Per assicurare la buona riuscita dei Giochi olimpici invernali di Sochi 2014 servono altri 7mila lavoratori, ma la capitale del turismo sul Mar Nero non è in grado di coprire da sola il fabbisogno di addetti nei settori dei trasporti, dei servizi e dell’accoglienza alberghiera, che secondo le stime ammonterebbe in totale a circa 100mila unità lavorative.
Per questo Svetlana Nechayeva, direttore del Dipartimento Occupazione del Ministero del Lavoro russo, ha reso noto che la sua agenzia ha inviato una lettera alle autorità delle varie regioni del Paese per esortarle a fornire alle persone in cerca di lavoro le informazioni sulle opportunità d’impiego temporaneo e permanente presso le strutture olimpiche.
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Lo speciale su Sochi 2014 |
Il dipartimento governativo è disposto a fornire l’alloggio e la formazione necessaria, nonché a coprire le spese per il trasloco: secondo il Ministero del Lavoro, le professioni più richieste in questo momento a Sochi comprendono camerieri, cuochi, panettieri, pasticceri, baristi, facchini, receptionist, addetti alle pulizie, idraulici, meccanici, riparatori, autisti, guardiani, giardinieri, fornitori ed elettricisti.
Nel periodo in cui la domanda di lavoro riguardava soprattutto il settore delle costruzioni, la futura sede olimpica è stata investita da un’ondata di immigrazione legale e illegale: a Sochi si è diretto il 40 per cento degli immigrati entrati nella regione di Krasnodar, tanto che all’inizio del 2013 il governo è stato costretto a innalzare la soglia degli ingressi consentiti da 29mila a 50mila.
L’afflusso di manodopera straniera ha provocato tensioni sociali e critiche da parte delle organizzazioni umanitarie come Human Rights Watch, che hanno invitato il Cio a condannare i raid contro i clandestini impiegati nell’edilizia. Tuttavia, ha dichiarato il project manager di di Adecco Russia, Aleksandr Pakhomov, ora che la fase dei lavori di costruzione è ultimata, la manodopera non qualificata viene sostituita da “colletti blu” russi e anche da personale straniero altamente qualificato, tra cui spiccano italiani e britannici.
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