Cosa c’è da sapere su “Team Spirit”, la squadra russa di eSport campione del mondo

Dota 2 The International
Questi cinque ragazzi (il più vecchio ha 23 anni) hanno alzato il trofeo più importante nel campo degli sport elettronici, quello di “Dota 2 - The International” e sono rientrati in Russia con un premio di oltre 18 milioni di dollari, accolti come eroi e con le congratulazioni persino del presidente Putin

“Che storia, che corsa, che sogno!”, urla a squarciagola il presentatore, mentre volano ovunque i coriandoli della cerimonia di premiazione e cinque giovani alzano al cielo l’“Egida dei Campioni”, un titolo in bronzo e argento con i loro nomi incisi sulla base. Uno dei ragazzi alza lo scudo sopra la testa, un altro, rasato a zero, si siede, e, nascondendo il viso tra le mani, sembra quasi incredulo del successo appena riportato.

Ecco come viene premiata la squadra russa di eSport “Team Spirit”, che ha vinto il principale campionato mondiale di Dota 2 - The International. In finale, i russi hanno battuto la squadra cinese PSG.LGD con il punteggio di 3:2. Questa è la prima vittoria di una squadra russa nella storia delle competizioni di Dota 2.

Premio in denaro e congratulazioni del presidente

“La composizione finale della squadra è stata determinata solo all’inizio del 2021, quindi nessuno credeva in questi ragazzi, ma hanno vinto grazie alla buona preparazione”, ha detto, in un’intervista al canale “360”, Pavel Golubev, direttore dell’Associazione per lo sviluppo degli eSport.

“È come vincere il Mondiale di calcio o qualsiasi altro campionato del mondo in uno sport prestigioso. Questa è una competizione a cui ogni gamer e cyber sportivo sogna di partecipare; questo non è solo un evento importante, è un evento super importante”, ha spiegato Golubev.

La maggior parte dei membri del team spenderà il premio in denaro nell’acquisto di immobili. Gli utenti dei social network russi hanno immediatamente reagito con i meme.

“Cinque ragazzi hanno ricevuto 18,2 milioni di dollari giocando a Dota 2. Come state voi in ufficio?”, ha scritto Artjom Derjagin, un utente su Twitter.

All’aeroporto di Vnukovo, dove la squadra è arrivata dopo la competizione, i giocatori sono stati accolti con uno striscione interattivo di congratulazioni.

Anche il presidente russo Vladimir Putin si è poi congratulato con la squadra.

“Nel cammino verso la finale, avete dimostrato eccezionali doti di leadership e coesione, e nella sfida decisiva, che è diventata una vera prova di abilità e carattere, siete riusciti a concentrarvi e a prendere l’iniziativa nei confronti di rivali forti nel momento più cruciale”, ha detto il presidente.

La depressione e la rinascita

Il ventitreenne Jaroslav “Miposhka” Najdenov, membro più anziano della squadra e suo capitano, aveva già giocato in questo campionato nel 2017 come parte di un’altra squadra. Allora entrò in classifica tra i primi dieci migliori giocatori e venne considerato un capitano promettente, ma la gloria fu solo temporanea. Di conseguenza, nel 2019, è caduto in depressione.

“A un certo punto ero da solo in un appartamento in affitto vuoto a San Pietroburgo. Intorno c’era un ambiente opprimente: un materasso, un tavolo con un computer e un lavandino in una cucina non ristrutturata. Mi svegliavo, mi sedevo lì e non facevo niente per quattro ore. Giovavo anche poco e male, ed ero costantemente rosicchiato dal senso di colpa. È stato il periodo più difficile della mia vita”, ha ricordato Najdenov.

Un anno dopo, è entrato nel Team Spirit e dopo la vittoria della squadra ha pubblicato un video su Twitter in cui felice si mangiava un hamburger e parlava del segreto del successo.

“La questione non sta solo nell’hamburger […] Ogni volta, prima di andare a letto, immaginavo come sarei stato se avessi vinto, provavo a immaginare le mie emozioni […] Visualizzavo questo momento per tutto il tempo, forse questo è stato decisivo”, ha detto Jaroslav.

Il lavoro a 13 anni e il sacrificio al dio Dota

Il membro più giovane della squadra, Ilja “yatoro” Muljarchuk, viene dall’Ucraina e ha solo 18 anni. Ha iniziato a giocare a Dota nel 2013 e presto ha iniziato a saltare la scuola per giocare. Semplicemente non riusciva ad alzarsi alle sette, perché rimaneva a giocare fino alle quattro del mattino. Al malcontento dei suoi genitori ha risposto senza giri di parole: “Meglio che stia a casa a giocare al computer, che non che vada in giro a bere e fumare”. Secondo Ilja, loro hanno ingoiato il boccone amaro.

Per fare soldi per comprarsi un computer più potente, all’età di 13 anni si è trovato un lavoro come merchandiser e ha lavorato per sei mesi. Sognava di diventare un giornalista o uno scienziato forense, ma alla fine è entrato “in una università per diventare un geologo”, ma dopo essere stato ammesso non si è presentato neppure a una sola lezione.

Durante il campionato, Ilja si è rasato la testa e ha detto che lo ha fatto in nome del dio Dota, per vincere.

Dota 2 al posto di una carriera da medico o da modello

Il resto dei partecipanti ha deliberatamente scelto di rinunciare al lavoro e allo studio per potersi allenare.

Il ventenne Aleksandr “Torontotokyo” Hertek di Tuva, a quanto racconta, è stato un bullo fin dall’infanzia e gli anime lo hanno aiutato a “crescere più gentile”. Dopo la scuola, è entrato alla Facoltà di matematica e tecnologia computazionale dell’Università Statale di Mosca, ma durante il secondo anno di corsi l’ha abbandonata per giocare di più. Allo stesso tempo, ha lavorato come amministratore di sistema e cameriere, crede che queste professioni lo abbiano aiutato a socializzare.

“Lavorare nel personale di servizio mi ha aiutato a capire le persone e a crescere come persona. […] Ho capito che camerieri, cuochi e addetti alle pulizie sono persone con i propri problemi, la propria vita. In seguito ho sempre cercato di lasciare una mancia”, ha affermato.

Il diciannovenne Magomed “Collapse” Khalilov di Makhachkala gioca dal 2017 e voleva diventare medico: è entrato all’università, ma poi ha preso un congedo accademico per l’eSport.

Miroslav Kolpakov, 21 anni, ha lavorato come modello prima della sua carriera negli eSport.

“È stata la sensazione più piacevole della vita, non per essere arrivato in top tre, ma perché ho vinto con i miei compagni di squadra. Siamo cinque amici a cui piace giocare a Dota insieme. Ero un cattivo giocatore, ma i ragazzi mi hanno dato una possibilità e in due mesi ho capito come si fa”, ha detto Kolpakov.

LEGGI ANCHE: Professionisti dei videogiochi: i russi che per mestiere (ben pagato) aiutano i gamer a vincere

Per utilizzare i materiali di Russia Beyond è obbligatorio indicare il link al pezzo originale

Questo sito utilizza cookie. Clicca qui per saperne di più

Accetta cookie