In Russia il vino italiano doppia quello francese

Con 26,88 milioni di euro di fatturato e 8,2 milioni di litri importati, secondo i dati diffusi per il primo bimestre del 2013 dall’Istituto Grandi Marchi, le bottiglie del Belpaese salgono al primo posto nei consumi enologici della Federazione. In partenza un tour promozionale delle etichette tricolori

Sorpasso del vino italiano in Russia nei primi mesi del 2013. Il consumo di bottiglie del Belpaese nella Federazione ha doppiato quello delle etichette francesei, salendo sul primo gradino del podio dell’export con 26,88 milioni di euro e 8,2 milioni di litri.

“In Russia si beve sempre più vino italiano – commenta il presidente dell’Istituto Grandi Marchi, Piero Antinori, nel presentare il tour Russia in partenza il 23 maggio 2013. - Accanto alle due grandi città di riferimento, Mosca e San Pietroburgo, dove in questi anni abbiamo lavorato molto per promuovere il meglio dell’enologia tricolore, ora puntiamo anche sulle realtà più promettenti come Sochi, la perla nera del Mar Nero, che nei mesi estivi catalizza più di 40milioni di visitatori. La consideriamo una tappa interessante per allacciare relazioni commerciali con i distributori e i ristoratori locali anche in vista delle prossime Olimpiadi invernali”.

La promozione enologica italiana toccherà Sochi il 23 maggio 2013, per poi proseguire per Krasnaya Poliyana il 24; sarà a Mosca il 28 e a San Pietroburgo il 30 maggio 2013. Quattro tappe per consolidare il primato del vino italiano in Russia che nel bimestre gennaio-febbraio 2013 è raddoppiato rispetto allo stesso periodo del 2012 passando da 14,82 milioni di euro a 26,88 milioni di euro, con una quantità salita da 4,5 a 8,2 milioni di litri.

Nello stesso bimestre di riferimento del 2013, la Francia ha sostanzialmente mantenuto le posizioni del 2012 con un valore di 21,55 milioni di euro e 7,2 milioni di litri (dati Wine monitor). Un trend che conferma la vocazione all’export del vino italiano e che, tuttavia, non deve distogliere dal perseguire una promozione internazionale all’insegna della qualità produttiva. “Per questo, - conclude Antinori, - l’Istituto Grandi Marchi è attento a cogliere i movimenti del mercato e punta anche su quelle realtà emergenti e vitali dove il vino italiano è sempre più conosciuto e apprezzato”. 

L’Istituto Grandi Marchi (Alois Lageder, Argiolas, Biondi Santi Greppo, Cà del Bosco, Michele Chiarlo, Carpenè Malvolti, Donnafugata, Ambrogio e Giovanni Folonari, Gaja, Jermann, Lungarotti, Masi, Marchesi Antinori, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca D’Almerita, Tenuta San Guido, Umani Ronchi) ha registrato, nel 2011, un fatturato complessivo di 500milioni di euro, di cui oltre il 60 per cento realizzato all’estero.

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