Roma Film Festival, premio postumo alla carriera al regista Alexei German senior

Sarà presentata in prima mondiale l’ultima opera del maestro del cinema russo “È difficile essere un dio” nel corso della kermesse in programma dall'8 al 17 novembre 2013

Il Festival Internazionale del Film di Roma (in programma dall'8 al 17 novembre 2013), su proposta del direttore artistico Marco Müller, ha deciso di tributare il Premio alla carriera 2013 al grande cineasta russo Alexei German senior, scomparso il 21 febbraio 2013 all’età di 74 anni. L'attribuzione del riconoscimento era stata comunicata al maestro pietroburghese a inizio inverno, così da accompagnare l’uscita del suo ultimo lungometraggio “È difficile essere un dio”.

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a Alexei German senior 

Per la prima volta nella storia dei festival europei, un premio alla carriera verrà dunque consegnato postumo. A ritirarlo saranno Svetlana Karmalita, vedova del regista, complice di tutti i suoi progetti più personali e sceneggiatrice dei due ultimi film del maestro, insieme al figlio Alexei German jr, capofila del rinnovamento del cinema russo contemporaneo (Leone d'argento a Venezia 2008 per “Soldati di carta”).

A seguire la cerimonia di premiazione, verrà proiettato in prima mondiale “È difficile essere un dio”, epica opera di fantascienza filosofica tratta dal romanzo di culto dei fratelli Arkady e Boris Strugatskij (autori, tra gli altri, di “Picnic sul ciglio della strada”, che Andrei Tarkovskij ha portato al cinema con il titolo “Stalker”). Il libro è stato pubblicato in Italia da Marcos y Marcos.

Filmografia

1967 - Sedmoy sputnik (The Seventh Companion)

1971 - Proverka na dorogakh (Trial on the Road)

1976 - Dvadtsat dney bez voyny (Venti giorni senza guerra)

1984 - Moy drug Ivan Lapshin (Il mio amico Ivan Lapshin)

1998 - Khrustalyov, mashinu! (Khrustalyov, la mia macchina!)

2013 - Trudno byt bogom (È difficile essere un dio)

Sebbene in quasi cinquant’anni di carriera sia riuscito a realizzare solamente cinque film, la statura di German senior ha pochi eguali nel cinema moderno: con Andrei Tarkovskij e Aleksandr Sokurov fa parte di una "trinità russa" che ha rivoluzionato il modo di pensare il cinema.

Nato a Leningrado (oggi San Pietroburgo) nel 1938, Alexei Yurevich German inizia a lavorare nel 1964 alla Lenfilm, culla del cinema d’autore sovietico. Il suo film più famoso è tratto da un romanzo del padre, il celebre scrittore umanista Yuri P. German: “Moj drug Ivan Lapshin” (“Il mio amico Ivan Lapshin”), uscito nel 1984, verrà presto ritirato dalle sale per ordine delle autorità sovietiche.

Con gli anni Novanta e la nuova situazione politica, German lavora sul film “Chrustalev, mashinu!” (“Chrustalev, la macchina!”), che esce nel 1998, dopo essere stato presentato in concorso al Festival di Cannes. Quella di German è stata una parabola di vita e creazione scandita da vicende tanto difficili quanto drammatiche, che hanno diradato per lui le opportunità di realizzare direttamente le sue opere.

Il progetto di “È difficile essere un dio”, concepito fin dagli anni Sessanta, è stato ripreso nel 2000 e ha impegnato per gli ultimi tredici anni della sua vita il regista: poco dopo la morte dell’autore, l’opera è stata finalmente portata a compimento dalla moglie e dal figlio.

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