L’ex candidata alla presidenza della Russia e popolare show-woman Ksenija Sobchak, fasciata in un abito bianco e nero, è sdraiata su una chaise longue con le gambe accavallate. Il braccio sinistro è dolcemente sollevato sopra la testa, con il destro tira un po’ su il vestito, scoprendo sensualmente l’attaccatura delle calze.
“Mi puoi fare una foto che mi faccia guadagnare un sacco di like?”, chiede alla modella e star di Instagram Darija Konovalova.
“Ksenia, per quello ti devi spogliare!”, le risponde lei. Ma, allo spogliarello per fortuna non si arriva.
Inizia così la puntata dello show online di Ksenija Sobchak intitolata “L’alta società contro le ragazze in costume”, che ha già superato in pochi giorni i 3,3 milioni di visualizzazioni su YouTube e generato un infinito numero di discussioni sui social network. La domanda chiave è: dà la popolarità su Instagram il diritto alle influencer di frequentare le soirée del bel mondo e le feste di “Vogue” e di indossare costosi abiti di Chanel?
Gli abiti dei grandi brand dovrebbero essere regalati o dati in uso solo a star del livello di Monica Bellucci e alle donne dell’alta società, non certo alle ragazze famose su Instagram, perché questo danneggia la reputazione del brand, e il capo stesso finisce per perdere la sua esclusività. Così ritiene una delle partecipanti alla discussione, Viktorija Sheljagova, moglie di un magnate delle pompe funebri e protagonista della vita sociale moscovita.
“Queste ragazze si ritrovano a indossare quegli abiti gratis e te, come una scema, te li sei pagati. Io ritengo che lo street-style e i blogger abbiano distrutto il lusso”, ha rincarato la dose.
Dalla sua parte ci sono l’amica di un ex pezzo grosso dell’amministrazione di Mosca, Natalija Jakimchik, e Snezhana Georgieva, moglie di un uomo d’affari.
“Quando vedo uscire Renata Litvinova [una nota attrice e regista russa] con un abito di Chanel, non mi stona. Lei è una persona che associo con la maison Chanel. Ma difficilmente riesco ad associare a Chanel un dj che manco conosco”, prosegue la Sheljagova.
Dall’altro lato del tavolo ci sono tre celebrità di Instagram: Viktorija Odintsova, la già citata Darija Konovalova e Viktorija Korotkova. Ovviamente non sono per niente d’accordo con le dame dell’alta società. Come dice la Odintsova, “se Vogue in Russia ha 150 mila follower su Instagram, mentre io ne o quattro milioni e mezzo è ovvio che per un brand sono interessante”.
E poi dà la stoccata : “Voi dovete pagare soldi per i vestiti perché non siete persone famose. Voi non potete permettervi di farveli regalare”.
Quando una delle dame del bel mondo ha detto che per lei poco importa chi indossa un capo, la Sobchak ha raccontato un altro aneddoto sul tema, di segno opposto. Ha detto di essere amica con uno stilista di moda, che non è per niente contento del fatto che la popolarissima cantante pop Olga Buzova, che su Instagram ha oltre 15 milioni di follower, indossi capi del suo brand.
“Mi ha detto: ‘Senti, non puoi dirle [a Olga Buzova] di smettere di portare la nostra giacca in pelle? Noi non vogliamo, e lei la mette sempre e mostra il nostro logo’”, ha raccontato la conduttrice.
Il giorno dopo l’uscita della puntata, la Buzova ha accusato Demna Gvasalia, il georgiano attualmente creative director di Balenciaga, di mancare di rispetto alle persone che acquistano capi del brand pagandoli di tasca propria, con i frutti del loro onesto lavoro.
“Dopo i suoi pettegolezzi, rispettabile Demna, io voglio ridare indietro tutto quello che ho acquistato da voi! […] Ho comprato a Madrid una giacca del vostro marchio per 300 mila rubli [più di 4.000 euro] e allo Tsum delle scarpe da ginnastica per 60 mila rubli [815 euro]. […] Ridatemi indietro i miei soldi, preferisco spenderli per una buona causa!”, ha scritto lei sul suo profilo Instagram.
In seguito, la Sobchak ha precisato che con il suo discorso non c’entrava niente Demna Gvasalia, ma i beniamini della Buzova ormai si erano scatenati. Commenti del tipo “Io l’ho sempre detto che Balenciaga è una merda” erano tra i più teneri, così come “Persone infime. Con i vostri stracci ci si possono solo pulire i cessi!”. E l’hashtag #ridateisoldiallaBuzova (#ВернитеденьгиБузовой) ha fatto faville.
La gran parte degli utenti sui social network russi si sono schierati stavolta dalla parte della cantante pop e delle reginette di Instagram.
“Delle signore ormai in età e mica tanto belle, che tutto quello che hanno lo devono al fatto di essere mogli o amiche di qualche uomo importante, per un’ora intera guardano dall’alto in basso delle ragazze belle, giovani e intraprendenti che, a differenza loro, non dipendono dal loro sponsor maschile”, ha scritto per esempio su Twitter l’utente @Ramona_Merkader.
La giornalista russa Ekaterina Gordon ha definito l’indignazione delle signore bene per l’accessibilità ai vestiti costosi da parte di persone comuni “un mezzo passo avanti verso il fascismo”.
Jana Zubtsova, cofondatrice e direttrice del portale russo di cosmesi Beautyinsider ha invece sostenuto la posizione della “vecchia guardia” dell’alta società.
“Però è vero che quando il tuo profilo Instagram è costituito al 99,9% da foto acchiappaclic del culo, è un po’ difficile convincere qualcuno che hai una laurea e anche un cervello. E sì, io non muoio dalla voglia di indossare quello che indossa ‘Miss Chiappe Nude di Instagram’”, ha scritto su Facebook.
Tuttavia, molti hanno concordato sul fatto che l’élite russa, di cui si sentono parte tanto le mogli degli uomini d’affari che le blogger di Instagram, non esista ormai da molto tempo, e che la Sobchak abbia semplicemente preso in giro tutti.
“Le donne dell’alta società si sono autoproclamate aristocratiche dalle ossa bianche e dal sangue blu. […] Anche con le star di Instagram tutto era chiaro. Le ragazze lavorano, usando tutte le risorse che hanno. […] Le partecipanti allo show della Sobchak avranno capito che Ksenia le ha derise tutte? Sottilmente, attentamente, educatamente ha fatto passare tutte e sei da complete cretine”, ha tirato le somme su Facebook Gelena Jarovaja.
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