Dopo una passeggiata nel bosco, Viktor Morozov, abitante di Krasnodar, ha notato su una gamba, sotto al ginocchio, una grande macchia rossa. Non ci ha fatto caso, pensando che fosse una semplice irritazione. Un mese dopo, tuttavia, ha sentito una strana tensione negli arti. Due mesi dopo una forte debolezza alle gambe. Per andare al lavoro ha dovuto iniziare a usare un bastone. Anche stare al computer gli faceva male: persino di sera doveva mettersi gli occhiali con lenti scure.
Dopo decine di test i medici hanno stabilito la causa: Malattia di Lyme (detta anche borreliosi). La quantità di anticorpi anti-Borrelia nel sangue di Viktor superava infatti la norma di 16 volte. Sei mesi prima l’uomo era stato morso da una zecca infetta. Da allora la malattia era diventata cronica, colpendo anche il sistema nervoso.
Talvolta le persone per anni non riescono a capire perché hanno fatica a muovere gli arti, perché hanno dolori alle articolazioni e difficoltà ad articolare le parole. Fino a quando non cominciano a sospettare delle zecche…
Essendo molto piccola, la zecca viene spesso scambiata per un neo. Il maschio degli Ixodidae, del tipo più diffuso in Russia, è lungo 2,5 mm, la femmina può raggiungere 4,5 mm.
Si tratta di animali della sottoclasse di aracnidi che si nutrono di sangue. Di solito i loro donatori sono gli animali selvatici e domestici, e gli uccelli. Spesso, però, scelgono l’uomo come loro ospite.
“Contrariamente a quanto si crede, le zecche non cadono dagli alberi e non fanno dei salti. Si appostano sull’erba o sugli arbusti”, spiega Olga Germant, ricercatrice dell’Istituto di disinfettologia che fa capo al Rospotrebnadzor (l’ente russo preposto alla tutela dei diritti e del benessere dei consumatori). “La zecca si arrampica su un filo d’erba, al quale si aggrappa con tre paia di zampe. Le zampe anteriori le alza in aria, come per pregare. Sulle estremità delle zampe anteriori ha uncini e ventose, con i quali si attacca alla vittima”.
Per quanto riguarda l’ospite, la zecca non è molto selettiva, reagisce al calore. Agganciandosi al potenziale “donatore”, l’animale sale su, cercando un posto comodo. Di solito, la persona ha 30 minuti per accorgersi della presenza indesiderata e togliere la zecca prima che cominci la penetrazione.
I maschi succhiano il sangue soltanto per alcune ore e non ingrossano più di tanto. Le femmine possono attaccarsi per alcuni giorni e gonfiarsi fino a 10 mm, bevendo una quantità di sangue che supera di 100 volte il loro peso. Di per sé, il morso non è pericoloso, nel mondo ci sono centinaia di creature varie che si nutrono di sangue. Sono da temere, invece, le malattie che dalle zecche possono essere veicolate, di cui alcune possono avere conseguenze gravi o addirittura letali.
Chi è vissuto ai tempi dell’Urss, ricorderà che all’epoca si poteva passeggiare tranquillamente nei boschi senza temere le zecche, perché ogni anno, prima del risveglio di questi animali, i boschi e i campi venivano trattati con apposite sostanze, che venivano distribuite da elicotteri.
Il trattamento viene effettuato anche oggi, ma gli insetticidi moderni sono meno efficienti. Nell’Urss le zecche si combattevano con il diclorodifeniltricloroetano (DDT). Questa sostanza si rivelò talmente efficiente contro gli acari, le Anopheles (portatrici di malaria) e altri insetti, che il chimico svizzero Paul Muller, che ne scoprì le proprietà insetticide, nel 1948 fu insignito del premio Nobel. Col tempo, però, fu accertato che il veleno si accumulava nelle piante e attraverso la catena alimentare finiva nell’organismo degli animali e dell’uomo. Pertanto, in Russia, come in molti altri Paesi, il DDT non viene più usato.
Ogni anno, dopo un morso della zecca, 500 000 persone si fanno visitare dal medico. Quasi 1.500, negli ultimi 10 anni, sono morte.
Oltre alla borreliosi (Malattia di Lyme), le zecche possono essere portatrici di un’altra pericolosa malattia , l’encefalite virale da zecche, che colpisce l’encefalo e il midollo spinale. L’encefalite è meno frequente della malattia di Lyme, ma il suo decorso è più complicato e gravido di conseguenze gravissime, sino all’esito letale (il tasso di mortalità, nel caso della zecca europea, è dell’1-2%, con la zecca dell’Estremo Oriente raggiunge il 20-25%). Le conseguenze di questa malattia possono essere la paralisi, terribili cefalee, il coma, la perdita dell’udito o della vista e, infine, il decesso.
In totale, le zecche possono veicolare 300 malattie varie. Sebbene solo una piccola parte di esse sia contagiosa per l’uomo, alcune sono pericolosissime (per esempio, la febbre emorragica di Crimea-Congo e la rickettsiosi, provocata da Rickettsia sibirica). Circa il 20% delle zecche è portatrice di diverse malattie contemporaneamente, ma visivamente è impossibile stabilirlo. Per questo la zecca deve essere portata quanto prima in laboratorio. L’analisi deve essere fatta nell’arco di uno, massimo due giorni.
“Ieri, mentre stavo sfogliando le foto che ho scattato nel Parco nazionale degli Stolby di Krasnojarsk, ho notato che, nel parco, i cartelli che segnalano le presenza di orsi e quelli che mettono in guardia contro le zecche sono presenti in quantità pressoché uguali. I miei amici siberiani mi hanno “obbligato” a fare il vaccino prima di andare da loro”, ci racconta la sua esperienza il nostro redattore Erwann Pensec.
Il Rospotrebnadzor (il Servizio federale per la tutela del benessere della persona) ogni anno pubblica l’elenco delle regioni pericolose. Attualmente l’elenco comprende 47 regioni, tra cui non solo gli Urali e la Siberia, con le loro foreste sterminate, ma anche la Regione di Mosca, la Regione di Leningrado e persino San Pietroburgo. Le zecche sono in agguato non solo nei boschi e nei campi, ma anche nelle dacie, nei cimiteri, nei parchi e nei giardini delle città.
“Ogni fine settimana porto a spasso il cane nel parco di Serebrjannyj bor. Sebbene gli metta il collare antizecche e usi uno speciale spray, tutte le volte, dopo la passeggiata, trovo sul cane circa 5 zecche che si muovono nel pelo e un paio già saldamente ancorate”, ci ha detto il giornalista Pavel Orlov.
A differenza della malattia di Lyme, per l’encefalite c’è un vaccino, ma per ora, in Russia, la vaccinazione contro l’encefalite da zecche non è un fenomeno di massa.
Teoricamente, il vaccino dovrebbe essere fatto 6 mesi prima di recarsi nella località “pericolosa” (se il viaggio è programmato in estate, conviene vaccinarsi già durante l’inverno) o, come minimo, un mese e mezzo prima. Sono necessarie due dosi, e l’intervallo tra la prima e la seconda è di quattro settimane. Dopo 12 mesi occorre rivaccinarsi. Per acquisire l’immunità dopo la vaccinazione ci vogliono almeno due settimane, pertanto la seconda dose deve essere inoculata almeno 2 settimane prima di entrare nella zona endemica. Comunque, la seconda dose garantisce la protezione del 95%.
La triste statistica delle malattie provocate dalle zecche dipende in gran parte dall’atteggiamento delle persone. È più probabile che si rivolgano al laboratorio gli abitanti delle grandi città. Paradossalmente, gli abitanti delle campagne, specie nelle regioni “pericolose”, dove le persone sono abituate a trovarsi addosso delle zecche diverse volte durante l’estate, non si fanno mai prendere dal panico: l’atteggiamento è filosofico, la gente preferisce semplicemente togliersi di dosso i parassiti.
La malattia di Lyme viene curata con antibiotici; se la cura viene iniziata tempestivamente, la malattia passa senza conseguenze. Tuttavia, molte persone si rivolgono al medico soltanto dopo mesi o anni, perché il decorso della malattia è asintomatico (per questo viene spesso chiamata malattia invisibile).
Il morso della zecca non sempre è accompagnato dal rossore e dal gonfiore. Talvolta il morso non lascia nessuna traccia.
Anche il test degli anticorpi non sempre può rivelare la malattia. Nel caso di Malattia di Lyme (borreliosi), gli anticorpi compaiono 3-4 settimane dopo il morso (talvolta anche più tardi), quando la malattia può già aver investito gli organi interni. Il 10% degli infetti non dimostra alcuna presenza di anticorpi. Per questo motivo i medici sottolineano che è molto importante portare la zecca che ha morsicato la persona in laboratorio per le analisi.
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