La Corte ha accolto il decreto presidenziale relativo al segreto sulle perdite militari in tempo di pace. L’inchiesta giudiziaria è stata condotta in seguito a una denuncia collettiva da parte dei difensori dei diritti umani e di alcuni giornalisti, i quali sostengono che il decreto viola i diritti e le libertà della persona ed è inoltre in contrasto con la legge esistente sul "segreto di stato". I, gruppo sosteneva che, nell'elenco delle informazioni relative al segreto di stato, non si facesse menzione delle perdite tra le forze armate della Federazione Russa.
Tuttavia, la Corte ha respinto la richiesta, riconoscendo che la mancata divulgazione di tali informazioni non viola il diritto dei cittadini, garantito dalla Costituzione, a ricevere e divulgare informazioni. In precedenza, a richiedere che la Corte respingesse la denuncia era stata la rappresentante del Presidente russo in tribunale, la quale aveva spiegato che la divulgazione di queste informazioni costituiva una minaccia per la sicurezza nazionale.
Il decreto è stato firmato ed è entrato in vigore il 28 maggio 2015. Fino ad allora si consideravano segreti di stato solo le informazioni relative alle perdite del personale, facente effettivamente parte del Ministero della difesa, in tempo di guerra.
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