La Nave di Cristallo. Ha un nome affascinante e suggestivo il progetto che sorgerà sul lungofiume della Neva, a San Pietroburgo, laddove un tempo si trovava il cantiere navale imperiale. Il progetto, che porta la firma dello studio di architettura giapponese “Nikken Sekkei”, prevede la realizzazione a punta Okhtinskaya di un edificio di 28 metri. Così come suggerisce il nome, la struttura avrà la forma di una grande imbarcazione trasparente e nascerà al posto di una vecchia area industriale ormai in disuso.
La forma dell’edificio non è casuale: in passato qui sorgeva uno dei più importanti cantieri navali fondati all’epoca di Pietro I. “Secondo l'idea dei progettisti, la facciata in vetro, poggiata su un telaio metallico, darà l’impressione di un palazzo letteralmente sospeso nel vuoto. Si tratta di un modello architettonico unico per un edificio di tali dimensioni: sarà come se si librasse in cielo”, ha spiegato Elena Ilyukhina, membro del consiglio di Gazprom Neft, il colosso petrolifero proprietario dell’area e che sosterrà le spese del progetto.
A quanto pare, la compagnia prevede di trasferire la sua sede proprio nella Nave di Cristallo (fino a prima, invece, si parlava del grattacielo Lakhta Center).
Secondo il progetto, la maggior parte del complesso sarà adibito a spazio pubblico, mentre gli uffici di Gazprom occuperanno la parte superiore. L’edificio ospiterà quindi bar, ristoranti, gallerie commerciali e un giardino invernale.
All’esterno sorgerà un parco con anfiteatro, fontana e una terrazza panoramica affacciata sul fiume Neva, dove, durante la bella stagione, “sarà possibile fare yoga all’aperto”.
Il fiore all’occhiello del progetto sarà un grande arco che, oltre a essere adibito a punto panoramico, servirà da collegamento tra le due parti dell’edificio; al di sotto sorgerà uno specchio d’acqua, dall’effetto visivo molto suggestivo.
“Abbiamo creato una porta simbolica tra i due edifici, dalla quale si apre un belvedere sulla Cattedrale di Smolnij (conosciuta anche come cattedrale della Resurrezione, ndr). È stato utilizzato il principio giapponese dello “shyakkei” (借景), una tecnica che sfrutta il paesaggio, incorniciandolo come in un quadro”, ha raccontato il direttore esecutivo dell'ufficio giapponese Fadi Jabri alla rivista pietroburghese Sobaka.
Non si conoscono ancora i tempi precisi per la realizzazione dell’opera, ma si prevede che l’intero complesso dovrebbe essere pronto nell’arco di 4-5 anni.
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