Terremoto a VKontakte: a rischio il fondatore Pavel Durov

Si rincorrono le voci di un possibile licenziamento del fondatore del social network russo più famoso

Il principale social network russo “VKontakte” potrebbe perdere il proprio direttore generale, Pavel Durov: lo scrivono alcune riviste russe, riportando le dichiarazioni del direttore esecutivo di “VKontakte”, Dmitry Sergeev. L’informazione è stata confermata dal segretario dell’ufficio stampa del network, Georgy Lobushkin.

Per il momento non è ancora chiaro se Durov sia effettivamente stato licenziato oppure no. VKontakte è chiaramente al centro di un conflitto tra azionisti, che per tutta la giornata di martedì 22 aprile hanno scambiato reciprochi attacchi relativi alle facoltà di licenziare Durov. 

I rappresentanti del fondo United Capital Partners (UCP, che possiede il 48% di “VKontakte”) hanno dichiarato di non riconoscere il licenziamento di Durov effettivo. “Il signor Sergeev è chiaramente andato oltre i propri poteri prendendo questa decisione senza discuterla con il consiglio dei direttori (...) Come è noto, noi non nutriamo particolare simpatia per Pavel Durov, ma riteniamo assolutamente indispensabile osservare le procedure legali per azioni corporative di tale portata. La questione relativa al direttore generale di “VKontakte” verrà esaminata nel prossimo consiglio dei direttori”, ha commentato il partner UCP Yury Kachuro.

Sergeev ha replicato sottolineando come la questione del licenziamento di Pavel non richieda l’approvazione dell’UCP. “Giuridicamente Pavel non è più il direttore generale, questo è un fatto compiuto”, ha detto Sergeev.

Successivamente UCP ha definito le dichiarazioni di Sergeev inopportune e inammissibili. 

Lo stesso Durov è venuto a conoscenza del proprio licenziamento “dalla stampa”. Nel suo profilo personale su “VKontakte” ha scritto che adesso il network da lui fondato è passato “sotto il pieno controllo di Igor Sechin (presidente della società petrolifera di stato “Rosneft”) e di Alisher Usmanov (miliardario e principale azionista della internet holding Mail.ru Group)”. In questo momento Pavel Durov si trova negli Stati Uniti e “non ha intenzione di ritornare in Russia”, ha dichiarato lo stesso Durov al blog TechCrunch.

Il primo aprile Pavel aveva annunciato pubblicamente le dimissioni dalla propria carica, salvo ammettere dopo due giorni che quella dichiarazione era un pesce d’aprile. Tuttavia nella società hanno preso sul serio le sue dichiarazioni: secondo gli azionisti di “VKontakte”, Durov ha revocato le proprie dimissioni in maniera inappropriata e adesso deve essere licenziato.

Secondo Sergeev, Durov avrebbe presentato una lettera di dimissioni volontarie già il 21 marzo. Secondo la legislazione russa, il periodo per revocare le proprie dimissioni per un dirigente è di un mese (per tutti gli altri di due settimane). Sergeev sostiene che le dimissioni non siano state revocate e per questo Durov abbia perso le proprie funzioni ieri, il 21 aprile.

Una fonte vicina a “VKontakte”, citata dal giornale Vedemosti, sostiene che Durov abbia inviato una e-mail agli azionisti della società nella quale comunicava che sarebbe comunque rimasto nella società. Tuttavia, per la revoca ufficiale delle proprie dimissioni un’e-mail non è sufficiente, ritengono a “VKontakte”. Del resto, il codice del lavoro della Federazione Russa non contiene la descrizione della procedura esatta per revocare le proprie dimissioni.

Sergeev spera che Durov e gli azionisti di “VKontakte” si accordino circa la sua partecipazione allo sviluppo del network. “Pavel è il fondatore del network, un visionario, una persona straordinariamente dotata e il suo contributo sarebbe assolutamente utile”, scrive Vedemosti, citando Sergeev. Appositamente per Durov la società ha istituito la mansione di Capo Architetto del network, dice Sergeev.

Le voci sulle imminenti dimissioni di Durov dalla società avevano cominciato a circolare dal momento dell’apparizione tra i comproprietari del fondo United Capital Partner (UCP). Gli azionisti del fondo, tra l’altro, avevano incolpato Pavel Durov di aver utilizzato risorse di “VKontakte” per lavorare sull’applicazione di messaggistica istantanea Telegram, concorrente del social network, secondo gli azionisti.

La settimana scorsa Durov ha dichiarato di esser stato costretto a vendere il 12% delle sue azioni di “Vkontakte” al direttore generale della società di telecomunicazioni “Megafon”, Ivan Tavron, a causa delle pressioni dei servizi segreti. Secondo Durov, nel dicembre del 2013 l’FSB avrebbe tentato di appropriarsi dei dati personali degli organizzatori dei gruppi dell’Euromaidan. Durov ha supportato tali dichiarazioni allegando le copie scannerizzate delle lettere con le richieste ufficiali dell’FSB. Il rifiuto di accontentare questa richiesta “ha comportato dei grossi sacrifici, tra cui il sacrificio della mia quota in “Vkontakte”, ha scritto Durov, “ma la difesa dei dati personali vale un tale sacrificio”. A marzo Tavrin ha venduto il proprio pacchetto di azioni di “VKontakte” a Mail.Ru Group, che, in tal modo detiene quasi il 52% delle azioni della società.

“Probabilmente, considerate le condizioni della Russia, era inevitabile che succedesse qualcosa del genere, ma sono felice che siamo riusciti a resistere sette anni e mezzo. Siamo riusciti a fare molto. E parte di ciò che abbiamo fatto, non è di certo reversibile”, ha scritto ieri Durov nel suo profilo su“Vkontakte”, commentando il proprio licenziamento.

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