Cosa c’è di così tanto speciale nell’anima russa?

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Enigmatica, premurosa, cupa… Ne hanno parlato artisti e poeti, ma ancora oggi è un concetto difficile da definire. Abbiamo chiesto ai nostri lettori come percepiscono l’anima russa e in che modo, secondo loro, è diversa dalle altre

Spesso chi scrive articoli o guide turistiche sulla Russia non perde occasione per parlare della “misteriosa anima russa”. Per scoprire quest’anima, la cosa migliore è visitare qualche città di provincia, con il cremlino e le chiese dalle cupole a cipolla, dove gli abitanti locali accolgono i turisti con gli abiti tradizionali, offrendo pane e sale

Ma cosa accade se eliminiamo queste immagini idilliache e bucoliche? Esiste ugualmente “un’anima russa” o è solo uno dei tanti stereotipi che avvolgono questo paese?

Chi ha inventato l'anima russa?

Questo concetto ha iniziato a diffondersi all’estero grazie ai classici della letteratura russa. Il primo a introdurlo fu il poeta Aleksandr Pushkin con il suo “Evgenij Onegin”; seguirono Dostoevskij che ne parla ne “L’idiota” e il filosofo Nikolaj Berdyaev. Ma le riflessioni sull’anima russa interessarono anche Ivan Turgenev, Lev Tolstoj, Nikolaj Gogol e Anton Cechov.

Ma un vero e proprio boom di interesse si registrò durante il periodo sovietico, quando sulla mappa del mondo apparve un nuovo paese e all’estero si cercava di capire che tipo di persone vivessero in questo “mondo parallelo”. La cortina di ferro del dopoguerra e l'isolamento del paese dall'Occidente capitalista diedero origine a un numero enorme di miti assolutamente sbalorditivi: si credeva che tutti in Russia bevessero vodka, suonassero la balalaika e che gli orsi camminassero per le strade. 

Le guide turistiche sovietiche, poi, erano “felici” di alimentare questi luoghi comuni, “russificando” il più possibile il viaggio dei pochi stranieri che visitavano la “terra dei cremlini”. Ai turisti venivano mostrate le antiche città dell'Anello d'Oro, i lussuosi palazzi di San Pietroburgo e le chiese ortodosse con le cupole a forma di cipolla. Nei ristoranti mangiavano borsch e frittelle e seguivano gli intrattenimenti degli artisti popolari russi. Questo è in parte il motivo per cui coloro che visitavano l’URSS ricordavano solo ciò che era permesso loro vedere e ciò che veniva raccontato loro, anche a proposito dell'anima russa. Col tempo, questa frase è diventata una specie di “marchio” della Russia. Il che non è male, in realtà. 

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Cosa pensano i nostri lettori?

Abbiamo chiesto ai nostri lettori se credono nelle peculiarità dell'anima russa.

A quanto pare, la maggior parte di loro ci crede profondamente e cita i classici della letteratura russa. 

“Chiunque abbia familiarità con Dostoevskij ha sentito parlare della misteriosa Anima Russa. Penso che ‘I fratelli Karamazov’ sia la miglior porta d’accesso all'anima russa per gli stranieri”, scrive Kunal Ganguly. 

“Per me, rappresenta il filo che lega i russi tra di loro, la storia condivisa, la mitologia e la letteratura che unisce ogni anima russa. È qualcosa di simile alla dolcezza di Sonya e Levin, ma con l'innocenza del principe Myshkin e un tocco di mistero come in padre Zosima".

“L’anima russa avvolta dal mistero ha le seguenti caratteristiche: è amorevole, premurosa, umana, rispettosa, gentile, pittoresca, un po' superstiziosa, ben educata, cavalleresca, enigmatica, un po' cupa, generosa e con una certa propensione alla sperimentazione”, dice Mohamed Rafi.

Peti Stefanov definisce i russi “massimalisti”: “Fanno le cose estremamente bene, perfette, oppure estremamente male... ma si bilanciano a vicenda e questo mi piace”, scrive. “È questo secondo me lo spirito russo”.

Sandra Vasić descrive l'anima russa come “calore e bontà per il prossimo, senza chiedere nulla in cambio”.

Ovviamente le risposte sono state le più svariate, e c’è anche chi sostiene che “l'anima russa non esiste” e che è “intrisa di mistero”.

L'anima russa è solo... russa?

È interessante notare che oggi ci sono più stranieri che sfatano lo stereotipo della “misteriosa anima russa”. E i loro argomenti sono piuttosto validi: in primo luogo, fanno notare che tutte le persone sono diverse; in secondo luogo, ci sono più di 200 etnie che vivono in Russia, non solo i russi!

Fra loro c’è anche lo scrittore tedesco Jens Siegert, che vive a Mosca da quasi 30 anni e ama profondamente questo paese. “Tutti parlano della ‘misteriosa anima russa’, ma non esiste! Si potrebbe anche parlare dell'anima tedesca, francese, ecc. Le persone di qualsiasi paese hanno i loro tratti nazionali e mentalità diverse. Il concetto di ‘anima russa’ fa una media e smussa la complessità e la diversità del popolo russo”, dice. 

Anche il giornalista britannico Oliphant Roland è d'accordo con lui e fa notare che la Russia è un “paese incomprensibilmente enorme” dove una varietà di persone vive in una varietà di condizioni geografiche, culturali e sociali.

“Il problema principale del concetto di anima russa è che è impossibile dire a chi si applica esattamente”, scrive. In generale, egli ritiene che, in un paio di decenni, questo termine diventerà obsoleto e finirà nell'oblio.

Voi cosa ne pensate?

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