Una città sotto coprifuoco per 15 ore di caccia all'uomo, prima che l'incubo finisse con la cattura del 19enne Dzhokhar Tsarnaev, l'immigrato di origini cecene sospettato con il fratello maggiore Talerman (26 anni), morto ore prima nella sparatoria con la polizia, di aver piazzato le bombe alla maratona cittadina del 15 aprile 2013. L'attacco esplosivo durante la manifestazine sportiva aveva fatto tre vittime.
Dzhokhar è stato trovato nascosto all'interno di una barca, parcheggiata nel giardino di una casa nel sobborgo di Watertown, ferito in maniera grave e, fortunamente, non armato fino ai denti come si ipotizzava. È stato immediatamente arrestato, mentre alla notizia della fine di un incubo, Watertown e Boston ritornavano alla vita normale con festeggiamenti spontanei per strada.
Resta da capire cosa abbia spinto due fratelli di origine cecena, cresciuti negli Stati Uniti, miti e solitari, a trasformarsi in terroristi e a portare la morte alla maratona di Boston. "La Cecenia e l'Islam non c'entrano - ha sottolineato tra le lacrime lo zio dei due, Ruslan Tsarni, da Montgomery Village, in Maryland, davanti alle Tv americane -. Sono la nostra vergogna, ci vergogniamo di loro; sono i figli di mio fratello, ma non li vedevo dal 2005"; rivolgendo, poi, al nipote in fuga l'appello alla resa. "Se sei vivo - aveva detto -, costituisciti e chiedi perdono".
Dopo la cattura, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama avrebbe telefonato al Presidente russo Vladimir Putin per ringraziarlo della collaborazione di Mosca nelle indagini.
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