A destra il ministro russo degli Esteri Sergei Lavrov con Catherine Ashton, l'alta rappresentante dell'Unione Europea per la politica estera e di sicurezza (Foto: Reuters)
La Russia non conta più sull’abolizione dei visti con l'Ue in occasione delle Olimpiadi invernali di Sochi, ma Mosca spera di raggiungere l’obiettivo almeno per la fine del 2014. Questa è stata la richiesta principale durante i negoziati di Bruxelles del 19 febbraio 2013 tra il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e Catherine Ashton, l'alta rappresentante dell'Unione Europea per la politica estera e di sicurezza.
Mosca e Bruxelles stanno lavorando per l'abolizione dei visti in due direzioni: facilitazione del rilascio dei visti e completa abolizione dei visti per i viaggi brevi. E ci sono seri problemi in entrambi i casi.
Il 18 febbraio 2013 Bruxelles ha ospitato la terza riunione ministeriale della Dimensione Settentrionale, organizzazione che unisce Russia, Unione Europea, Islanda e Norvegia. Gli europei hanno espresso la speranza che la Russia sostenga la richiesta dell'Ue per lo status di osservatore permanente nel Consiglio artico, un influente organismo intergovernativo che coinvolge otto Paesi circumpolari, Russia compresa. Tuttavia, la Russia non è pronta per un simile passo. A Mosca considerano l'Unione Europea, così come la Nato, come "attori non-regionali", il cui “ingresso nell'Artico” dovrebbe essere scoraggiato. La Russia ha già mostrato alcune preoccupazioni per l'attività della Nato lungo il suo confine nord-occidentale. Per approfondimenti cliccare qui
La firma dell’accordo che parla di un alleggerimento del regime dei visti
esistente è bloccata a causa di un’unica questione in sospeso. Mosca insiste
sul fatto che il documento dovrebbe includere una clausola relativa all’abolizione
dei visti per i titolari di passaporti ufficiali, ma Bruxelles si oppone. I
diplomatici hanno cercato di risolvere la controversia per oltre un anno, ma senza
essere giunti finora ad alcun accordo.
Una fonte diplomatica dell’Ue ha riferito che se non fosse per le differenze di
vedute sui passaporti ufficiali, l'accordo potrebbe essere firmato a metà
marzo 2013. “Circa 15 membri della Commissione europea, tra cui Cecilia Malmström,
la commissaria europea per gli Affari
interni, arriveranno a Mosca per le consultazioni con il governo russo; si
tratta di una grande opportunità per siglare finalmente un documento che
potrebbe semplificare la vita di milioni di cittadini russi ed europei”, ha sottolineato
il diplomatico europeo.
La Russia non è d'accordo con questo approccio. Secondo una fonte diplomatica
russa, Mosca ha già ridotto il numero dei titolari di passaporto blu, che
dovrebbero avere il diritto di esenzione dal visto, da 150mila a 18mila, avendo
incluso nella categoria privilegiata solo i possessori dei passaporti ufficiali
biometrici.
L'Unione Europea ha obiettato che l'accordo per la facilitazione del rilascio del
visto prevede già vantaggi extra per i funzionari (delegati); se entrerà in
vigore, sarà più facile per i funzionari ottenere visti di ingresso multipli
per lunghi periodi.
Ma la controparte russa non lo ritiene un argomento appropriato. “Se non siamo
in grado di raggiungere un accordo su una categoria unita e affidabile come i
titolari di passaporti ufficiali, come possiamo farlo circa la prospettiva di
esenzione dal visto per tutti i cittadini”, ha commentato perplesso il diplomatico russo.
I funzionari europei vedono una possibile via d'uscita dall'impasse nei negoziati
in questo modo: la Russia e l'Unione europea concludono un accordo per la
facilitazione del rilascio del visto lasciando fuori la questione dei passaporti
di servizio, firmando al contempo un memorandum o una lettera di intenti in cui
si afferma che il tema impone alle parti di tornarci su in un secondo momento. Una fonte diplomatica russa, tuttavia, ha avvertito in anticipo, che “Mosca non
accetterà un tale scenario. In un secondo momento potrebbe significare
protrarre la questione troppo a lungo”.
L’implementazione di una lista di "passi comuni" per la completa abolizione dei visti (seconda direzione in cui si muove la negoziazione) procede anche con difficoltà. In precedenza, i funzionari russi avevano espresso la speranza che il regime senza visti con l'Ue fosse reso operativo in concomitanza con i Giochi Olimpici invernali di Sochi. Adesso, fonti del Ministero degli Esteri russo ammettono che raggiungere l’obiettivo entro una tale data è improbabile. Secondo queste fonti, a Mosca sperano che i visti possano essere aboliti almeno per la fine del 2014.
Una fonte diplomatica europea, tuttavia, ha avvertito che questa data non deve
essere considerata definitiva. “Siamo totalmente contrari a eventuali scadenze
artificiose”, ha detto.
L'Ue ha inoltre una richiesta per Mosca. In uno dei prossimi incontri con Sergei Lavrov, la
signora Ashton intende sollevare la questione dei dazi sulla rottamazione delle
autovetture importate in Russia, che le autorità russe hanno introdotto il 1°
settembre 2012. Nell'Ue, credono che questa pratica violi le regole del Wto. “Si tratta di una perdita di diversi miliardi di euro”, si è lamentata una
fonte di Bruxelles. Ai funzionari europei, inoltre, non piacciono le
restrizioni commerciali imposte da Mosca (in particolare, per l'importazione di
carne dalla Germania).
Risolvere tutti questi problemi nel corso del prossimo meeting è improbabile. Le parti potranno
continuare la discussione a metà marzo 2013 (in occasione delle consultazioni con il
governo di Mosca) e i primi di giugno 2013, in occasione del prossimo vertice Russia-Ue, che probabilmente si terrà a Ekaterinburg.
Testo pubblicato in versione ridotta. Per leggere la versione originale cliccare qui
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