici sono per lo più rappresentati da pensionati. L’isola è tranquilla, ha un buon clima e vino eccellente. I nostri uomini a Nicosia sono astuti”
Le imprese russe e gli investitori russi privati verosimilmente subiranno un colpo più forte: coloro che hanno depositi superiori ai centomila euro presso la Laika Bank di Cipro, che l'Isola sta lasciando fallire, rischiano di vedersi confiscare fino al 40 per cento dei loro capitali depositati.
Nessuno sa con certezza quanti soldi russi si trovino a Cipro. Le stime variano da 20 a 35 miliardi di dollari. Naturalmente, il Cremlino non è affatto soddisfatto della situazione. Il Presidente Vladimir Putin ha definito la stretta sui depositi russi a Cipro “disonesta”, mentre il primo ministro Dmitri Medvedev ha parlato apertamente di “rapina”.
I correntisti delle banche cipriote adesso possono prelevare dagli sportelli automatici fino a un massimo di 300 euro soltanto e i bonifici all’estero devono rientrare nella soglia dei cinquemila, dato che la Banca centrale di Cipro si batte per scongiurare il crack del settore bancario. “È un dato di fatto che ormai nessuna persona dotata di raziocinio effettuerà un bonifico a Cipro”, dice un banchiere moscovita con parecchi milioni di euro congelati in un conto corrente di Nicosia.
Il crollo dell’economia cipriota, molto probabilmente, avrà serie ripercussioni anche sugli investitori immobiliari russi. “Il settore immobiliare era in pieno boom quando molti russi hanno deciso di comprare qui delle proprietà, ma il mercato è già crollato. Adesso non si riesce a vendere niente, neanche volendo”, dice Katya Thain, direttore del settore immobiliare di Chesterton Moscow, un’agenzia immobiliare di alto livello che offre i suoi servizi alla clientela russa con proprietà nell’isola del Mediterraneo.
Mentre il Cremlino respingeva le suppliche disperate di Michalis Sarris di concedergli un altro prestito di sette miliardi di dollari, durante il suo viaggio a Mosca, non era del tutto insensibile nei confronti delle sofferenze di Cipro.
Il 25 marzo 2013 il Presidente Vladimir Putin ha ordinato al ministro delle Finanze russo di riattivare un prestito a Cipro di 2,5 miliardi di dollari. Tuttavia, la Russia potrebbe utilizzare i finanziamenti della sua banca di sviluppo Veb per aiutare le società russe che hanno capitali congelati a Cipro.
Per le aziende russe aver perso il paradiso fiscale offshore che era Cipro sarà un inconveniente non da poco, e verosimilmente ciò le indurrà a guardare altrove per trovare una maggiore efficienza fiscale, per esempio la vicina Lettonia o i Balcani. Il trattato di doppia imposizione fiscale tra Cipro e Russia aveva comportato un flusso immediato e facile di capitali da Mosca a Nicosia e da lì al resto del mondo.
Malgrado le insinuazioni secondo cui Cipro è sede di un’enorme operazione di riciclaggio di denaro sporco in provenienza dalla Russia, la verità è molto più terra terra: Cipro era un canale fiscale pratico ed efficiente, in grado di collegare la Russia al sistema finanziario globale. I dividendi pagati sulle azioni russe registrate a Cipro non sono soggetti a tassazione, né è prevista una tassa sugli utili di capitale derivanti dalla vendita delle azioni. Entrambi, invece, in Russia sono soggetti a tassazione.
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