L'aeroporto di Simferopoli (1.230 chilometri a sud di Mosca) è l'unica via di accesso diretto da e verso la Crimea. La comunicazione via mare richiede tre scali. Mentre la ferrovia è ancora inesistente visto che la tratta in costruzione, che passerà intorno all'Ucraina, dovrebbe essere aperta a settembre di quest'anno. Il ponte Kerchenskij invece è atteso per la fine del 2018 e permetterà di raggiungere la Crimea in auto.
Così gli aerei qui atterrano ogni 10-15 minuti e sono quasi sempre pieni. Eppure non ci sono abbastanza turisti per i tassisti improvvisati del luogo. Una folla ci si avventa addosso all'uscita dal gate. E al nostro rifiuto bisbigliano alle spalle inferociti.
Il loro concorrente principale è il tram della città che in due ore e mezzo raggiunge Yalta (un centro turistico a 1.280 chilometri a sud di Mosca) percorrendo la costa meridionale della Crimea. Il biglietto costa 129 rubli (2,1 dollari) contro i 1.000 rubli (16,9 dollari) in contanti per il taxi e la differenza in termini di tempo non è significativa: la strada è comunque in pessime condizioni e il traffico è intenso.
Ai bordi dei marciapiedi ci sono montagne di immondizia. Yulia Minaeva, la nostra compagna di viaggio incontrata per caso, è un'insegnante di russo e dice ridendo che non tolgono la spazzatura dalla Crimea più o meno da quando è comparso il tram sul quale stiamo viaggiando (1959).