Cefla, il segreto è la diversificazione

La società conta 900 dipendenti a Imola e 1.800 nel mondo (Foto: ufficio stampa)

La società conta 900 dipendenti a Imola e 1.800 nel mondo (Foto: ufficio stampa)

Attivo nella Federazione dall'inizio degli anni 2000, il Gruppo Cefla ha aperto uno stabilimento produttivo a 60 chilometri da Mosca per poter rispondere al meglio alla crescente domanda locale di arredamenti per la grande distribuzione

Nata come società cooperativa di impiantistica, nel 1932 a Imola, Cefla si è sviluppata negli anni ampliando in modo esponenziale la sua attività. “Negli anni 50 inizia la prima fase di diversificazione - afferma il presidente del gruppo, Gian Maria Balducci - con lo sviluppo della carpenteria interna. L'azienda costruiva ad esempio letti di ospedali in metallo e poi ha costruito i primi scaffali di quelli che erano gli albori della grande distribuzione organizzata: i moderni centri commerciali”. Una nuova svolta si ha negli anni '60, quando nel distretto imolese si sviluppa la lavorazione del legno. Cefla partecipa allora a questa dinamica imprenditoriale sviluppando impianti per la verniciatura del legno, ampliatasi negli anni alla verniciatura del plexiglas. Un'attività che è valsa al gruppo clienti come Luxottica e Airbus.

“L'export fa parte del nostro DNA – racconta Balducci – già dagli anni '70 infatti iniziamo a esportare in Europa, soprattutto in Francia. Quello che ci caratterizza però è la diversificazione”. Il ventaglio dell'offerta del gruppo si è ampliato nel tempo, inglobando nel '98 il business delle poltrone per dentisti. L'ultima frontiera è rappresentata dai macchinari per radiologia e diagnostica dentale che stanno avendo grande successo negli Stati Uniti, importante mercato di riferimento del gruppo.

La società, che conta 900 dipendenti a Imola e 1.800 nel mondo, ha superato il suo record di fatturato nel 2014. “Per la prima volta abbiamo superato i 400 milioni di euro – afferma il presidente -. Essere differenziati ci aiuta a resistere meglio alle difficoltà economiche che possono incontrare i diversi mercati in cui siamo attivi. Servendo mercati anticiclici, è difficile avere una frenata in contemporanea di tutti i settori. Questo quindi ci permette anche di salvaguardare i dipendenti, spostandoli se necessario da un settore all'altro”.

Gian Maria Balducci, presidente del gruppo Cefla (Foto: ufficio stampa)

E il mercato russo, quanto pesa sulla salute aziendale di Cefla?

“Si tratta di un mercato molto promettente. C'è tanto ancora da sviluppare nel settore dell'arredamento anche in conseguenza del deficit dell'offerta interna”. I primi contatti sono avvenuti nel 2000, ma il vero sviluppo è arrivato dal 2005 in poi grazie alle forti richieste delle grandi superfici commerciali. “Nel 2010 siamo entrati al 51% nel capitale di un partner locale per superare i problemi legati ai costi di trasporto di alcuni macchinari – precisa il manager –, e abbiamo uno stabilimento produttivo per arredamenti per la grande distribuzione a 60 chilometri da Mosca. Nel 2014, l'export dei prodotti di finishing in Russia ha pesato per 10,5 milioni di euro sul fatturato globale”.

Nello stabilimento moscovita, dove lavorano 200 persone, nel 2014 Cefla ha prodotto materiali per 12 milioni di euro.

“All'inizio ci siamo mossi con delle figure vicine all'ambasciata italiana in Russia – racconta Balducci - poi abbiamo consolidato i rapporti personali. Abbiamo siglato questa joint venture nel 2010 e nel 2014 abbiamo rilevato anche il restante 49% quindi ora siamo proprietari dell'impianto produttivo locale, gestito da personale di fiducia. Per seguire al meglio la catena produttiva, abbiamo anche del personale che passa due settimane in Russia e una in Italia : è molto importante mantenere un forte legame con la società madre così come per poter entrare nella cultura del paese è necessario del personale locale e, chiaramente, del tempo.

Gli scenari internazionali complicano questo matrimonio commerciale italo-russo.

“La nostra strategia di medio termine dipenderà molto dal contesto internazionale – ammette il presidente di Cefla -. Se il cambio euro/rublo non si normalizza punteremo a sviluppare l'unità locale russa per restare in attivo. Prevediamo che il budget 2015 sia in stagnazione se non leggermente in regressione. Anche nel mercato italiano, la situazione resta ferma. Alcuni analisti vedono segnali di ripresa, con una tendenza del rublo a stabilizzarsi sui 50 euro, ma certo nell'immediato non tornerà a quota 40 euro e questo pesa sulle esportazioni. La situazione ci richiede prudenza”. 

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