Un ponte tra Mosca e il Vaticano

L'incontro del 18 maggio 2006 tra Papa Benedetto XVI  e il patriarca Kirill (Foto: AFP)

L'incontro del 18 maggio 2006 tra Papa Benedetto XVI e il patriarca Kirill (Foto: AFP)

Mentre la Chiesa cattolica va verso il conclave, quella russa si chiede se il nuovo pontefice darà una svolta alle relazioni intercristiane

Le dimissioni di Papa Benedetto XVI hanno sorpreso tutto il mondo cristiano, inclusi i rappresentanti della Chiesa ortodossa russa. Gli esperti, sottolineando l’importante progresso nei rapporti intercristiani raggiunti durante l’ultimo pontificato, sono sicuri che, chiunque diventerà il nuovo capo della Chiesa cattolica, non porterà a un peggioramento nel dialogo con la Chiesa ortodossa.

La curiosità

Come si elegge il Patriarca. Il capo spirituale della Chiesa russa ortodossa viene eletto con voto segreto dal Concilio locale - il consesso di elettori che può includere anche dei laici - fra tre candidati presentati dal Concilio dei vescovi, l’organo supremo di potere della Chiesa. Il Concilio locale può aggiungere un proprio candidato, se questi verrà sostenuto da almeno un quarto dei membri dell’assemblea. Il Concilio dei vescovi seleziona i tre candidati tra tutti i porporati che propongono la propria candidatura mediante una prima votazione preliminare. In caso di rifiuto di uno dei candidati, il suo posto verrà occupato dal candidato immediatamente successivo; mentre in caso di rifiuto da parte di tutti e tre i candidati si procederà a una nuova votazione. Viene eletto Patriarca il candidato che ottiene più della metà dei voti del Consiglio locale. Se ciò non dovesse verificarsi, si procede a un secondo turno di votazione da cui emergono due candidati. Nell’ipotesi in cui entrambi i candidati ottengano lo stesso numero di voti, il Patriarca viene scelto con un’estrazione a sorte

La posizione ufficiale di quest’ultima è stata espressa da Ilarion Volokalamskij, direttore del Dipartimento delle Relazioni esterne del Patriarcato di Mosca. "La decisione del Papa di abbandonare il suo incarico nella situazione contingente può essere interpretata come un atto di personale coraggio e umiltà", si legge nella dichiarazione di Volokalamskij.

La Chiesa ortodossa a sua volta è grata al pontefice per aver compreso i problemi che ostacolano una piena normalizzazione dei rapporti tra cattolici e ortodossi, specialmente in Ucraina occidentale. "Non resta che sperare che il suo successore proceda sulla stessa strada e che i rapporti tra cattolici e ortodossi continuino a crescere, per il bene comune di tutto il mondo cristiano", ha dichiarato il metropolita.

Anche il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill ha espresso un giudizio positivo sull’attività del pontefice, sostenendo che la posizione assunta da Benedetto XVI riguardo alle questioni fondamentali della società di oggi suscita rispetto, così come l’essere rimasto coraggiosamente saldo ai principi fondamentali legati alla tradizione apostolica.

Gli esperti chiamati in causa da Russia Oggi sono concordi nell’affermare che chiunque sarà il nuovo pontefice, non vi sarà un deterioramento nei rapporti con la Chiesa russa ortodossa. "La Chiesa cattolica considera la ricerca di uno scambio ecclesiastico e di un dialogo intercristiano più profondo un obiettivo importantissimo. E l’unità è fattibile, anche se è difficile ipotizzare una tempistica in questo senso, se si parla del prossimo futuro o ci vorranno secoli interi. L’elezione del nuovo Papa comunque non modifica questa opinione", sostiene padre Kirill Gorbunov, direttore del Centro informazioni dell’Arcidiocesi di Dio a Mosca.

Senza dubbio, la personalità del nuovo pontefice avrà il suo peso. Padre Kirill non esclude che il nuovo Vescovo di Roma possa non essere europeo e di conseguenza non conoscere così bene la Russia, come invece Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. "Ma il principio fondamentale su cui si basano i nostri rapporti è stato formulato e non ha senso aspettarsi grandi stravolgimenti. La storia e il progetto di Dio sono più grandi dei singoli individui", ha affermato con convinzione il rappresentante della Chiesa russa ortodossa.

Così come il segretario dell’Amministrazione delle parrocchie del Patriarcato di Mosca in Italia, padre Antonij Sevrjuk, in un colloquio con Russia Oggi, ha fatto notare che durante il pontificato di Benedetto XVI si è osservato un proficuo sviluppo del dialogo tra cattolici e ortodossi. "Abbiamo percepito un chiaro interesse da parte del Soglio Pontificio alla crescita dell’interazione con il mondo ortodosso. Ci auguriamo che anche durante il nuovo pontificato la continuità venga mantenuta e il dialogo proceda e rimanga intenso. Le nostre Chiese hanno molto da dire alla società di oggi che purtroppo si sta allontanando sempre di più dai principi dell’etica cristiana, interpretando in modo erroneo il concetto di diritto e libertà dell’individuo", ha affermato lo ieromonaco.

Il sacerdote Aleksij Jastrebov, rettore della parrocchia russa delle Sante Mirofore di Venezia – che fa parte dell’Amministrazione delle parrocchie della Chiesa ortodossa russa in Italia –osserva che nel corso dell’ultimo pontificato la posizione della Chiesa ortodossa russa è stata più ascoltata. "Il rapporto è diventato in buona misura quello che si ha con una Chiesa sorella, piuttosto che con un rivale. Qui in Italia si è avvertito in special modo. Gli ortodossi hanno un ottimo rapporto con la persona e l’operato del Papa uscente. Nonostante all’interno della Chiesa cattolica, guidata per la prima volta dalla fine degli anni Settanta da papi non italiani, si sia mantenuta la direzione tracciata nel Concilio Vaticano II, i tempi erano diversi. Molto dipendeva e dipende ancora dagli umori e dall’atteggiamento dei vescovi cattolici nei confronti della Chiesa ortodossa russa. Personalmente non mi aspetto una sostanziale inversione di rotta", ha aggiunto padre Aleksij.

Roman Silantev, direttore del Centro di Geografia delle religioni, ritiene che, se il nuovo Papa sarà europeo, è molto probabile che i rapporti tra il Soglio Pontificio e il Patriarcato di Mosca rimangano immutati. "Benedetto XVI ha lasciato i rapporti con la Chiesa ortodossa in buono stato. Anche in Russia si spera che il suo successore li mantenga tali. Se, tuttavia, il nuovo Vescovo di Roma dovesse venire dall’America Latina o dall’Africa i rapporti potrebbero cambiare. Gli stessi cattolici però sono interessati a un Papa del Vecchio Continente, dato che è in Europa che ora si concentrano le questioni più importanti per la Chiesa", constata il teologo.

Alexei Judin, segretario responsabile dell’Enciclopedia cattolica russa, concorda sul fatto che durante l’ultimo pontificato i rapporti si sono stabilizzati; inoltre la stessa figura di Ratzinger come eccellente teologo suscitava interesse nel mondo ortodosso. Adesso entrambe le Chiese devono affrontare problemi globali che le avvicinano. La Chiesa russa intensifica l’attività missionaria e in quest’opera le servirà una mutua assistenza pastorale.

"È importante ricordare che per un europeo l’Oriente cristiano, inclusa l’ortodossia russa, è un argomento che lo riguarda da vicino. Non importa com’era la persona prima dell’assunzione al Soglio Pontificio; dopo dovrà certamente cambiare. È possibile che un Papa africano o sudamericano dimostri un’energia che prima non si poteva immaginare e imprima una nuova dinamica al dialogo ecumenico. In ogni caso le previsioni sulla crescita dei rapporti sono positive", conclude lo storico delle religioni.

L'articolo è stato pubblicato sull'edizione cartacea di "Russia Oggi" del 28 febbraio 2013

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