Si è riaccesa la tensione nel territorio del Nagorno-Karabakh (nel Caucaso meridionale, conteso tra popolazioni turco-azere e armeni dall’inizio del Novecento, ndr)dove l’esercito azero ha annunciato la morte di tre militari nei giorni scorsi, avvenuta nel corso di alcuni scontri con le forze armene.
La Russia, gli Stati Uniti e la Francia hanno fatto appello al cessate il fuoco: lo ha fatto sapere il ministro russo degli Esteri Sergej Lavrov. “Siamo in contatto con Baku ed Erevan affinché, una volta per tutte, vengano ascoltati i segnali lanciati da Mosca, Washington e Parigi”, ha detto Lavrov durante una conferenza stampa.
I tre Paesi hanno sottolineato “la necessità di fermare immediatamente la violazione del cessate il fuoco”, in vigore dal 1994.
Lavrov ha quindi puntato il dito contro i tentativi di mandare a monte i negoziati di pace da parte di coloro che “non sono soddisfatti del meccanismo adottato per la risoluzione nel Nagorno-Karabakh”. Si è quindi opposto a qualsiasi cambiamento di strategia nel meccanismo di mediazione e risoluzione, in vigore dal 1994, quando venne applicato il cessate il fuoco che pose fine a una guerra che fece oltre 25mila morti.
Lavrov ha quindi ricordato che i documenti sottoscritti negli ultimi anni grazie alla mediazione di questi tre Paesi sostengono esclusivamente la soluzione pacifica e politica del conflitto, che non può essere risolto con le armi.
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