La diffusione del coronavirus in Russia raggiungerà il picco solo alla fine di aprile o all’inizio di maggio 2020. Lo ha affermato in un’intervista alla “Parlamentskaja Gazeta”, giornale ufficiale dell’Assemblea federale (il Parlamento russo), il dottore in Scienze Biologiche, accademico dell’Accademia Russa delle Scienze, Mikhail Kirpichnikov. Secondo lui, è in quel periodo che il Paese avrà il maggior aumento di pazienti con Covid-19 e il numero più alto di morti.
Al 15 aprile i casi accertati nel Paese sono 24.490 (con una crescita di 3.388 nelle ultime ventiquattr’ore) Ci sono già 1.986 guariti e 198 morti. Qui i dati aggiornati.
“Dopo il picco, raggiungeremo poi un plateau, una sorta di ‘altipiano dei contagi’ e per quanto tempo andrà avanti costantemente è difficile dirlo. Prima di tutto, è necessario rispettare le misure sanitarie ed epidemiologiche che il governo suggerisce”, ha detto l’accademico.
Allo stesso tempo, al culmine della pandemia a Mosca, si potrebbero registrare 20-25 mila infetti da Covid-19 [al 15 aprile nella capitale sono 14.776, il 60% del totale], ha suggerito lo specialista russo in malattie infettive, consigliere del direttore dell’Istituto centrale di ricerca epidemiologica del Rospotrebnadzor, il Servizio federale russo per la difesa dei diritti e della salute dei consumatori, e accademico dell’Accademia Russa delle Scienze, Viktor Maleev.
Secondo lui, nel momento in cui il picco dell’epidemia a Mosca inizierà a diminuire, nelle altre regioni il numero di persone infette continuerà però a crescere.
Le autorità russe sperano in previsioni più ottimistiche. Il vice primo ministro Tatjana Golikova ha dichiarato il 12 aprile che i primi effetti delle misure di auto-isolamento e distanziamento sociale si prevede che saranno visibili già tra il 14 e il 16 aprile.
“Vorremmo arrivare al plateau, perché per ora stiamo solo crescendo, e questi tre giorni fino al aprile potrebbero dirci qualcosa di importante: se stiamo arrivando al picco o se cresceremo ancora per un po’ di tempo”, ha detto la vice premier.
Secondo la vice premier Tatjana Golikova, la Russia non avrà certamente modo di “uscire completamente da questa situazione” entro il 9 maggio, Giorno della Vittoria. Secondo le sue previsioni, la Russia sarà in grado di togliere completamente le misure restrittive entro giugno 2020. Tuttavia, ciò è possibile a condizione che i russi osservino rigorosamente il regime di auto-isolamento domestico.
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Lo specialista russo in malattie infettive Viktor Maleev concorda sul fatto che la diffusione del coronavirus potrebbe concludersi nel giugno 2020, specificando però che questa previsione è “la più ottimistica”.
Il professor Anatolij Alshtejn, dottore in scienze mediche, ha osservato che la Russia potrà dire di aver sconfitto completamente il coronavirus quando l’ultimo paziente guarirà e da quel momento saranno passati 14 giorni. Alshtejn ha precisato che l’auto-isolamento non potrà essere tolto immediatamente in tutte le città della Russia.
“La fine dell’epidemia potrebbe non essere improvvisa e completa. Rimarranno alcune ‘code’. Sarà necessario diagnosticare le persone, e condurre un regime parziale di auto-isolamento per determinate categorie. Non ci sarà un veloce ritorno alla vita normale”, di questo Alshtejn è sicuro.
Utilizzando la ricerca matematica, uno degli utenti di Habr.com ha calcolato che, con l’attuale regime di auto-isolamento, il picco della pandemia dovrebbe arrivare in 37 giorni, ovvero oltre l’inizio di maggio, e con numeri molto alti.
“Il numero di pazienti con coronavirus in Russia sta aumentando di oltre il 25% ogni giorno. Ciò significa 10 volte in 10 giorni, 1000 volte al mese. A questo ritmo, tra un mese avremo centinaia di migliaia di pazienti. Le misure di quarantena più rigorose saranno in grado di ridurre della metà il tasso di crescita dell’incidenza giornaliera, al 13% (prendendo come esempio l’Italia). Le misure di quarantena, però, distruggono l’economia e non raggiungono l’obiettivo: ridurre il carico per il sistema sanitario a un livello accettabile”, sostiene l’autore della pubblicazione.
A suo avviso, molto più facile sarebbe ridurre il tasso di crescita dell’incidenza tra gli anziani e i pazienti cronici in pensioni e case di riposo, grazie a un rigorosissimo isolamento con tanto di intervento della Guardia Russa e con personale sanitario costretto a restare rinchiuso all’interno delle strutture: in questo caso, secondo i suoi calcoli, il numero di persone infette da coronavirus potrebbe essere sensibilmente ridotto. “Per gli altri cittadini russi, la quarantena potrebbe così essere revocata o alleggerita”, dice l’autore.
Il proprietario della holding di investimento AEON Corporation, Roman Trotsenko, il 9 aprile, nell’ambito del vertice online “Il business dopo la pandemia”, ha dichiarato che il 30% delle attività in Russia non ce la farà a riaprire.
Allo stesso tempo, i cittadini si aspettano un calo delle entrate: per alcuni anni le persone spenderanno molti meno soldi, Trotsenko ne è sicuro.
Inoltre, molte aziende che hanno spostato a casa i propri dipendenti, continueranno con questa pratica dopo l’epidemia, sostiene Denis Sokolov, capo del dipartimento di ricerca dell’agenzia immobiliare per il commercio Cushman & Wakefield. “E molti eventi e forum di massa saranno trasferiti in modalità online”, ha affermato.
Molti negozi non alimentari andranno online. I posti rimasti vuoti nei centri commerciali inizieranno a essere consegnati alle persone che lavorano individualmente e da remoto, ha affermato il rettore della Scuola economica russa, Ruben Enikolopov. Secondo lui, il coworking, con le dovute misure di sicurezza, apparirà non solo nei centri cittadini, ma anche nelle aree residenziali.
Le scuole torneranno pian piano al lavoro in classe, Enikolopov ne è sicuro, ma i genitori iscriveranno più spesso e volentieri i loro figli a vari corsi online.
Infine, la Russia dovrà investire più denaro nella medicina.
“Oggi, come mai prima d’ora, è chiaro quali siano i rischi dei Paesi il cui sistema sanitario non è in grado di rispondere adeguatamente alle minacce che si presentano. La crisi in Russia sarebbe potuta essere meno diffusa se avessimo avuto, ad esempio, un sistema più avanzato per la diagnosi delle malattie”, chiosa il rettore.
È pronto il sistema sanitario russo a reggere al picco dell’epidemia di Covid-19?
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