I russi saranno tra i più colpiti dalla crisi di Cipro, anche se alcuni esperti in Russia ritengono che sarà proprio Mosca a salvare il Paese membro dell'Ue (Foto: AP)
A soffrire per la crisi economica di Cipro sono soprattutto i cittadini russi, ma sarà la Russia a salvare Cipro. Ne è convinta Anna Kaledina,opinionista economico di Ria Novosti.
La Russia aiuterà i Paesi stranieri
Secondo le stime degli esperti è poco probabile che le
perdite a danno dei russi, causate dal prelievo, ammonteranno a più di 1 miliardo di euro, anche
se riguarderanno i maggiori imprenditori russi che prediligono sistemi off-shore. In fondo, bisognerebbe
rallegrarsi che gli “ottimizzatori” incassino per i loro interventi e che continui a estendersi
il programma di “deoffshorizzazione”, annunciato dal presidente del paese. Soltanto
Vladimir Putin ha dichiarato di ritenere ingiusta la misura.
Secondo i dati dell’ambasciata russa, a Cipro risiedono circa 40mila cittadini russi, che, in una misura o nell’altra, saranno costretti a pagare per i problemi del sistema bancario dell’isola. Ma questo è ciò che emerge solo in superficie. Le correnti sotterranee appaiono assai più potenti di ciò che emerge in superficie.
Di fatto, a causa delle operazioni di congelamento delle transazioni per la Russia, crolla tutto il sistema di contabilità messo a punto nel corso di molti anni. Non appena è stata resa nota la decisione dell’Unione Europea, i rappresentanti di Gazprom si sono precipitati in soccorso ai ciprioti, offrendo sostegno finanziario al settore bancario del Paese, in cambio di licenze per l’estrazione del gas naturale nell’esclusiva zona dell’isola.
Il mondo degli affari russo è legato in misura notevole ai metodi off-shore. E Cipro resta il suo centro contabile. Perciò la necessità di riformattare il cash flow porterà necessariamente a perdite che si possono stimare in circa 1-1,5 miliardi di euro.
Un colpo fiscale anche per le banche russe (Vtb, Sberbank, Alfa-bank, ecc.), che finanziano intensamente le organizzazioni cipriote, spesso loro figlie. Se i pagamenti sui loro prestiti saranno congelati, dalla circolazione si perderanno circa 10 miliardi di euro. Ma com’è noto, se ai ricchi va male, a piangere sono i poveri, che finiscono col pagare. Si ritiene che società e banche faranno ricadere le loro perdite miliardarie sulle spalle dell’anello successivo della catena. È assai probabile che l’esito sarà un aumento delle commissioni sui servizi bancari.
Alcuni pensano che il denaro farà ritorno in Russia ed esistono dei presupposti per pensare che questa ipotesi abbia fondamento. Basti rilevare che i cittadini russi hanno diminuito in misura rilevante i loro trasferimenti di denaro a Cipro. Così se nel 2011 avevano trasferito nell’isola più di 1,5 miliardi di dollari, nel 2012 i trasferimenti sono stati di 900 milioni di dollari. Ma si ritiene, tuttavia, che la maggior parte dei flussi raggiungerà i tradizionali paradisi fiscali. Per esempio, la Svizzera, che non fa parte dell’Eurozona e che appare nella fase attuale il Paese più stabile.
La crisi internazionale del 2008, non prevista da nessuna teoria economica, che non sembra attenuarsi col ricorso a misure un tempo efficaci quali il versamento di denaro, impone ai poteri monetari l’adozione di nuove misure.
Per i Paesi avanzati il tentativo di risolvere i problemi finanziari ricorrendo al prelievo delle risorse economiche della popolazione appare nuovo. Ma in Russia questo metodo lo si conosce bene. Basti ricordare la riforma dell’inizio degli anni ’90 del secolo scorso o la crisi del 1998 quando la svalutazione dei risparmi provocò la diminuzione del valore delle obbligazioni statali. Ma ciò portò a una crisi di fiducia verso il sistema bancario che rallentò lo sviluppo economico.
Tuttavia, una decisione definitiva non è ancora stata presa. Resta ancora l’eventualità, che dato il panico scatenatosi tra i risparmiatori, il parlamento di Cipro non approvi le condizioni imposte dall’Unione Europea. Tra l’altro, lunedì 18 marzo 2013 la delegazione cipriota avrebbe dovuto avviare trattative con il Ministero delle Finanze russo sulla possibilità di estendere il credito in corso (2,5 miliardi di euro) e di ottenere un nuovo prestito. L’incontro è stato rinviato a mercoledì 20 marzo 2013. Insomma, sarà la Russia a dover salvare Cipro.
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