La Duma di Stato ha ratificato l’accordo con Madrid sulla cooperazione bilaterale in materia di adozioni di minori. E la Spagna si riscopre oggi al secondo posto, dopo l’Italia, per numero di bambini russi adottati.
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Orfani, la difficile strada dell’integrazione |
Prima dell’introduzione della legge “Dima Yakovlev”, che vieta ai cittadini statunitensi di adottare bambini della Federazione, la Spagna occupava il terzo posto per numero di adozioni portate a termine con la Russia. Oggi, con gli Stati Uniti messi ai margini, l’Italia è salita al primo posto, e la Spagna si è riscoperta seconda.
I rapporti tra Russia e Spagna in materia di adozioni sono comunque ben più antichi: tra il 1937 e il 1939, durante la guerra civile spagnola, l’Unione Sovietica aveva accolto circa tremila bambini spagnoli. Al giorno d’oggi, secondo i dati del Ministero russo dell’Educazione, gli spagnoli hanno offerto una nuova famiglia a 517 minori russi negli ultimi nove anni.
Ci sono voluti quattro anni per portare a termine il documento finale dell’accordo: il progetto, avviato nel 2009, è stato ostacolato dalla legge Dima Yakovlev (così chiamata in memoria del bambino russo morto negli Stati Uniti all’età di due anni), entrata in vigore nel 2013.
I prossimi paesi con i quali la Russia sta lavorando per avviare nuovi accordi bilaterali sono Israele, Irlanda, Slovenia, Nuova Zelanda, Cipro e Malta.
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