L’universo vuoto dei social network, la solitudine assordante e la monotona routine d’ufficio interpretati con l’occhio cinico dell’artista. È questo cinismo che si scorge nei fumetti dell’illustratore moscovita Anton Gudim, che “viviseziona” l’assurdità della vita quotidiana moderna.
Anton non è una persona molto estroversa. Raramente parla in pubblico o rilascia dichiarazioni in merito al suo lavoro. In una delle sue poche interviste ha detto: “Preferisco trascorrere il tempo a disegnare piuttosto che a darmi visibilità come personaggio pubblico”. Ma le sue immagini parlano da sole. E lasciano dietro di sé un senso di vuoto e smarrimento.
Anton non ha alcuna formazione professionale. Così come lui stesso spiega, le sue competenze sono prettamente di natura tecnica e non artistica.
Ultimamente i suoi disegni (nei quali evita l’utilizzo di testi, lasciando parlare esclusivamente le immagini) sono diventati molto popolari su internet. Capita con frequenza che lo stesso Anton si imbatta in disegni da lui creati e caricati in rete senza il copyright. Situazioni che lo irritano molto, dice, ma che confermano - se mai ce ne fosse bisogno - la crescente popolarità della sua arte.
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